L’anemia mediterranea (o talassemia) è una seria patologia ereditaria causata da un difetto genetico di formazione dell’emoglobina; rappresenta uno dei più comuni disordini ereditari emolitici nell’essere umano; in coloro che sono affetti dalla malattia, la forma mutata di emoglobina causa una graduale distruzione dei globuli rossi (emolisi) fino a sfociare nell’anemia.
Il termine talassemia deriva dal greco e significa anemia del mare, la patologia, infatti, è particolarmente diffusa nelle regioni costiere; più precisamente si tratta di un gruppo di anemie ereditarie, comuni nei Paesi del Mediterraneo (da qui la denonimazione anemia mediterranea), del Sud-Est asiatico e di alcuni Paesi dell’Africa equatoriale, anche se, in seguito agli spostamenti migratori, è attualmente presente in quasi tutto il mondo.
Nelle regioni più colpite circa il 10% della popolazione è affetto da anemia mediterranea. I globuli rossi dei talassemici sono più piccoli (condizione clinica nota come microcitemia).
Essenzialmente, le talassemie vengono classificate in α (alfa) e β (beta) talassemie, in funzione della sub-unità proteica difettosa che compone l’emoglobina.
Alfa talassemia
L’alfa talassemia è causata da una mutazione in una o più delle quattro copie di geni che codificano per la catena alfa. Si distinguono quindi quattro tipologie:
- portatore sano (un solo gene mutato) – I portatori sani hanno normali livelli di emoglobina e normali indici legati agli eritrociti (globuli rossi), ma possono trasmettere il gene mutato ai loro discendenti; in molti casi si scopre che un soggetto è portatore sano di anemia mediterranea dopo la nascita di un figlio con malattia da HbH (emoglobina H) oppure con tratto alfa talassemico. L’unica possibilità di diagnosticare la condizione di portatore sano è l’analisi del DNA.
- Tratto alfa talassemico (due geni mutati) – Nei soggetti con tratto alfa talassemico si riscontrano microcitemia, MCV diminuito e lieve anemia cronica, ma, di norma, non manifestano altri segni o sintomi. La diagnosi del tratto alfa talassemico arriva solitamente in seguito all’esclusione delle altre cause di anemia microcitica; la conferma può arrivare dall’analisi del DNA.
- Malattia da emoglobina H (3 geni mutati) – Questa forma di alfa talassemia può causare anemia più o meno severa e splenomegalia (ingrossamento della milza); alcuni soggetti rimangono asintomatici, mentre in coloro che sono colpiti da anemia grave il quadro clinico può essere piuttosto pesante.
- Alfa talassemia major (4 geni mutati) – È nota anche come idrope fetale ed è la forma di alfa talassemia più grave. I feti che sono affetti dalla malattia diventano anemici e idropici durante il periodo della gestazione; spesso il loro cuore e il loro fegato hanno dimensioni superiori al normale. La diagnosi viene generalmente effettuata in gravidanza dopo l’esecuzione di un’ecografia fetale che rivela presenza di un feto idropico; nella gran parte dei casi nella madre si registra tossiemia e c’è il forte rischio di gravi emorragie dopo il parto. Spesso si verificano aborti spontanei. In altri casi i feti nascono morti oppure muoiono poco tempo dopo la nascita.
Beta talassemia
Le beta talassemie sono causate da mutazioni in uno o in entrambi i geni che codificano per la beta globina; le mutazioni identificate fino a oggi sono centinaia, ma quelle più comuni sono soltanto una ventina; la gravità dell’anemia provocata dalla beta talassemia è legata sia al tipo di mutazione genetica sia da quanto diminuisce la produzione di beta globina; in alcuni casi la produzione di beta globina può essere addirittura assente.
Si distinguono queste forme di beta talassemia:
- tratto beta talassemico – I soggetti con tratto beta talassemico hanno un gene normale e un gene mutato; solitamente queste persone non riferiscono particolari problemi di salute; è presente microcitosi e spesso una lieve forma di anemia. La mutazione può essere trasmessa ai discendenti.
- Talassemia intermedia – Nel soggetto colpito da questa forma sono presenti anomalie in entrambi i geni, ma il suo organismo è in grado di produrre comunque una certa quantità di beta globina; la severità dell’anemia e la presenza di problemi di salute dipendono essenzialmente dal tipo di mutazione. I soggetti colpiti da questa forma di anemia mediterranea possono necessitare occasionalmente di trasfusioni di sangue.
