L’asma è una patologia estremamente complessa caratterizzata da un’infiammazione di tipo cronico a carico delle vie aeree; tale processo infiammatorio provoca un innalzamento della responsività bronchiale che dà luogo ai cosiddetti attacchi d’asma, ovvero episodi ricorrenti di crisi respiratorie, respiro affannoso, senso di costrizione al torace e tosse.
Gli attacchi possono insorgere in modo improvviso o, al contrario, avere un’insorgenza graduale. In mancanza di un trattamento adeguato, un attacco può determinare effetti decisamente gravi, addirittura fatali.
L‘asma è una delle patologie respiratorie croniche sicuramente più diffuse a livello globale; è presente infatti, anche se a livelli molto variabili, in tutti i Paesi del mondo. Secondo stime recenti, le persone affette da asma sono circa 300 milioni. Le stime sulla prevalenza non sono affatto semplici anche perché non esiste una definizione precisa e univoca di tale patologia; la maggior parte degli autori è concorde nel ritenere che la prevalenza globale di asma sia compresa tra l’1 e il 18% circa della popolazione nei diversi Paesi. Negli ultimi anni si è osservata una diminuzione della prevalenza della malattia negli USA e nei Paesi dell’Europa Occidentale; risulta invece aumentata la prevalenza in molti Paesi dell’Africa, dell’America Latina e del continente asiatico.
Per quanto riguarda l’Italia si stima che la malattia interessi circa il 4,5% della popolazione.
Curiosamente, in ambiente medico il termine asma è prevalentemente maschile (asma allergico), mentre nel linguaggio comune è femminile (una brutta asma).
Cause e fattori di rischio
A tutt’oggi non sono state definite con certezza le cause dellla malattia; è però fuor di dubbio che si tratti di una patologia in cui sono coinvolti sia fattori di tipo genetico sia fattori di tipo ambientale; anche se il ruolo di tutti i diversi fattori non è stato ancora definito con totale chiarezza, si hanno indicazioni ben precise su alcuni di essi; di seguito una breve rassegna di quelli principali.
Fumo di tabacco – L’esposizione al fumo passivo, sia durante la fase pre-natale (tabagismo della gestante) sia durante gli anni dell’infanzia, è uno dei fattori di rischio più importanti relativamente allo sviluppo dell’asma nell’infante e nell’adulto. Ovviamente l’esposizione al fumo in età adulta influenza in modo negativo il controllo della patologia.
Inquinamento ambientale – È necessaria una premessa: l’asma è spesso associato all’atopia (secondo molti autori l’atopia è il fattore di rischio più noto per lo sviluppo dell’asma bronchiale), termine con il quale si indica un fenomeno che porta a una sovrapproduzione di reagine (le immunoglobuline E, IgE) che sono dirette contro i diversi allergeni di tipo ambientale.
L’esposizione a sostanze inquinanti (alla polvere, agli acari, ai pollini ecc.) molto spesso si associa a una riacutizzazione di un asma pre-esistente. I problemi legati all’inquinamento ambientale peggiorano generalmente nei mesi più freddi.
Infezioni virali e infezioni batteriche – Anche le infezioni virali vengono associate allo sviluppo della malattia; determinati virus contratti nei primi anni di vita (vedasi per esempio il virus respiratorio sinciziale, RSV) sono spesso causa di bronchiolite e wheezing (termine onomatopeico inglese che significa letteralmente ansimante, l’ansimare) i quali, con il trascorrere del tempo, possono favorire lo sviluppo di asma non allergico. Determinati virus, contratti da adulti, possono far uscire dallo stato di latenza una determinata reattività bronchiale aspecifica che in molti casi rappresenta l’esordio della patologia asmatica.
Fino a poco tempo fa si riteneva che gli unici processi infettivi che potevano scatenare la patoogia fossero di tipo virale, ma uno studio relativamente recente effettuato da ricercatori del Danish Paediatric Asthma Centre (DPAC) dell’università di Copenhagen e del Gentofte Hospital ha mostrato che anche le infezioni batteriche possono avere un ruolo importante nello sviluppo dell’asma pediatrico.
