L’artrosi cervicale è una degenerazione patologica che colpisce le vertebre del collo; è una delle forme più comuni di spondiloartrosi; l’artrosi cervicale, infatti, è uno dei disturbi più diffusi del mondo occidentale; molto spesso è legata a fenomeni di degenerazione dei dischi intervertebrali e delle articolazioni del tratto posteriore.
Sostanzialmente, l’artrosi cervicale è una forma di artrosi che può arrivare a provocare varie manifestazioni neurologiche per la vicinanza di radici nervose che possono essere colpite, interessate, irritate o compresse dalle modificazioni patologiche indotte dal processo artrosico. I disturbi più frequenti sono le nevralgie cervicobrachiali provocate dalla compressione del plesso cervicale e le vertigini, causate dalla compressione dei nervi simpatici del collo che regolano la circolazione del sangue nel labirinto e nell’orecchio interno.
L’artrosi cervicale non è una patologia da sottovalutare e deve essere affrontata con una certa tempestività se si vogliono minimizzare tutti i disturbi a essa correlati.
Nota – L’artrosi cervicale è denominata anche cervicoartrosi o spondilosi cervicale.
Cause
È senz’altro noto a molti che i danni articolari e cartilaginei legati all’artrosi sono, perlomeno in parte, una delle tante conseguenze fisiologiche dell’invecchiamento; va però detto che, nel caso dell’artrosi cervicale, l’avanzare dell’età, non è il solo fattore di una certa importanza.
Le cause dell’artrosi cervicale possono essere le più svariate e i fattori di rischio più rilevanti sono, oltre all’età avanzata (il 70-80% di controlli radiografici effettuati su persone anziane rivelano segni di questa patologia), i lavori sedentari, gli errori posturali, la pratica di sport particolarmente traumatici (boxe, football americano, rugby ecc.), attività lavorative particolarmente pesanti come quelle svolte da facchini, traslocatori, scaricatori ecc., attività lavorative che comportano posizioni fisse per periodi di tempo particolarmente lunghi (operatori ai videoterminali), la lesione traumatica da flesso-estensione del rachide cervicale (il cosiddetto “colpo di frusta“).
Fra i fattori di rischio per lo sviluppo di artrosi cervicale vanno inoltre segnalate sia le cifosi patologiche (si consulti il nostro articolo Cifosi), la scoliosi e l’artrite reumatoide.
Artrosi cervicale – Sintomi e segni
L’artrosi cervicale tende a peggiorare con l’avanzare del tempo e può coinvolgere le strutture nervose o vascolari che nascono o escono dal tratto cervicale causando forte dolorabilità diffusa (si parla in questi casi di cervicobrachialgie) o fenomeni di stenosi arteriosa.
Nei casi più seri, la dolorabilità causata dall’artrosi cervicale può essere fortemente limitante creando problemi anche nei movimenti più banali come voltarsi per guidare in retromarcia, volgere lo sguardo verso l’alto ecc.
Generalmente, se il processo artrosico colpisce la zona più alta della colonna cervicale (le prime tre vertebre), si possono avere cefalee tensive (il cosiddetto mal di testa a casco); se invece la zona colpita è quella che si trova più in basso ci può essere un coinvolgimento doloroso di spalle, braccia e mani.
In caso di compressione midollare potrebbero verificarsi problemi a carico del tratto lombare e delle gambe.
Una delle manifestazioni più tipiche dell’artrosi cervicale è il rumore che si avverte nelle rotazioni del collo, un rumore che, un po’ pittorescamente, viene chiamato sabbia nel collo; altri segni e sintomi di artrosi cervicale possono essere la difficoltà nei movimenti di estensione, flessione e rotazione, emicrania, cefalea, acufeni, disturbi visivi, disturbi del sonno, disturbi tiroidei, nevralgia del trigemino, parestesie al cuoio capelluto (ma nei casi più gravi anche alle mani e addirittura alle gambe), riduzione della forza, vertigini ecc.
Diagnosi
Formulare una corretta diagnosi risulta fondamentale per scegliere la terapia più opportuna da intraprendere.
