L’angiosarcoma epatico è il tumore maligno primitivo del fegato meno comune (negli USA si registrano circa 25 nuovi casi all’anno); rappresenta circa il 5% di tutti gli angiosarcomi; colpisce in particolar modo i soggetti di sesso maschile (il rapporto maschi-femmine è 3:1) e il picco di incidenza si registra tra i 50 e i 70 anni di età. La prognosi è spesso infausta, anche in seguito all’intervento chirurgico.
Cause
In circa la metà dei casi l’angiosarcoma epatico è legato all’esposizione continuata a sostanze quali cloruro di vinile monomero (sostanza presente nella produzione di plastica e di gomma), thorotrast (un mezzo di contrasto radiologico ormai non più utilizzato) e arsenico.
Alcuni autori ipotizzano anche una relazione con l’assunzione di steroidi anabolizzanti.
Sembra che l’angiosarcoma epatico abbia un’incidenza maggiore nei casi di malattia epatica quali, per esempio, l’emocromatosi (una seria patologia caratterizzata da un abnorme e progressivo deposito di ferro in vari tessuti dell’organismo; fra gli organi maggiormente danneggiati vi sono cuore, fegato, pancreas, surreni, testicoli e ipofisi).
Segni e sintomi dell’angiosarcoma epatico
L’angiosarcoma epatico è una neoplasia piuttosto subdola; nelle sue fasi iniziali è pressoché asintomatico; in seguito la sintomatologia è alquanto aspecifica (calo ponderale, dolori all’addome, facile affaticabilità); nelle fasi più avanzate si hanno manifestazioni più importanti quali epatomegalia, splenomegalia (ingrossamento della milza) e presenza di liquido emorragico nell’addome.
La diagnosi richiede l’esecuzione di ecografia, TAC e risonanza magnetica. Gli esami di laboratorio evidenziano generalmente un innalzamento dei livelli di fosfatasi alcalina e degli enzimi epatici.
Spesso sono presenti anemia emolitica e trombocitopenia (bassi livelli di piastrine). Generalmente i marker tumorali come CEA e alfafetoproteina risultano nella norma. La diagnosi differenziale, che può comportare talvolta alcune difficoltà, può porsi con gli angiomi epatici, una patologia benigna che spesso non necessita di trattamento.

Se la diagnosi di angiosarcoma epatico è fatta precocemente e il tumore non si è ancora diffuso, si può ricorrere all’intervento chirurgico.
Prognosi e trattamento dell’angiosarcoma epatico
Come già accennato in apertura di articolo, la prognosi per l’angiosarcoma epatico è purtroppo sfavorevole; la malattia ha una rapida progressione e in molti casi si registra il decesso dopo sei mesi dalla diagnosi. Il trattamento d’elezione è la resezione chirurgica, ma nella gran parte dei casi la diagnosi viene effettuata quando il tumore è troppo avanzato per essere rimosso del tutto; spesso poi la resezione è seguita da una recidiva. Il ricorso al trapianto di fegato attualmente non è indicato viste le alte probabilità di recidiva.
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