La chirurgia si divide in numerose branche specialistiche che fanno riferimento a un organo (cardiochirurgia per il cuore), a una patologia (chirurgia oncologica, per i tumori), a una finalità (come per esempio la chirurgia estetica).
Spesso all’interno di una stessa specializzazione esistono ulteriori specializzazioni; per esempio in campo ortopedico si può parlare di chirurgia della mano, in campo estetico si può parlare di chirurgia del naso (gli interventi di rinoplastica), del seno ecc.
La chirurgia si può suddividere poi a seconda delle tecniche usate; si può parlare per esempio di microchirurgia quando si usa strumentazione ad alta risoluzione, come lenti telescopiche o microscopio con autofocus per l’ingrandimento del campo operatorio.
Si parla di endoscopia quando si esplora e si visualizza il corpo umano mediante un tubo ottico (endoscopio) munito di microcamere che trasmettono le immagini in uno schermo. A volte è necessario anche un intervento per creare un’adeguata via d’accesso allo strumento, come nel caso dell’artroscopia (interessa un’articolazione, per esempio quella del ginocchio) o della laparoscopia (esame endoscopico dell’addome).
Strettamente connesse con la chirurgia sono le pratiche di anestesia e rianimazione (quest’ultima in campo chirurgico si occupa del controllo e del mantenimento delle funzioni vitali del paziente).
Grazie a opportuni farmaci, principalmente l’anestesia sopprime lo stato di coscienza (della parte soggetta all’operazione o di tutto il corpo) e abolisce il dolore (analgesia). Essa è generalmente divisa in tre fasi, la fase pre-operatoria (preparazione), quella intra-operatoria (somministrazione dei farmaci anestetici e monitoraggio) e quella post-operatoria (risveglio e recupero delle funzioni vitali).
Le più comuni forme di anestesia sono:
- anestesia topica; mediante l’uso di prodotti (per esempio creme o spray) si ha un’abolizione reversibile della sensibilità in una piccola parte del corpo (solitamente la cute o una mucosa).
- Anestesia locale; come quella topica, ma prevede l’infiltrazione di anestetici nella parte interessata.
- Anestesia regionale; si ottiene l’abolizione reversibile della sensibilità mediante un’iniezione di anestetico intorno a un tronco o un plesso nervoso (anestesia tronculare o plessica), a livello midollare (anestesia subaracnoidea) o perimidollare (anestesia epidurale), in modo che il dolore proveniente dalla regione sia bloccato e non arrivi al cervello.
- Sedazione; è l’induzione di uno stato di rilassamento e di calma per mezzo di un farmaco e spesso è associata a interventi poco dolorosi e/o ad anestesie locali.
- Anestesia generale; con essa si ha la perdita totale di coscienza, una completa soppressione del dolore e un rilasciamento muscolare (che induce alla necessità di aiutare il paziente con un respiratore meccanico). I farmaci possono essere somministrati per via endovenosa o inalati dal paziente.
I trapianti
Il trapianto è un intervento chirurgico che comporta la sostituzione di un organo o di un tessuto con un altro prelevato dallo stesso soggetto (omotrapianto o autotrapianto), da un altro soggetto (allotrapianto) o da un individuo di specie diversa (xenotrapianto).
Si differenzia dal trapianto l’innesto (spesso il termine trapianto viene utilizzato impropriamente anche per gli innesti); l’innesto è il trasferimento di organi o tessuti tramite anastomosi chirurgica, cioè senza una particolare sutura che unisce vasi sanguigni dello stesso livello in modo da renderli comunicanti.
Per il sangue si parlerà di trasfusione.
Anche per quanto riguarda l’azione sul donatore c’è confusione; in genere si parla sempre di espianto, mentre è corretto definire rimozione il prelievo di organi e tessuti da donare e parlare di espianto quando per diversi motivi si rimuove chirurgicamente un organo precedentemente trapiantato.
I trapianti più comuni sono quelli di rene, cuore, fegato e polmone; meno comuni quelli di pancreas e intestino; gli innesti più diffusi sono quelli di cornea, osso, valvola cardiaca, cute e midollo osseo.
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