- Talassemia major (anche anemia o morbo di Cooley, dal nome del pediatra statunitense che per primo descrisse la patologia) – Si tratta della forma più grave di beta talassemia. Il soggetto presenta anomalie in entrambi i geni che causano una notevole riduzione (se non addirittura la perdita) della produzione di globina beta; ciò fa sì che venga impedita un’adeguata produzione di emoglobina A. La talassemia major si manifesta generalmente nei neonati dopo tre mesi dalla nascita e provoca una grave anemia che ne mette in pericolo la sopravvivenza. I soggetti affetti dalla talassemia major devono sottoporsi vita natural durante a regolari trasfusioni di sangue e ad altri importanti trattamenti medici. Purtroppo la terapia trasfusionale ha vari effetti collaterali tra cui il sovraccarico marziale che obbliga a una terapia chelante per evitare i danni che l’abbondanza di ferro genera nell’organismo (emocromatosi).
Segni e sintomi di anemia mediterranea
Come facilmente intuibile dalla lettura dei paragrafi precedenti, le manifestazioni cliniche dell’anemia mediterranea dipendono dalla severità della forma; i soggetti in cui è presente un solo gene mutato possono rimanere asintomatici per tutta la loro vita; in alcuni bambini i segni e i sintomi della malattia sono riconoscibili fin dalla nascita, mentre altri possono avvertirli soltanto dopo un certo periodo di tempo, generalmente entro i primi anni di vita.
Fra i principali segni dell’anemia mediterranea si possono ricordare la debolezza, la stanchezza, la sensazione di fiato corto, il pallore, l’ittero, la colorazione scura delle urine, l’irritabilità, la lentezza nello sviluppo, l’addome sporgente e deformità ossee del viso.
Diagnosi di anemia mediterranea
Se il padre e/o la madre sono affetti da anemia mediterranea, le probabilità di trasmettere la malattia ai propri figli sono elevatissime. Quando si sospetta che un bambino sia affetto da talassemia lo si può sottoporre a tutta una serie di esami specifici (per esempio, la determinazione dell’emoglobina A2 i cui livelli sono elevati nei portatori sani di geni beta talassemici).
La presenza di splenomegalia può essere il segno della presenza di anemia mediterrania; si tratta però di una manifestazione clinica non molto specifica dal momento che sono molte le condizioni patologiche che possono provocarla.
Maggiormente specifici sono gli esami del sangue; i globuli rossi di coloro che sono affetti da anemia mediterranea sono più piccoli del normale e la loro forma è anomala. L’emocromo può rivelare una grave forma di anemia, uno dei sintomi delle forme più severe di talassemia.
L’elettroforesi delle emoglobine mostra la forma anormale delle proteine che trasportano l’ossigeno, anche se non tutte le varianti di anemia mediterranea possono essere identificate tramite l’esecuzione di questo esame.
Alcune forme di anemia mediterranea vengono identificate solamente dopo l’esecuzione dell’analisi del DNA.
Sono possibili anche test prenatali; quelli che vengono generalmente utilizzati sono il campionamento dei villi coriali, l’amniocentesi e il prelievo di sangue fetale.

L’anemia mediterranea (o talassemia) è una seria patologia ereditaria causata da un difetto genetico di formazione dell’emoglobina
Trattamento della talassemia
Le forme più lievi di anemia mediterranea non richiedono cure particolarmente gravose; in alcuni casi possono rendersi necessarie delle trasfusioni di sangue, in particolar modo dopo un intervento chirurgico, dopo il parto o nel caso in cui si sviluppi una grave infezione.
Le forme moderate e gravi di talassemia richiedono frequenti trasfusioni di sangue; il problema, in questi casi, come già accennato, è l’accumulo eccessivo di ferro nell’organismo; è quindi necessario il ricorso a terapie chelanti allo scopo di proteggere cuore, fegato e altri organi.
Nelle talassemie particolarmente gravi l’unica terapia risolutiva è rappresentata dal trapianto di midollo; in questo caso è necessario il ricorso a un donatore, di solito un fratello, che abbia una compatibilità genetica per i geni HLA.
Anemia mediterranea e attività sportiva
Non sono rari esempi di atleti affetti da anemia mediterranea (ovviamente portatori sani) che arrivano a un buon livello; la ridotta dimensione dei globuli è spesso compensata da un numero piuttosto elevato (per esempio MCV=62, ma sei milioni di globuli/mm3).
In sostanza il portatore sano soffre di un’anemia lieve che non può migliorare con banali assunzioni di ferro, vitamina B12 o acido folico. Probabilmente l’allenamento porta alla compensazione dello stato ematico, migliorando altre caratteristiche. Non ci sono comunque studi che esprimano chiaramente qual è l’handicap sportivo di un portatore sano di anemia mediterranea.
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