Astrocitoma è un termine generico con il quale si fa riferimento a una tipologia di tumori del sistema nervoso centrale appartenenti alla famiglia dei cosiddetti gliomi, neoplasie primarie del cervello così denominate perché originano dal tessuto gliale; in particolare gli astrocitomi originano da cellule denominate astrociti (il termine deriva dalla loro forma che ricorda quella di una stella).
Gli astrocitomi sono i gliomi a maggior diffusione e rappresentano circa un terzo di tutti i tumori cerebrali primari (ovvero non determinati da processi di metastatizzazione di altri tipi di cancro); gli astrocitomi di grado I interessano soprattutto i bambini, mentre quelli di grado II e III colpiscono prevalentemente i giovani adulti e le persone anziane.
Astrocitomi pilocitici, diffusi e anaplastici
Esistono diverse proposte di classificazione degli astrocitomi; la più semplice è quella che distingue gli astrocitomi a basso grado di malignità (I e II grado) da quelli ad alta malignità (III e IV grado); per le neoplasie di IV grado si utilizza però la definizione di glioblastoma.
Gli astrocitomi pilocitici sono tumori più rari rispetto a quelli diffusi. È il tumore della glia che si ritrova più comunemente nei bambini. Oltre a questi ultimi colpisce anche soggetti adulti, ma di età solitamente inferiore ai venti anni. È infrequente, seppur possibile, riscontrare un astrocitoma pilocitico in un soggetto anziano. La zona più colpita è generalmente quella cerebellare. È una neoplasia di I grado, scarsamente infiltrante ed è glioma con la prognosi più favorevole, ma può comunque evolversi in forme di grado superiore.
Gli astrocitomi diffusi sono tumori di II grado che generalmente insorgono tra i trenta e i quaranta anni di età. Raramente colpiscono i bambini. Gli astrocitomi diffusi possono evolvere molto lentamente e permettere una sopravvivenza molto lunga. Sfortunatamente, di solito, tendono, dopo un periodo medio di circa 5 anni, a evolversi in forme più aggressive (per esempio il glioblastoma).
Gli astrocitomi anaplastici sono tumori di terzo grado che derivano solitamente da tumori di grado più basso (astrocitomi diffusi e astrocitomi pilocitici). La loro naturale tendenza è quella di evolvere nella forma più grave, il glioblastoma multiforme. I soggetti più colpiti da questo tipo di tumore sono quelli di età più avanzata. Gli astrocitomi anaplastici sono caratterizzati dall’essere costituiti essenzialmente da cellule scarsamente differenziate (una cellula anaplastica è una cellula che ha perso le proprie caratteristiche di unicità ed è quindi diventata poco differenziabile).
I glioblastomi sono i più temibili tumori cerebrali; sono invasivi e aggressivi, crescono rapidamente e hanno prognosi infausta, questa è notevolmente influenzata dalle spiccate caratteristiche recidivanti di questa tipologia di neoplasie. Vista la sua importanza il glioblastoma viene trattato in un articolo a sé stante: Glioblastoma al quale rimandiamo coloro che volessero approfondire l’argomento.
Cause
Le cause dello sviluppo di un astrocitoma sono a tutt’oggi sconosciute (come del resto sono ignote le cause della gran parte dei tumori cerebrali); è noto che il problema deriva da difetti relativi a mutazioni cromosomiche e genetiche che determinano la crescita incontrollata di cellule cerebrali, ma sono ignote le ragioni che attivano questo meccanismo.
Astrocitoma – Sintomi e segni
Come nel caso di moltissime patologie che interessano il sistema nervoso centrale, i sintomi e i segni di un astrocitoma possono essere vari e ingannevoli; i fattori che influenzano la sintomatologia sono essenzialmente tre: la sede, il volume e la velocità di crescita, anche se alcuni segni e sintomi sono comuni a tutte le forme del tumore.
Nelle forme di astrocitoma di basso grado (astrocitomi di I e II grado), nella gran parte dei casi, le manifestazioni cliniche più comuni sono crisi epilettiche, emiparesi, problemi di memoria, problemi cognitivi, modificazioni dell’umore e cambiamento della personalità; più rari, ma possibili disturbi visivi quali diplopia o annebbiamento della vista; in alcuni casi si può addirittura verificare la perdita del visus.
Nelle forme a più alto grado di malignità i segni e sintomi di esordio (cefalea farmaco-resistente – spesso mattutina -, nausea e vomito) sono generalmente riferibili a un aumento della pressione endocranica.
La sede del tumore ha una certa influenza sulla sintomatologia; se l’astrocitoma è localizzato a livello del lobo frontale, sono frequenti manifestazioni quali cambiamenti graduali o repentini dell’umore e della personalità e intorpidimento e debolezza monolaterale.
Una localizzazione a livello del lobo temporale provoca generalmente problemi di linguaggio, memoria e coordinazione.
Se, invece, l’astrocitoma è localizzato a livello del lobo parietale il soggetto manifesta problemi con la scrittura e debolezza o intorpidimento monolaterale.
A differenza di molte altre tipologie di tumore, è assolutamente improbabile che un astrocitoma dia luogo a processi di metastatizzazione.
Diagnosi
Qualora siano presenti uno o più dei sintomi e segni descritti nel paragrafo precedente che non siano inquadrabili in patologie di più comune riscontro è necessario effettuare approfondimenti diagnostici. Le indagini vengono fatte attraverso la TAC (Tomografia Assistita dal Computer) oppure con la RMN (Risonanza Magnetica Nucleare), quest’ultima presenta una maggiore evidenziazione dei dettagli. Solitamente queste indagini vengono eseguite dopo l’infusione endovenosa di un mezzo di contrasto (generalmente il gadolinio). Una maggiore impregnazione del mezzo di contrasto da parte della neoplasia rivela, generalmente, un maggior grado di malignità di quest’ultima.
La diagnosi neuroradiologica non può comunque essere considerata risolutiva al 100%. Per avere la certezza diagnostica, infatti, è necessaria l’esecuzione di una biopsia cerebrale, che solitamente viene effettuata con tecnica stereotassica.
Un altro mezzo diagnostico utilizzato è la PET (Positron Emission Tomography, tomografia a emissione di positroni); il ruolo della PET è soprattutto quello di monitoraggio della terapia in seguito a radioterapia e chemioterapia, in particolar modo quando è necessario distinguere fra radionecrosi (lesione causata dalle radiazioni) e recidiva neoplastica.
Astrocitoma – Terapia
Le possibilità terapeutiche nel caso di astrocitoma sono essenzialmente tre: chirurgia, radioterapia e chemioterapia. I protocolli terapeutici in caso di astrocitoma sono influenzati da diversi fattori: il grado di malignità, la sede, le dimensioni e la velocità di crescita della massa tumorale. In linea generale, quando ciò è possibile, il mezzo più efficace è l’asportazione chirurgica; questo a prescindere che l’astrocitoma sia a basso o ad alto grado di malignità. Tenendo conto che ogni caso fa storia a sé, e facendo riferimento a un astrocitoma localizzato in una sede accessibile chirurgicamente) possiamo sommariamente schematizzare le terapie nel seguente modo:
- astrocitoma di I grado: rimozione chirurgica
- astrocitoma di II grado: rimozione chirurgia ed eventualmente chemioterapia
- astrocitoma di III grado e glioblastoma: rimozione chirurgica e radioterapia (non necessariamente in quest’ordine); eventualmente chemioterapia.
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