L’artrite settica è una forma di artrite (si veda l’articolo generale) secondaria a un’invasione dello spazio articolare da parte di microrganismi patogeni.
In seguito all’invasione della membrana e del liquido sinoviali si verifica una risposta di tipo infiammatorio che ha come conseguenza la formazione di un essudato purulento, detto piartro, negli spazi articolari. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di monoartrite (ricordiamo che si parla di monoartrite nel caso in cui risulti colpita una sola articolazione); le articolazioni più frequentemente interessate da artrite settica sono quella del ginocchio, quella dell’anca e quella della spalla.
Le modalità attraverso le quali i microrganismi patogeni possono raggiungere le zone articolari sono sostanzialmente tre:
- via ematogena
- diffusione da un focolaio infettivo contiguo
- inoculazione diretta.
Il primo caso è tipico dei tossicodipendenti, dei soggetti sottoposti a cateterismo e di coloro che sono affetti da endocardite batterica (un’infezione che colpisce l’endocardio o le superfici valvolari). La diffusione per contiguità si verifica spesso nei soggetti affetti da osteomielite e da borsite settica.
La diffusione diretta (anche ab externo) può verificarsi, per esempio, in seguito a manovre mediche quali le iniezioni intra-articolari, le indagini artroscopiche o le operazioni chirurgiche relative alle articolazioni.
Le artriti settiche possono essere particolarmente insidiose e, per quanto, se trattate per tempo, rispondano piuttosto bene all’antibioticoterapia (non mancano comunque casi di resistenza agli antibiotici), non devono essere assolutamente trascurate se si vogliono evitare conseguenze che possono essere gravissime, anche mortali.
I dati più recenti che si hanno a disposizione evidenziano che, ogni anno, l’artrite settica si manifesta in 2-10 persone ogni 100.000.
Una buona parte dei soggetti colpiti (dal 25 al 50% circa) subisce danni permanenti, mentre una percentuale stimabile tra il 5 e il 15% va incontro a exitus (decesso).
Negli ultimi anni, questa forma di artrite è diventata un problema sempre più frequente nella popolazione anziana.
Le varie forme
Una delle classificazioni più comuni di questa patologia prevede la distinzione in:
- artrite settica non gonococcica
- artrite settica gonococcica
- artrite settica virale
- artrite settica da micobatteri
- artrite settica micotica
- artrite settica post-infettiva.
Fattori di rischio
Sono numerosi i fattori che possono innalzare il rischio di contrarre un’artrite settica; tra quelli più comuni si ricordano la presenza di artrosi, AIDS, artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, gotta, emofilia, diabete mellito ed endocardite batterica.
Altri fattori di rischio riconosciuti sono l’età inferiore ai 3 anni (artrite settica infantile) e quella maggiore di 80, le terapie a lungo termine con immunosoppressori e con corticosteroidi, la tossicodipendenza, il cateterismo e l’impianto di protesi (interventi di artroplastica).
Artrite settica – Cause
I microrganismi patogeni coinvolti nello sviluppo di forme non gonococciche sono diversi: Staphylococcus aureus (è quello più comunemente riscontrato), Streptococchi beta-emolitici dei gruppi B, C e G, Streptococcus pneumoniae, Borrelia burgdorferi e Brucella burgdorferi.
Il microrganismo responsabile delle artriti gonococciche è il Neisseria gonorrhoeae (agente eziologico della gonorrea, altresì nota come blenorragia o, più popolarmente come scolo); le artriti gonococciche interessano generalmente la fascia di età che va dai 16 ai 50 anni età.
Principali responsabili delle artriti settiche virali sono i virus HBV, HIV 1, il parvovirus B19 (l’agente eziologico della cosiddetta quinta malattia) e il virus responsabile della rosolia.
La forma da micobatteri è causata dal Mycobacterium tuberculosis, forse più noto come bacillo di Koch, il responsabile della tubercolosi, mentre le artriti settiche micotiche vedono come agenti responsabili i funghi Candida albicans, Sporothrix schenckii e Coccidioides immiti.
Per quanto riguarda le artriti settiche post-infettive, i microrganismi più comunemente coinvolti sono: Shigella spp., Campylobacter spp., Salmonella spp., Yersinia spp. e Chlamydia spp.
Artrite settica – Sintomi e segni
Raramente la malattia non dà segno di sé, dal momento che essa tende a esordire con un dolore più o meno intenso a livello dell’articolazione interessata.
I sintomi e i segni delle artriti settiche sono numerose; fra i più frequenti vi sono il dolore articolare (che ha la tendenza ad aumentare con il movimento), eritema, tumefazione, aumento della temperatura locale a livello della zona coinvolta, febbre piuttosto alta (talvolta superiore anche ai 39 °C) e limitazione funzionale.
Nel caso di artrite settica a livello di articolazioni quali la sterno-clavicolare, l’acromion-claveare e la sterno-costale: il dolore può diffondersi coinvolgendo anche la zona toracica. Nel caso in cui la zona interessata sia quella sacro-iliaca, è probabile che il soggetto avverta un dolore acuto ai glutei, ai fianchi o a carico della zona anteriore della coscia.
Quando sono i bambini a essere colpiti dalla patologia, si registrano spesso sintomi e segni quali irritabilità, sensazione di malessere generale, scarso appetito e tachicardia.
La forma infantile tende a manifestarsi, più frequentemente, a livello delle anche, mentre nei soggetti adulti le articolazioni più colpite sono quelle di gambe e braccia.
Diagnosi
La diagnosi, oltre all’osservazione clinica, prevede l’utilizzo di diverse tipologie di esame; oltre agli esami di laboratorio aspecifici (che in genere mettono evidenza leucocitosi neutrofila, aumento della VES e della proteina C reattiva), vengono effettuate indagini sul liquido sinoviale (prelevato tramite artrocentesi), indagini molecolari, emocoltura, TAC e talvolta esami radiologici.
Artrite settica – Terapia
La terapia delle artriti settiche prevede, oltre all’inevitabile prescrizione di farmaci antibiotici (per esempio benzilpenicillina, oxacillina, clindamicina, vancomicina, ceftriaxone, cefotaxima ecc.) o di antivirali o di antimicotici a seconda del microrganismo coinvolto, il drenaggio dell’articolazione (solitamente effettuato con ago aspirato), la somministrazione di farmaci analgesici e l’immobilizzazione dell’articolazione coinvolta.
Nel caso di artrite settica causata da batteri (probabilmente le più frequenti), le terapie antibiotiche devono avere una durata di almeno due-tre settimane a seconda della gravità del caso.
La prognosi delle artriti settiche è generalmente buona; ovviamente è influenzata da diversi fattori quali l’aggressività del microrganismo patogeno, la precocità nell’intraprendere il trattamento terapeutico, la risposta alla terapia antibiotica, l’efficienza del sistema immunitario, l’età e l’estensione dell’infezione.
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