Le malattie dell’apparto genitale femminile sono trattate dalla ginecologia e (l’ostetricia si occupa invece di gravidanza, parto e puerperio).
Candidosi vaginale
Infezione genitale decisamente frequente provocata nella maggioranza dei casi da Candida albicans; è nota anche come vulvovaginite da candida.
La stragrande maggioranza degli autori considera la vulvovaginite da Candida un’infezione opportunistica di origine endogena, anche se la trasmissione del fungo patogeno per via sessuale è possibile.
La sintomatologia è alquanto variegata; il sintomo principale è sicuramente il prurito; possibile, ancorché raro, il bruciore. Spesso sono segnalati dolore durante i rapporti sessuali e difficoltà a urinare. Generalmente la sintomatologia è più accentuata nella settimana che precede le mestruazioni.
Cisti ovariche
Patologia molto comune, in particolar modo nell’età fertile della donna, di cui esistono molte forme più o meno gravi. Essenzialmente si tratte di sacche, di ridotte dimensioni, piene di liquido, che possono essere localizzate o all’interno oppure sulla superficie delle ovaie. In molti casi rappresentano semplici alterazioni connesse alla funzionalità dei follicoli e dei corpi lutei normali, ma possono anche essere segno di problematiche ben più gravi.
Se le cisti ovariche semplici (funzionali) scompaiano quasi sempre in modo spontaneo, lo stesso non si può dire per quelle più complesse (come le cisti dermoidi), che richiedono necessariamente l’intervento chirurgico.
Disturbi mestruali
Disturbi che molto spesso compaiono in donne giovani e si manifestano con dolore intenso e crampi nella zona addominale, accompagnati a volte da vomito, diarrea, cefalea, mal di schiena e stanchezza; talvolta l’aspettativa del dolore può essere causa di crampi. Nella maggior parte dei casi questa patologia non ha un’origine fisica. In altri casi può essere provocata da squilibri del metabolismo ormonale o da una presenza eccessiva di prostaglandine, sostanze derivate dall’acido arachidonico e presenti fisiologicamente nell’organismo. Vi sono poi cause di carattere patologico, come la presenza di miomi, che sono tumori benigni dell’utero, o l’endometriosi, una patologia in cui si ha presenza di tessuto tipico della mucosa uterina al di fuori dell’utero. Possono così formarsi noduli che, durante le mestruazioni, causano dolore pelvico e sanguinano. In questo caso si possono avere mestruazioni più lunghe e abbondanti. Se non vi sono cause organiche si potrà evitare il ricorso ai farmaci (adottando esercizi respiratori, rilassamento, movimento, tisane antispastiche); diversamente, la terapia si baserà sulle caratteristiche di ogni singolo caso.
Endometriosi
Patologia cronica caratterizzata dalla presenza, in sedi anomale, di tessuto endometriale. L’endometrio è una mucosa che riveste le pareti interne dell’utero; il tessuto endometriale che si trova all’esterno dell’utero viene definito endometrio ectopico. Pur essendo una patologia benigna, può peggiorare decisamente la qualità della vita; colpisce in misura maggiore le donne in età riproduttiva tra i 26 e i 35 anni.
Eclampsia
Grave patologia della gravidanza, potenzialmente letale, caratterizzata da convulsioni. Essa rappresenta la complicanza più temibile della preeclampsia. La sindrome eclamptica può manifestarsi prima, durante o dopo il parto.
Fibroma uterino
Espressione usata per indicare determinati tumori benigni relativi all’utero o alle zone a esso vicine.
In molti casi il fibroma uterino è asintomatico; quando invece si manifesta i sintomi possono essere numerosi e di diverso tipo, fra questi si ricordano: anemia, disturbi del ciclo, sensazione di pesantezza nella zona bassa dell’addome, frequente necessità di urinare, stitichezza, dispareunia (dolore che la donna avverte nell’area della vagina o della pelvi nel corso di un rapporto sessuale), dolore da compressione sugli organi vicini, specialmente la vescica e l’intestino, ecc.
