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Malattie mentali

Le malattie mentali sono condizioni di salute che comportano cambiamenti nelle emozioni, nel pensiero o nel comportamento (o una combinazione di questi).

Anoressia

Grave stato morboso sintomatico probabilmente causato da una malattia o da un’alterazione psichica (anoressia mentale o nervosa), ma a tutt’oggi le cause non sono state definite con chiarezza. È uno dei disturbi del comportamento alimentare più gravi e sono potenzialmente a rischio il 10% degli adolescenti (di norma il problema coinvolge soggetti di sesso femminile). La patologia presenta un aspetto nutrizionale e uno comportamentale. quello nutrizionale è legato al deficit alimentare che può avere effetti molto gravi sull’integrità fisica, mentre quello comportamentale è legato a fattori psicologici scatenanti, come conflitti familiari, una scarsa autostima e il desiderio di emulare modelli estetici spinti agli estremi. La terapia deve coinvolgere necessariamente l’ambiente familiare del paziente, specialmente nel caso di soggetti adolescenti, richiedendo un’ampia disposizione a collaborare e a mettere in discussione comportamenti e situazioni familiari, cause possibili dell’insorgere del disturbo.

Ansia

Stato psichico cosciente caratterizzato da una situazione di mancato adattamento all’ambiente esterno che determina sensazioni sgradevoli che vanno dal disagio alla paura intensa. Può essere definita come una paura non correlata a un reale pericolo, tanto che può assumere varie sfumature, andando dalla semplice apprensione (preoccupazione) al vero e proprio panico. Spesso è correlabile con un’esagerazione di un pericolo cui il corpo risponde con stimoli di difesa: aumento della pressione del sangue, della frequenza cardiaca, della sudorazione. Da un punto di vista clinico è importante separare il disturbo d’ansia generalizzato da altre situazioni, oggettivamente più limitate nel tempo e/o nella causa, come gli attacchi di panico, le fobie, il disturbo ossessivo-compulsivo e i disturbi post-traumatici. Più comune nelle donne, è una condizione decisamente invalidante. La terapia è attuata con la combinazione di psicoterapia e farmaci.

Autismo

Grave disturbo dello sviluppo neuropsichico caratterizzato da gravi alterazioni nella comunicazione verbale e in quella non verbale e da un estraniamento più o meno accentuato dalla realtà. Le cause non sono note. In molti casi si ha la presenza di ritardo mentale e di epilessia. La diagnosi è difficile e la terapia varia moltissimo per ogni singolo paziente, data la diversità dei sintomi e delle situazioni; la remissione totale della patologia si ottiene molto raramente.

Balbuzie

Disordine del ritmo della parola nel quale il soggetto sa con precisione quello che vorrebbe dire, ma nello stesso tempo non è in grado di dirlo. È uno dei disturbi del linguaggio più diffusi. Il linguaggio del soggetto balbuziente è spesso interrotto dalla ripetizione (che può essere continua o intermittente) di sillabe, suoni, vocaboli, frasi intere alternate a pause di silenzio durante le quali si è di fatto incapaci di produrre un qualsiasi tipo di suono. Le cause sono ignote, mi si ritiene siano legate a più fattori. Prima si interviene con la terapia, tanto migliore è la prognosi (la balbuzie non trattata tende alla cronicizzazione e può consolidarsi in modo tale da divenire refrattaria a qualunque trattamento).

Bulimia

Grave disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da un irrefrenabile bisogno di mangiare, bisogno generalmente associato a un susseguente comportamento compensatorio come per esempio l’autoinduzione del vomito. Rari i casi di bulimia organica (che passano dal trattamento della malattia sottostante). La bulimia si manifesta con ripetuti accessi di fame che costringono il soggetto a ingurgitare frettolosamente grandi quantità di cibo. L’attacco è normalmente seguito da sensi di colpa, frustrazione e agitazione che portano a comportamenti compensatori al fine di prevenire uno sgradito incremento del peso corporeo. La terapia può essere sia di tipo psicologico sia di tipo farmacologico, eventualmente in associazione.

Depressione

Uno dei più importanti disturbi dell’umore. Sulla definizione di depressione e sulle modalità di classificazione della stessa non c’è stata (e non c’è) sempre uniformità di vedute; questo spiega le molteplici tipologie di classificazione proposte da vari autori. Se facciamo riferimento ai disturbi dell’umore, diversi autori ne considerano due come più importanti: il disturbo depressivo maggiore (noto anche come depressione grave) e il disturbo bipolare I. Le cause della depressione possono essere diverse e non sempre si è in grado di identificarle con certezza. La sintomatologia è varia (sensazioni di angoscia, disperazione, insoddisfazione, senso di vuoto, perdita di energia, difficoltà nella concentrazione, nervosismo, disturbi del sonno ecc.). In linea generale, il disturbo viene trattato attraverso la combinazione di psicoterapia e terapia farmacologica (farmaci antidepressivi).

Dislessia

Uno dei cosiddetti disturbi specifici di apprendimento (DSA). Come si evince dalla terminologia, tali disturbi sono caratterizzati dalla loro specificità; il disturbo infatti interessa specificamente e selettivamente una determinata capacità (lettura, scrittura, calcolo) e non vi è un coinvolgimento di altri settori dell’apprendimento; non c’è cioè un deficit a livello di funzionamento intellettivo generale. Uno dei principali problemi legati alla dislessia è che, se non viene riconosciuta, in molti casi vi è una compromissione del rendimento scolastico che sia i genitori che gli insegnanti erroneamente attribuiscono ad altre cause (ritardi intellettivi, pigrizia, problemi psicologici, disattenzione ecc.).

