Il termine amiloidosi identifica un gruppo eterogeneo di patologie caratterizzate dal deposito, nei vari organi e tessuti dell’organismo, di proteine anomale; tali proteine si depositano sotto forma di fibrille; i depositi costituiti da queste fibrille vengono denominati amiloide. Il danno che l’amiloide provoca ai vari organi e tessuti è dovuto al suo progressivo accumulo.
I vari tipi di amiloidosi sono patologie rare, ma molto gravi, in cui il tasso di mortalità è decisamente elevato.
La distribuzione dell’amiloide può essere di tipo locale oppure di tipo sistemico; la diversità fra le varie tipologie della malattia è dovuta essenzialmente alle diverse proteine che possono, per motivi tuttora sconosciuti, mutare la loro struttura e ai diversi punti in cui l’amiloide tende a concentrarsi; appare quindi ovvio che pur parlando genericamente di amiloidosi, si possono avere quadri clinici e sintomatologici alquanto differenziati; appare altrettanto ovvio che la diversità fra quadri clinici e sintomatologia è causa di notevoli difficoltà per quanto riguarda la tempestività della diagnosi, tempestività che viene considerata un elemento di notevole importanza per affrontare al meglio la patologia.
Amiloidosi – Gruppi principali
I gruppi più importanti di amiloidosi sono i seguenti:
- primaria AL
- secondaria AA
- forme ereditarie
Amiloidosi AL – Detta anche a catene leggere, è una forma primaria caratterizzata da depositi di catene leggere di immunoglobuline monoclonali, proteine che vengono prodotte dal midollo osseo; queste immunoglobuline vengono prodotte con lo scopo di proteggere l’organismo da processi di tipo patologico; per motivi non noti, queste immunoglobuline, una volta assolta la loro funzione, non si dissolvono, ma, al contrario, si trasformano in fibrille di amiloide e si accumulano progressivamente, trasportate dal flusso sanguigno, nei vari organi e tessuti.
Amiloidosi AA – Si tratta di una forma secondaria a diverse altre malattie. La proteina che caratterizza questa forma è la SAA (Serum Amyloid A), una proteina che viene prodotta durante le fasi acute di patologie croniche come, per esempio, l’artrite reumatoide.

In alcune forme di amiloidosi, il midollo osseo produce proteine che si depositano nei tessuti e negli organi
In alcuni casi, il trattamento della patologia primaria può rallentare, o addirittura bloccare, la progressione della malattia secondaria.
Gli organi generalmente interessati in modo più serio sono i reni la cui sofferenza può manifestarsi con proteinuria, sindrome nefrosica e insufficienza renale. Altri organi che possono essere colpiti, seppur meno pesantemente, sono fegato e milza. In casi molto rari può esserci anche un coinvolgimento dell’organo cardiaco.
Amiloidosi ereditarie – Nelle forme ereditarie sono diverse le proteine interessate; la mutazione di queste ultime origina diverse tipologie ereditarie della malattia. Fra le diverse forme ereditarie, la più frequente è l’amiloidosi da transtiretina. La transtiretina (TTR) è una proteina che viene secreta principalmente dal fegato ed è deputata al trasporto di ormoni tiroidei (tiroxina e RBP, proteina legante il retinolo). Clinicamente, in questa forma, sono generalmente il sistema nervoso periferico e quello autonomo a essere maggiormente coinvolti. La modalità di trasmissione della malattia è di tipo autosomico dominante (si ha il 50% di probabilità che la patologia venga trasmessa ai figli; se i figli non ereditano la malattia, non sussiste il rischio che questi ultimi la trasmettano ai propri figli). La forma TTR presenta alcune similitudini con l’amiloidosi AL, ma, a differenza di quest’ultima, è una patologia con minore aggressività e in cui le probabilità di sopravvivenza risultano maggiori.
