Il trapianto di pancreas è una procedura chirurgica che rispetto, ad altri trapianti di organo, si caratterizza per il fatto di non venire utilizzata come intervento di urgenza per salvare la vita al ricevente, bensì per cercare di prevenire o stabilizzare le gravi complicanze sistemiche causate dal diabete mellito di tipo I. Nel caso in cui le complicanze legate al diabete mellito siano direttamente determinate da una pessima omeostasi glicidica (scopo dell’omeostasi glicidica è di fornire al tessuto nervoso una quantità adeguata che ne permetta il funzionamento nonché quello di immagazzinare in alcuni organi l’eccesso di sostanze energetiche introdotte con i cibi impedendo un innalzamento dei livelli di glicemia) il ritorno del soggetto a valori normoglicemici può interrompere l’avanzamento di tali complicanze (fra cui retinopatia, neuropatia, macroangiopatia ecc.).
Il primo trapianto di pancreas è storia relativamente recente; fu eseguito nel 1966 a Minneapolis da Richard Lillehei e William Kelly. I risultati iniziali furono piuttosto deludenti, soprattutto a causa della mancanza di terapie immunosoppressive adeguate; a partire dai primi anni ’80, i notevolissimi progressi i campo chirurgico e farmacologico hanno permesso un progressivo incremento della sopravvivenza dei soggetti sottoposti a trapianto.
Effetti positivi del trapianto di pancreas
Il successo di un trapianto di pancreas viene essenzialmente valutato basandosi sulla capacità dell’organismo del soggetto ricevente di rimanere normoglicemico senza che sia necessaria la somministrazione di insulina. Se si prendono in considerazioni gli ultimi dieci anni, il tasso di successo ha avuto un incremento notevolissimo (si è passati dal 40 all’80%) e molti dei centri in cui si effettua questo tipo di trapianto riferiscono che la gran parte dei trapiantati (oltre l’85%) rimane stabilmente insulino-indipendente.
Sono ormai molti gli studi che hanno confermato gli effetti positivi del trapianto di pancreas sul metabolismo e sull’evoluzione delle gravi complicanze legate alla presenza del diabete mellito. Fin da subito dopo il trapianto, il pancreas è in grado di produrre insulina e ciò determina non solo una normalizzazione dei livelli di glucosio nel sangue, ma anche dei valori di emoglobina glicosilata (vedasi il paragrafo Emoglobina glicosilata nell’articolo Emoglobina della sezione Esami del sangue). Allo stesso tempo si osserva una normalizzazione dei prodotti metabolici intermedi (butirrato, lattato e piruvato). Grazie alla normalizzazione dei vari parametri metabolici si verifica un’influenza positiva sull’evoluzione delle complicanze legate al diabete; i vari studi compiuti hanno infatti mostrato non solo una stabilizzazione del danno alla retina, ma anche un miglioramento delle condizioni delle fibre nervose (la neuropatia è una delle complicanze più comuni del diabete mellito). Si hanno inoltre positivi effetti sui reni (nei soggetti affetti da nefropatia), sui vasi sanguigni e sulla funzione cardiaca; si assiste anche a un miglioramento degli indici relativi alla capacità contrattile del cuore nonché un miglioramento dei fattori di rischio legati all’aterosclerosi; nei pazienti trapiantati, inoltre, si registra anche una minore incidenza di ipertensione arteriosa.
Selezione del soggetto ricevente e del donatore
Va innanzitutto precisato che il trapianto di pancreas non è una procedura appropriata per tutti coloro che sono affetti da diabete mellito. Dal momento che con il trapianto di pancreas il soggetto ricevente passa dai rischi connessi alla somministrazione di insulina a quelli legati alla terapia immunosoppressiva (che nei trapiantati è vita natural durante), l’intervento è stato spesso limitato a quei soggetti che già si sottoponevano a trattamento immunosoppressore, ovvero i diabetici con insufficienza renale sottoposti a trapianto renale); ciò detto, molti centri trapianti si effettuano trapianti isolati di pancreas in soggetti diabetici che non sono affetti da nefrosclerosi diabetica terminale, ma che sono interessati da altre complicanze legate al diabete.

Il primo trapianto di pancreas è storia relativamente recente; fu eseguito nel 1966 a Minneapolis da Richard Lillehei e William Kelly.
Sempre più spesso negli ultimi anni si sono eseguiti trapianti di pancreas-rene con organi che provenivano dallo stesso donatore; il vantaggio di quest’ultima procedura è che il ricevente viene sottoposto all’induzione di alti dosaggi di immunosoppressori soltanto una volta.
I donatori di pancreas hanno generalmente un’età compresa tra i 10 e i 50 anni, ma la tendenza è quella di abbassare il limite massimo portandolo a 40; i donatori non hanno una storia di intolleranza al glucosio o di abuso cronico di bevande alcoliche.
Da poco è stata varata in Italia una legge che consente il trapianto parziale di pancreas da donatore vivente; fino a poco tempo fa, infatti, tale procedura non era consentita.
L’intervento e le eventuali complicanze
Negli ultimi anni le tecniche chirurgiche di trapianto di pancreas sono state notevolmente affinate e solitamente si esegue il trapianto dell’intero pancreas con una parte del duodeno proveniente dal medesimo donatore; questa procedura garantisce un maggior numero di cellule secernenti insulina.
L’organo viene posizionato in posizione laterale nella parte bassa dell’addome.
Le complicanze principali sono il rigetto, le infezioni e la pancreatite da trapianto (quest’ultima è un’evenienza molto frequente, ma di solito si riesce a controllarla efficacemente).
La prevenzione del rigetto richiede, come detto, una terapia immunosoppressiva a vita che è la stessa che viene impiegata nel caso di trapianto di rene.
Nei soggetti con diabete di tipo I e insufficienza renale è ormai consolidata l’indicazione a un trapianto combinato pancreas-rene.
I centri italiani nei quali si esegue il trapianto di pancreas
Italia Settentrionale
- Azienda Ospedaliero-Universitaria “San Giovanni Battista” (“Le Molinette”) di Torino
- Azienda Ospedaliera “Niguarda Ca’ Granda” di Milano
- Fondazione San Raffaele del Monte Tabor di Milano
- Azienda Ospedaliera “Ospedali Riuniti” di Bergamo
- Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova
- Azienda Ospedaliero-Universitaria “Santa Maria della Misericordia” di Udine
- Azienda Ospedaliero-Universitaria “San Martino” di Genova
- Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma
Italia Centrale
- Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana
- Policlinico Umberto I Roma
- Azienda Ospedaliera “San Camillo-Forlanini” di Roma
Italia Meridionale e Insulare
- Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico-Vittorio Emanuele” di Catania
- Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione di Palermo.
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