Fobie

Paure irragionevoli e incontrollabili. Alcune interessano quasi esclusivamente un sesso, altre sono ugualmente diffuse nei due sessi. La causa può essere un ricordo ancestrale di cui è rimasta una traccia nel cervello o un’esperienza negativa amplificata fino a essere vissuta successivamente come fobia. Solo i casi più gravi richiedono un trattamento farmacologico, mentre normalmente si ricorre alla psicoterapia, mettendo gradatamente a confronto il soggetto con ciò che teme. Fra le più comuni si ricordano: l’acrofobia (paura delle altezze), l’agorafobia (paura degli spazi aperti e affollati), l’aracnofobia (paura dei ragni), l’aviofobia (paura di volare), la brontofobia (paura dei temporali), la cinofobia (paura dei cani), la claustrofobia (paura degli spazi chiusi), l’emofobia (paura della vista del sangue, di aghi e siringhe), l’ipocondria (morbosa preoccupazione per il proprio stato di salute), la misofobia (paura dei germi), l’ofidiofobia (paura dei serpenti), la scotofobia o nictofobia (paura del buio).

Nevrosi

Disturbi psichici più o meno gravi, perlopiù ad andamento cronico, in cui non è possibile dimostrare una base organica. Sostanzialmente si tratta di sindromi caratterizzate da uno stato di sofferenza della psiche, causate generalmente da conflitti personali o legati all’ambiente.

Le nevrosi si manifestano con una certa varietà di sintomi (quali ansia, paura, coazione – tendenza inconscia a porsi in situazioni dolorose o penose senza avere la coscienza di averle attivamente provocate -, isteria ecc.) e con varie caratteristiche (conflittualità interiore, inibizione, insicurezza, labilità emotiva ecc.). Nella cura si utilizzerà la psicoterapia, affiancata eventualmente dalla somministrazione di farmaci ansiolitici, antidepressivi e, nei casi più gravi, neurolettici.

Pedofilia

Disturbo del comportamento sessuale che fa parte del gruppo delle cosiddette parafilie (per esempio, feticismo, esibizionismo, voyeurismo, masochismo sessuale, sadismo sessuale). Viene definita come “preferenza per l’attività sessuale ricorrente con bambini in età prepuberale”. Da un punto di vista comportamentale l’interesse sessuale verso i bambini può manifestarsi in molti modi diversi; alcuni si limitano a guardarli fantasticando su di loro, altri invece hanno comportamenti decisamente sessualizzati come per esempio l’accarezzare il soggetto, toccarlo nelle parti intime, spogliarlo, masturbarsi in sua presenza fino ad arrivare a veri e propri rapporti sessuali orali, anali o vaginali. Il pedofilo non prova disagio o sofferenza a causa della sua condotta, ma anzi ne ricava un grande piacere; non ha sensi di colpa verso il soggetto abusato e non si ritiene malato. Attualmente sono due i percorsi terapeutici maggiormente presi in considerazione dalla comunità scientifica. Il primo è orientato alla correzione del profilo ormonale del soggetto (la cosiddetta “castrazione chimica”), mentre il secondo prende in considerazione le possibilità di cura del disturbo psichiatrico.

Paranoia e deliri paranoici

Sindrome psicotica caratterizzata da un delirio lucido, strutturato e sistematizzato, a evoluzione cronica, in assenza di altri aspetti patologici come allucinazioni, dissociazione e deterioramento della personalità. La paranoia insorge dall’evoluzione di particolari tratti della personalità: diffidenza, insicurezza, orgoglio esagerato, fanatismo, pregiudizio ecc. Il delirio sistematizzato paranoico si sviluppa lentamente, persiste con convinzione assoluta del soggetto e influenza ogni sua attività; origina da fattori interni all’individuo, a cui possono sovrapporsi conflitti o eventi esterni. La paranoia si manifesta solitamente in età media e il contenuto delirante è vario: delirio di gelosia, erotomanico (l’idea delirante che un’altra persona, generalmente di alto rango, sia innamorata del soggetto), di persecuzione, di querela, di grandezza, di interpretazione. Il decorso è cronico, non di rado alternante, con periodi di maggiore intensità e altri di attenuazione; in alcuni casi si possono osservare aspetti di tipo schizofrenico con allucinazioni, dissociazione del pensiero e deterioramento della personalità.

Psicosi maniaco-depressiva (disturbo bipolare)

Terminologia generica con la quale, un tempo si indicavano i disturbi dello spettro bipolare. Oggi si preferisce parlare di disturbo bipolare, un quadro clinico caratterizzato dall’alternanza fra episodi di tipo depressivo ed episodi di tipo maniacale.

Il disturbo bipolare I è un disturbo dell’umore che si caratterizza per l’alternanza di episodi di depressione maggiore, episodi maniacali o misti e periodi di benessere (normotimia). Si ha disturbo bipolare II quando il disturbo dell’umore è caratterizzato da un susseguirsi di episodi depressivi maggiori, episodi di tipo ipomaniacale (periodo limitato nel tempo durante il quale il tono dell’umore è costantemente elevato) e periodi di normotimia.  

Schizofrenia

Grave patologia psichiatrica, cronica e invalidante, caratterizzata da persistenti sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell’affettività; colpisce i soggetti di entrambi i sessi, ma sembra che il rischio di ammalarsi sia maggiore nelle persone di sesso maschile. Le cause non sono note. La sintomatologia è variegata (perdita del contatto con il mondo reale, allucinazioni visive e/o uditive, manie di vario tipo, disturbi del pensiero e disordini del movimento ecc.). Dal momento che le cause della schizofrenia non sono ancora perfettamente conosciute, la cura di tale patologia è indirizzata soprattutto alla rimozione dei sintomi.

 

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