Un’altra tipologia a carattere ereditario è l’amiloidosi da apolipoproteina A-I (AApoAI, MIM 107680). In questa forma, l’accumulo di amiloide riguarda generalmente cuore (amiloidosi cardiaca), fegato (amiloidosi epatica) e reni (amiloidosi renale); ciò porta a quadri di cardiomiopatia, epatopatia e nefropatia.
Amiloidosi – Sintomi
Com’è facilmente intuibile da quanto esposto in precedenza, la variabilità dei sintomi è notevole. I segni e i sintomi dipendono infatti dai diversi organi interessati dai depositi di amiloide. Nelle amiloidosi di tipo sistemico, le manifestazioni che si verificano con più frequenza sono legate al coinvolgimento del rene e dell’organo cardiaco; possono quindi verificarsi edemi agli arti inferiori, difficoltà respiratorie (soprattutto quando si compiono sforzi di una certa intensità), affaticabilità ecc. Il coinvolgimento del rene può dar luogo ad alterazioni dei valori di creatininemia e colesterolemia; può inoltre verificarsi proteinuria (presenza di proteine nelle urine). Altre manifestazioni possono essere epatomegalia (fegato ingrossato) ipotensione (pressione bassa), svenimento, mancanza di appetito, calo di peso, diarrea, alterata sensibilità a mani e piedi ecc. Come si vede, questi segni e sintomi sono comuni a numerosissime altre patologie ed è per questo che la diagnosi di amiloidosi non risulta mai particolarmente agevole.
Possono essere d’aiuto alcuni segni che, pur presentandosi poco frequentemente, sono caratteristici della malattia; fra questi ricordiamo la comparsa di macchie rosso-porpora sul volto e l’ingrossamento della lingua.
Amiloidosi – Diagnosi
Per effettuare la diagnosi della malattia è necessario identificare i depositi di amiloide attraverso una specifica colorazione su un campione di tessuto; generalmente, a tale scopo, si esegue un ago aspirato peri-ombelicale, un esame ambulatoriale semplice e indolore la cui sensibilità, nelle forme sistemiche di amiloidosi, si aggira attorno all’80%.
Se l’ago aspirato non porta alla diagnosi di amiloidosi, ma si sospetta ancora la presenza della patologia, è possibile fare ricorso alla biopsia di una ghiandola salivare labiale minore. A seconda dei casi può rendersi necessario un esame bioptico degli organi che si pensa possano essere interessati dal processo morboso.
Se la presenza di amiloide viene confermata dagli esami diagnostici, si rende necessario stabilire quale tipologia di amiloidosi ha colpito il soggetto; si deve cioè identificare la proteina che causa i depositi.
L’identificazione della proteina è un passaggio fondamentale per quanto riguarda la terapia, dal momento che quest’ultima varia al variare del tipo di amiloidosi.
Amiloidosi – Terapia
Per la stragrande maggioranza delle forme della malattia esistono cure di una certa efficacia (chemioterapia, trapianto di midollo osseo, trapianto di cellule staminali autologhe ecc.). Gli obiettivi che ci si pongono con la terapia sono quelli di arrestare, o perlomeno rallentare, l’eccessiva produzione della proteina che origina i depositi di amiloide. Le metodologie variano al variare della forma e sono strettamente legati al tipo di proteina che provoca l’accumulo.
Se si riesce a ridurre il processo produttivo della proteina in questione, si ha una rapida diminuzione del materiale occorrente alla formazione di nuovi depositi; ciò porta a un arresto, o comunque a una riduzione, del processo che ha portato alla patologia; si può avere un riassorbimento dei depositi di amiloide e, se non vi sono stati danni irreversibili, può esserci un completo recupero delle funzioni degli organi coinvolti dall’amiloidosi.
Da quanto detto, si intuisce perché la precocità della diagnosi è considerata fondamentale; infatti, quanto prima si interviene con la terapia, tanto più vi è la possibilità di ripristinare appieno la funzionalità degli organi coinvolti dalla patologia.
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