La tracheotomia è una manovra di tipo chirurgico che consente una comunicazione diretta tra la trachea (e conseguentemente bronchi e polmoni) e l’ambiente esterno escludendo la zona più alta delle vie respiratorie (bocca, naso, faringe e laringe).
La manovra consta sostanzialmente di due fasi; nel corso della prima fase si effettua un’apertura temporanea della parete della trachea a livello del secondo e terzo anello tracheale, mentre durante la seconda fase si provvede al collocamento di una cannula metallica detta cannula tracheale che serve a mantenere pervio il canale, impedire il collassamento dei tessuti molli e consentire il passaggio dell’aria dall’ambiente esterno ai polmoni e viceversa.
La tracheotomia è quindi un intervento che consente una giusta ventilazione a quei soggetti che, per i più svariati motivi, sono impossibilitati a respirare normalmente.
La tracheotomia non deve essere confusa con la tracheostomia; la prima, come detto, è una manovra a carattere temporaneo; infatti, una volta che la cannula viene rimossa, lo stoma tracheale (questa la definizione tecnica del foro aperto con l’intervento chirurgico) si richiude in modo spontaneo; la seconda, invece, è un intervento chirurgico che prevede un’apertura permanente; la tracheostomia viene effettuata tramite l’abboccamento della breccia tracheale alla cute cervicale; si ha quindi un contatto diretto tra il lume della trachea e l’ambiente esterno.
A chi serve
A prescindere dalle varie tecniche d’esecuzione dell’intervento, sostanzialmente possiamo essenzialmente distinguere fra due tipologie di tracheotomia: tracheotomia d’emergenza e tracheotomia elettiva.
La tracheotomia d’emergenza, nota anche come cricotirotomia, è un intervento d’urgenza che viene effettuato in un soggetto che presenta una difficoltà respiratoria di tipo acuto e sul quale non può essere eseguita la manovra di intubazione oro-tracheale.
A seconda dei casi, per accorciare il più possibile i tempi d’intervento, la tracheotomia può persino essere eseguita in corsia. Si tratta quindi un intervento fortemente condizionato dal fattore tempo e che viene eseguito incidendo la membrana cricotiroidea (una membrana fibrosa estesa dal margine inferiore della cartilagine tiroidea fino al margine superiore della cartilagine cricoidea) per poi inserire un catetere venoso periferico (ago-cannula) collegato con una sacca di ossigeno.
Dal momento che il fattore tempo è fondamentale in questo tipo di intervento, quest’ultimo non viene effettuato in anestesia generale (il che richiederebbe troppo tempo), bensì in anestesia locale.
La tracheotomia elettiva è invece un intervento non caratterizzato da particolare urgenza; lo si esegue in quei soggetti che richiedono una respirazione assistita la cui durata è eccessivamente lunga per optare per l’intubazione oro-tracheale, in coloro che devono sottoporsi a interventi demolitivi della zona testa-collo, nei soggetti che, per svariati motivi, presentano gravi deficit della deglutizione e un forte rischio ab ingestis (locuzione con la quale si fa riferimento all’inalazione non volontaria di materiale alimentare, liquido o solido che sia, che proviene dall’apparato digerente).
Di norma, la tracheotomia elettiva viene effettuata in sala operatoria e richiede tempi sicuramente più lunghi di quelli occorrenti per la tracheotomia d’emergenza; solitamente viene eseguita in anestesia generale.
I motivi che possono portare alla decisione di effettuare un intervento di tracheotomia, d’urgenza o elettiva che questa sia, sono molteplici; in alcuni casi le difficoltà respiratorie sono legate a:
- un’eccessiva presenza di muco o altre secrezioni tracheali
- ostruzioni delle vie respiratorie causate da processi infettivi, stenosi, angioedema, eventi traumatici, paralisi muscolari, tumori ecc.
- apnea ostruttiva del sonno di notevole gravità
- ustioni del cavo orale
- stenosi croniche di laringe e trachea.
A livello preventivo la tracheotomia viene praticata affinché non si verifichino ostruzioni bronchiali legate a problemi di insufficienza respiratoria o per impedire l’aspirazione del contenuto gastrico.
Infine, la tracheotomia viene richiesta per quei soggetti che necessitano di ventilazione continua a causa di un problema cronico di insufficienza respiratoria e in coloro nei quali è improponibile effettuare un’intubazione endotracheale.

La tracheotomia è un intervento che consente una giusta ventilazione a quei soggetti che, per i più svariati motivi, sono impossibilitati a respirare normalmente.
Tracheotomia – Possibili conseguenze
La tracheotomia è un intervento molto comune, ma non per questo è esente da rischi o da problematiche più o meno gravi, in particolar modo nel caso della tracheotomia d’emergenza.
Per quanto riguarda il rischio di morte legato all’intervento in questione, si stima una percentuale inferiore al 5%, il rischio è quindi relativamente basso, ma non nullo.
Le problematiche legate all’intervento possono verificarsi sia nel breve che nel lungo termine.
Fra i rischi a breve termine i più frequenti sono disfonia, lesioni esofagee, emorragia grave, ulcerazioni cutanee, ulcerazioni della mucosa tracheale, enfisema sottocutaneo, pneumotorace, processi infettivi legati all’incisione effettuata durante l’operazione chirurgica, formazione di fistole tracheali o esofagee, stenosi tracheale, dilatazione tracheale, ostruzioni della cannula tracheale provocate da coaguli di sangue o di muco ecc.
Fra i problemi che possono verificarsi nel medio o nel lungo termine si registrano disfagia, danni tracheali, formazione di tessuto cicatriziale, processi infettivi, mancata chiusura spontanea dello stoma tracheale (il rischio si fa più elevato nel caso che la cannula tracheale viene rimossa dopo un periodo superiore ai quattro mesi), ostruzioni della cannula, erosioni cutanee e stenosi tracheale.
Il periodo post-intervento richiede un’attenta assistenza del paziente. Com’è facile intuire, allo scopo di ridurre al minimo il rischio di infezioni batteriche, sia la cannula sia la zona circostante lo stoma tracheale devono essere mantenute costantemente e particolarmete pulite; si deve inoltre monitorare in modo costante la meccanica respiratoria e verificare che la pervietà delle vie respiratorie sia ottimale.
In linea generale è fondamentale cercare, nei limiti del possibile, di evitare che si possano verificare complicanze a breve o a lungo termine, in particolar modo le infezioni batteriche e i problemi ab ingestis.
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