La pericardiocentesi è una procedura medica invasiva con la quale si procede all’aspirazione del liquido in eccesso dal pericardio (versamento pericardico); il liquido in eccesso comprime le cavità cardiache, compromette il riempimento del cuore e, conseguentemente, riduce la portata cardiaca (tamponamento cardiaco).
La durata della procedura varia da caso a caso, si va da 20 ai 60 minuti circa.
Indicazioni alla pericardiocentesi
Oltre che in caso di tamponamento cardiaco, la pericardiocentesi può essere effettuata con finalità diagnostiche per sottoporlo a esami di vario tipo (chimico-fisico, citologico, batteriologico ecc.) nel caso in cui si sospetti la presenza di processi infettivi o tumorali.

La pericardiocentesi è una procedura medica invasiva con la quale si procede all’aspirazione del liquido in eccesso dal pericardio
Tecnica
Si distinguono due tipi di tecnica:
- pericardiocentesi chiusa
- pericardiocentesi aperta.
Quest’ultima tecnica viene utilizzata meno frequentemente come approccio primario, ma consente un miglior drenaggio e l’esecuzione di un’eventuale biopsia del tessuto pericardico.
La pericardiocentesi viene effettuata nel reparto di terapia intensiva o, comunque, in un ambiente ove sia possibile effettuare un continuo monitoraggio dell’elettrocardiogramma e della pressione arteriosa e, ovviamente, dove si possa controllare in modo adeguato un’eventuale situazione di emergenza.
Il liquido in eccesso viene aspirato con un ago; questo viene generalmente inserito nell’angolo costo-sternale, ovvero nell’angolo tra la parte terminale dello sterno e l’inserzione a questo dell’ultima costa.
La zona di inserimento dell’ago deve essere accuratamente disinfettata dopodiché si praticherà un’anestesia locale. La procedura viene effettuata sotto guida ecocardiografica. A seconda dei casi può essere lasciato un drenaggio per diversi giorni per effettuare eventuali nuove aspirazioni e monitorare la velocità con cui si forma del nuovo liquido.
Pericardiocentesi: complicazioni
La pericardiocentesi viene effettuata da personale molto esperto ed è una procedura efficace e sicura nella gran parte dei casi. Si tratta comunque di una tecnica invasiva e non è esente da complicazioni; le principali sono:
- puntura accidentale di un vaso coronarico (l’eventualità più rischiosa)
- emopericardio (accumulo di sangue nel cavo pericardio a causa della puntura di un vaso o di una camera cardiaca; richiede un drenaggio pericardico; nei casi più gravi potrebbe essere necessaria un’esplorazione chirurgica)
- reazione vaso-vagale (è forse l’eventualità più comune; si caratterizza per l’insorgenza di bradicardia, ipotensione arteriosa e nausea; è facilmente gestibile)
- pneumotorace (è un’eventualità piuttosto rara che si verifica per la puntura accidentale di un polmone).
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