Nel caso sia necessario intervenire chirurgicamente, si può avere l’asportazione del tumore (miomectomia) o, nei casi più gravi, l’asportazione totale dell’utero (isterectomia), soluzione preferibile nel caso di dimensioni notevoli della neoplasia o per donne in età di menopausa.
Gonorrea
Patologia comune a entrambi i sessi. Nella donna è la cervice uterina il distretto più frequentemente interessato dalla gonorrea (si parla in questo caso di cervicite gonococcica). L’epitelio vaginale è più resistente all’attacco infettivo, anche se può essere comunque colpito.
Nei soggetti di sesso femminile la sintomatologia è meno evidente che nell’uomo; spesso, addirittura, è asintomatica. È fondamentale trattare la gonorrea con tempestività per evitare un quadro di gonorrea ascendente (interessamento di tube, ovaio, endometrio ecc.). Spesso la gonorrea è associata a clamidia (patologia causata da un altro batterio); tale associazione è oltremodo pericolosa perché aumenta decisamente il rischio di complicanze.
Papilloma Virus Umano (infezione da)
Virus (HPV, Human Papilloma Virus) che appartiene al gruppo dei papovavirus. Ne esistono moltissimi sottotipi.
Il Papilloma Virus Umano è diffusissimo; a essere maggiormente interessato è il sesso femminile (si stima che circa il 75%-85% della popolazione femminile contragga il virus nel periodo fertile; il 90% circa delle infezioni virali guarisce in modo spontaneo senza che vi siano manifestazioni visibili).
Nei casi peggiori, l’infezione da HPV può determinare la trasformazione di una normale cellula dell’epitelio cervicale in una cellula tumorale maligna; i dati a disposizione mostrano che circa l’1% delle donne che risultano positive per un genotipo di HPV ad alto rischio oncogenico sviluppano un tumore al collo dell’utero.
La modalità di trasmissione più frequente è quella per via sessuale; esistono anche altre modalità, ma sono eventualità molto rare.
Il rischio di contagio da HPV può essere efficacemente ridotto tramite la vaccinazione; i vaccini disponibili risultano ovviamente più efficaci se vengono somministrati prima che il soggetto inizi ad avere rapporti sessuali.
Preeclampsia (gestosi)
Seria sindrome clinica che può fare la sua comparsa durante la seconda metà della gravidanza. Sostanzialmente si tratta di un alterato adattamento dell’organismo alla gestazione.
La patologia è caratterizzata dalla presenza di ipertensione arteriosa e proteinuria. Molto spesso a tali segni è associata la presenza di edema.
Frequentemente, in caso di gestosi, si registra un difetto di crescita del feto; tanto più la sindrome insorge precocemente, tanto più vi è il rischio che l’esito della gravidanza sia sfavorevole. La morte del feto può essere dovuta a insufficienza placentare e/o a distacco placentare.
Dopo il parto, i segni clinici della gestosi (se questa non è stata complicata da eclampsia) tendono a scomparire velocemente; ciò vale anche per le eventuali lesioni renali ed epatiche che generalmente sono reversibili e non lasciano alcun tipo di postumi. In genere la prognosi è buona per la madre, mentre per quanto riguarda il feto ciò dipende da eventuali complicanze che possono essersi verificate durante la gravidanza.
Sifilide
Ved. la descrizione della patologia nella sezione dedicata all’apparato genitale maschile.
Sindrome premestruale
In un periodo compreso fra i 7 e i 10 giorni prima della comparsa del flusso mestruale possono comparire sintomi come tensione e dolore (mastodinia) mammari, cefalea (che può essere particolarmente intensa), gonfiore addominale, malumore, depressione, nervosismo, instabilità comportamentale, ritenzione idrica ecc.
Le condizioni necessarie per poter parlare di sindrome premestruale sono essenzialmente due:
- i sintomi avvertiti devono ricorrere nella stessa fase del ciclo per almeno tre cicli consecutivi;
- presenza di un periodo asintomatico durante la prima metà del ciclo (fase follicolare).
Queste due condizioni limitano molto il numero di donne affette da questa patologia, non poi così comune come si è ritenuti a pensare.