Altre condizioni patologiche – Esistono determinate patologie che possono favorire l’insorgenza di asma o di una sua riacutizzazione; fra queste si ricordano la sinusite, la rinite, la poliposi nasale, il reflusso gastroesofageo ecc. Il riuscire a risolvere o a controllare queste patologie può conseguentemente facilitare il controllo della malattia o delle sue riacutizzazioni.
Asma da sforzo e attività sportiva
Che l’esercizio fisico rappresenti uno stimolo asmogeno è fuor di dubbio e il dibattito su asma e attività sportiva è da sempre causa di discussioni, anche piuttosto aspre, fra i vari autori.
Vista la complessità di questo particolare argomento, abbiamo ritenuto opportuno esaminarlo in separata sede. Rimandiamo pertanto all’articolo specifico che lo tratta in modo molto particolareggiato.
Asma e gravidanza
La gravidanza è un momento molto particolare nella vita di una donna, sicuramente complesso e, in alcuni casi, difficoltoso e nelle donne affette da asma i problemi possono essere maggiori.
Se una donna incinta è vittima di un attacco asmatico, il feto potrebbe non ricevere ossigeno a sufficienza e ciò può mettere in pericolo il prosieguo della gravidanza.
Molte donne asmatiche, una volta che sono in stato interessante, si chiedono se non sia il caso di sospendere l’assunzione dei farmaci che assumono per il controllo della loro patologia respiratoria nel timore che essi siano dannosi per il feto. Un’iniziativa del genere deve essere eventualmente intrapresa solo in accordo con il proprio medico di fiducia; è certo, infatti, che i rischi che possono derivare al feto dai farmaci antiasmatici sono sicuramente inferiori a quelli derivanti da un attacco severo di asma.
Le donne affette da asma non trattato vanno più frequentemente incontro a complicanze (per esempio aumentano il rischio di parto pretermine e il rischio che il bambino nasca sottopeso).
Si deve poi considerare che maggiore è la severità della malattia, maggiori sono i rischi corsi dal feto.
Non è però possibile prevedere quali effetti avrà la gravidanza sul decorso della patologia; circa un terzo delle donne in stato interessante non riferisce cambiamenti significativi; un altro terzo riferisce un peggioramento del quadro clinico, mentre nel rimanente terzo si osserva addirittura un miglioramento.
In linea generale, se la malattia è correttamente controllata, le probabilità che la gravidanza e il parto siano del tutto normali sono paragonabili a quelle di un soggetto non affetto dalla patologia in questione.
L’attacco d’asma
L’attacco asmatico è causato principalmente da infezioni respiratorie (nel bambino piccolo, in età prescolare), da allergie (in età scolare e nell’adolescenza), soprattutto agli acari della polvere, ai pollini, ai peli di animali o infine da sforzi fisici di una certa entità (a tutte le età), come sport e ginnastica in generale.
L’attacco può manifestarsi in forma lieve: il soggetto può svolgere qualsiasi normale attività, se dorme non presenta disturbi del sonno, ma emette fischi e sibili nel respirare, senza però presentare dispnea.
L’attacco può però peggiorare o manifestarsi direttamente in una forma più grave, con dispnea evidente, tendenza a prolungate inspirazioni senza riuscire a svuotare d’aria i polmoni, agitazione, tachicardia, cianosi. In questo caso il soggetto non riesce a dormire né a stare sdraiato, ma assume una posizione seduta e spesso si appoggia con le mani a un mobile o altro per facilitare l’espirazione.
Al soggetto asmatico il medico solitamente prescrive farmaci broncodilatatori in spray o per aerosol. Tali farmaci devono essere tenuti a portata di mano perché in caso di accesso asmatico è sufficiente l’inalazione della sostanza prescritta dal medico per avere in breve tempo una remissione della sintomatologia.