La diagnosi differenziale va posta nei confronti di varie condizioni patologiche fra le quali ricordiamo periartrite della spalla, fibromialgia, sindrome del tunnel carpale, tumori cervicali compressivi, sindrome da compressione costoclaveare, artrite psoriasica, artrite reattiva, malattia di Forestier, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica e molte altre malattie muscolo-scheletriche o neuromuscolari di vario grado di gravità
A scopo diagnostico, previo esame anamnestico e neurologico, si ricorre solitamente a radiografie cervicali, alla TAC, alla risonanza magnetica o all’elettromiografia a seconda di quelli che sono i sospetti diagnostici; di norma, a quest’ultimo tipo di esame si ricorre in quei casi in cui il soggetto riporti la presenza di un dolore più o meno intenso, ma persistente, anche se le tecniche di imaging non mostrano alterazioni particolarmente significative.
Va poi ricordato che in alcuni casi non è sufficiente l’esecuzione di un solo tipo di esame per porre con certezza la diagnosi di artrosi cervicale ed è da considerarsi normale che il medico curante richieda, per esempio, una radiografia e di seguito una risonanza magnetica.
Artrosi cervicale – Rimedi
Attualmente, non esistono purtroppo rimedi definitivi per l’artrosi cervicale. Il processo artrosico, infatti, è in buona parte da considerarsi un fenomeno fisiologico e si può solo sperare di ridurlo, ma non di fermarlo del tutto.
La terapia da seguire in caso di artrosi cervicale dipende ovviamente dalle cause e dalla gravità.
Nei casi meno gravi, oltre al riposo e a blande terapie con farmaci antiartrosici e antinfiammatori e, talvolta, miorilassanti, è spesso sufficiente il ricorso al collare cervicale (generalmente se ne usano due, uno per il giorno, più rigido, e uno per la notte, più morbido e di conseguenza più confortevole); la funzione del collare è sia quella di sostenere il collo in modo che venga ad attenuarsi la pressione sui vasi sanguigni e sui nervi cervicali, sia quella di impedire movimenti eccessivamente bruschi o estremi che finirebbero per peggiorare la situazione.
Nel periodo di tempo che intercorre fra una crisi dolorosa e l’altra, possono essere di un certo aiuto le terapie fisiche riabilitative.
Se dopo tre mesi di terapia i segni e i sintomi non scompaiono, o perlomeno non diminuiscono in maniera sensibile, potrebbe essere necessario il ricorso alla trazione.
Nei casi più gravi di artrosi cervicale si potrebbe essere costretti a intervenire chirurgicamente. Scopo dell’intervento chirurgico è quello di risolvere la compressione sulle strutture nervose (radici o midollo nervoso); la chirurgia è spesso risolutiva, ma esiste il rischio di diminuzione della capacità di rotazione o di piegamento del collo.
Artrosi cervicale – Esercizi per la prevenzione
Quando si parla di artrosi cervicale, le strategie di prevenzione assumono un’importanza fondamentale.
Di solito, a livello preventivo, vengono consigliati esercizi di ginnastica specifici per il collo, con movimenti in avanti e indietro, a sinistra e a destra e movimenti rotatori a destra e a sinistra.
È opportuno camminare e sedere in modo corretto, quest’ultimo consiglio è soprattutto importante per tutti coloro che, a causa del proprio lavoro, sono costretti a mantenere una posizione fissa.
I soggetti che devono usare il computer per molte ore di seguito dovranno posizionare la tastiera in modo da far sì che gli avambracci siano appoggiati sulla scrivania, lo schermo dovrà essere ad almeno 50 cm di distanza dagli occhi e regolato in modo da essere un poco più basso rispetto alla loro altezza.
L’uso di sedie ergonomiche è altamente raccomandato e la scrivania deve consentire un’ampia libertà del movimento delle gambe, queste dovranno essere posizionate in modo che l’angolo formato dal ginocchio e dalla caviglia sia di 90 gradi.
Si consiglia inoltre di effettuare ogni tanto qualche breve pausa per modificare posizione, alzarsi e camminare e, eventualmente, effettuare qualche esercizio di stretching.
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