Trichomonas vaginalis (infezione da)
Patologia provocata dalla presenza del Trichomonas vaginalis (tricomoniasi), un processo infettivo estremamente contagioso che può colpire sia uomini che donne interessando nei primi la prostata (raramente) e l’uretra (più frequentemente) e nelle seconde uretra, vagina, cervice, ghiandole parauretrali e, anche se meno frequentemente, le vie urinarie.
La trasmissione del microrganismo patogeno è generalmente causata da contatti di natura sessuale.
I segni e i sintomi più evidenti dell’infezione acuta da Trichomonas sono secrezioni vaginali biancastre in notevole quantità (leucorrea), prurito particolarmente intenso, flogosi vulvo-vaginale che porta a dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali) che con il passare del tempo ha la tendenza ad aggravarsi rendendo di fatto impossibile avere rapporti intimi. Le infezioni cronico-recidivanti sono generalmente caratterizzate da una sintomatologia più lieve.
Tumore al collo dell’utero
Una delle forme di cancro più diffuse fra le persone di sesso femminile; può essere di tipo benigno (polipo cervicale o polipo del collo dell’utero) oppure maligno; in quest’ultimo caso si parla anche di cancro della cervice o carcinoma cervicale.
Il tumore al collo dell’utero non si sviluppa dal normale tessuto cervicale, ma da zone di tessuto denominate “pre-cancerosi cervicali”; si tratta di alterazioni a carattere benigno e di tipo superficiale del tessuto che riveste la cervice e che si differenziano dal tessuto normale.
Un certo numero (circa il 15% del totale) di pre-cancerosi cervicali, quelle più gravi, si trasformano in tumore in un arco di tempo che va dai 10 ai 15 anni circa.
L’infezione da Papilloma Virus Umano è il fattore di rischio principale per lo sviluppo del tumore al collo dell’utero.
Nel caso che il tumore sia insorto, il segno che si riscontra con più frequenza è il sanguinamento anomalo; un altro segno comune di tumore al collo dell’utero può essere rappresentato da perdite vaginali anomale.
Tumore alle ovaie
Neoplasia ginecologica relativamente frequente. Nonostante esistano forme benigne, allo stato attuale, i tumori alle ovaie di matura maligna sono i tumori ginecologici che causano il maggior numero di morti anche perché i sintomi e i segni possono essere molto diversi da soggetto a soggetto.
La scelta della terapia è influenzata da vari fattori, tra i quali la sede, il grado di gravità, l’estensione, il tipo di tessuto da cui è originato il tumore, la sua velocità di crescita e lo stato di salute generale del soggetto.
Se il tumore è in uno stadio avanzato, l’obiettivo della chirurgia è quello di asportare tutta la massa tumorale macroscopicamente visibile. Data la gravità del tumore, molte donne devono essere sottoposte a chemioterapia post-chirurgica. L’utilizzo della radioterapia è riservato a quei casi nei quali il tumore fa la sua ricomparsa dopo l’intervento chirurgico e non vi siano a disposizione altre opzioni terapeutiche maggiormente indicate. In altre circostanze ha funzione palliativa.
Vaginite
Processo infiammatorio a carico della vagina. In molti casi è coinvolta anche la vulva; si parla quindi di vulvovaginite.
Il decorso della malattia può essere acuto o cronico. La vaginite può essere causata da funghi, da protozoi (per esempio Candida e Trichomonas), da batteri (per esempio Gardnerella e Chlamydia), più raramente da virus (Herpes simplex).
Talvolta all’origine della vaginite vi sono eventi che provocano la patologia in modo indiretto (per esempio reazioni di tipo allergico oppure eventi traumatici); tali eventi provocano un indebolimento della mucosa vaginale rendendola più vulnerabile agli attacchi infettivi.
Diversi sono i fattori di rischio per la vaginite. Tra questi ricordiamo l’età pre-puberale, il parto e la menopausa.
Una particolare attenzione, sia per prevenire che per curare la vaginite, va rivolta all’igiene intima che deve essere estremamente accurata.
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