È di somma importanza che il soggetto che soffre di asma si rifornisca di tali farmaci in occasione di viaggi, perché non sempre è facile poterli acquistare all’estero. Se la sintomatologia non regredisce o addirittura peggiora è indispensabile trasferire il soggetto in ambiente ospedaliero.
Asma – Cura e prevenzione
Al momento attuale non esiste una terapia in grado di guarire la malattia in modo definitivo; è quindi necessario ricorrere a trattamenti continuativi che consentono di tenere la patologia sotto controllo. I farmaci utilizzati nel trattamento dell’asma sono soprattutto gli antinfiammatori e i broncodilatatori.
La prevenzione è una parte molto importante nella cura della malattia e delle sue manifestazioni.
L’asma infettivo si previene evitando di sottovalutare i primi sintomi di infezione delle vie aeree e somministrando regolarmente, su consiglio del medico, farmaci antinfiammatori e/o broncodilatatori.
L’asma allergico si previene principalmente identificando il fattore scatenante. Allo scopo esistono test cutanei o specifici esami del sangue cui sottoporre il soggetto asmatico. Una volta isolato l’allergene, occorre prevenire gli accessi eliminando o riducendo al minimo le possibilità di contatto.
Un discorso particolare merita la prevenzione dell’allergia da acari della polvere: occorre eliminare tutto ciò che trattiene polvere, come tendaggi, moquette, peluche, tappeti. Preferire materassi in gommapiuma o materiale sintetico, cuscini, trapunte e coperte in dralon, orlon o nylon, facilmente lavabili. Può essere d’aiuto l’impiego di condizionatori d’aria forniti di filtri. La pulizia deve essere scrupolosa. In qualsiasi casa dove vive un soggetto asmatico sono poi da evitare gli irritanti respiratori, quali il fumo di sigaretta, i detergenti per la casa dall’odore acre e intenso, i cosmetici profumati, le vernici fresche. In alcuni casi, su consiglio del medico, si può ricorrere ai vaccini antiallergici che vengono somministrati per via sottocutanea.
Per quanto riguarda l’attività fisica, che, come già detto, potrebbe rappresentare un fattore scatenante, lo sport maggiormente indicato per chi soffre di asma è il nuoto, perché l’inalazione di aria umida a pelo d’acqua previene lo scatenarsi dell’accesso asmatico. In ogni caso, se si sceglie un altro tipo di sport, è buona regola, prima di iniziare l’attività, effettuare un’erogazione per via aerosol del farmaco prescritto dal proprio medico.

Si stima che in Italia siano circa 2,6 milioni le persone che soffrono di asma.
Asma da pollini e allergia crociata
L’asma da pollini è una malattia in forte espansione, probabilmente a causa del diffondersi delle piante responsabili nelle aree urbane e nei giardini e dell’inquinamento atmosferico (l’effetto serra è responsabile di una maggiore produzione di pollini).
I pollini responsabili delle allergie sono quelli di Graminacee, di Cupressacee (cipressi), di betulla, di parietaria, di ontano, di nocciolo, di ambrosia, di artemisia, di ginepro, di tula ecc.; la stagione varia a seconda della pianta e della zona geografica.
L’uso dei vaccini ha notevolmente migliorato la situazione, anche se a essi viene spesso affiancata la normale terapia farmacologica a base di cortisonici (per via sistemica o locale tramite spray), antistaminici (come cetirizina, fexofenadina, loratadina, mizolastina senza il caratteristico effetto di sedazione). Recentemente vengono usati anche gli antileucotrienici, sinergici al cortisone e ai beta2 stimolanti.
Nel polline di alcune piante sono presenti segmenti proteici uguali a quelli contenuti in certi frutti e verdure. Se si è allergici alla proteina della pianta e si assume la stessa proteina dal frutto, si produce egualmente la reazione allergica. Per questo motivo è bene per esempio che chi è allergico alla betulla non mangi pere, mele, banane o sedano.
Indice materie – Medicina – Sintomi – Asma