La laparoscopia è una tecnica diagnostico-chirurgica caratterizzata da una minima invasività. Con la laparoscopia infatti, a differenza di quanto avviene con la chirurgia tradizionale, non è necessaria l’apertura dell’addome (laparatomia) per avere accesso alla cavità peritoneale. Per effettuare questo tipo di intervento sono infatti sufficienti poche incisioni che variano da 0,5 a 1 cm circa; attraverso queste incisioni vengono poi fatti passare dei tubi detti trocar il cui calibro varia dai 5 a 10 mm circa.
Si tratta di una tecnica relativamente recente; la nascita ufficiale della laparoscopia moderna infatti viene fatta risalire al 1987 e la sua ideazione viene attribuita a un chirurgo francese, Philippe Mouret (1938-2008).
Nota – La laparoscopia è nota anche come video-laparo-chirurgia oppure, anche se più raramente, peritoneoscopia, celioscopia o addominoscopia.
Come funziona la laparoscopia
L’addominoscopia è sostanzialmente un intervento chirurgico effettuato senza ricorso alla laparatomia; per prima cosa è necessario, attraverso un trocar o un ago di Verres, insufflare gas (generalmente è anidride carbonica, ma viene utilizzato anche il protossido di azoto) nella cavità addominale. L’introduzione di gas è necessaria a creare uno spazio tale da consentire di manovrare al meglio gli strumenti chirurgici che verranno utilizzati in seguito.
Per visualizzare la cavità addominale è necessario il laparoscopio, quest’ultimo è uno strumento costituito da un tubo rigido dal quale passano delle fibre ottiche che consentono di visualizzare i visceri che si trovano all’interno della cavità nella quale si dovrà operare (cavità peritoneale, spazio prevescicale, spazio retroperitoneale ecc.). Al laparoscopio è collegata una telecamera e le immagini che giungono a essa vengono trasferite a un monitor. Inserita la telecamera si provvede al posizionamento di quei trocar attraverso i quali saranno fatti passare gli strumenti chirurgici.
I vantaggi
Quali sono i vantaggi della laparoscopia rispetto agli interventi di chirurgia tradizionale? Sostanzialmente potremmo riassumerli nei seguenti punti:
- l’intervento di laparoscopia è caratterizzato da una notevole riduzione del trauma chirurgico. Ciò è da attribuirsi al fatto che le ferite chirurgiche sulla parete addominale sono drasticamente ridotte rispetto alla tradizionale ferita chirurgica. Decisamente ridotto è anche il rischio di laparocele (un laparocele è un difetto della parete addominale che può verificarsi in seguito a un intervento chirurgico. È un’evenienza che si presenta in circa il 10% delle incisioni chirurgiche addominali). Le ridotte dimensioni delle ferite addominali comportano anche un notevole vantaggio anche dal punto di vista estetico.
- Un intervento chirurgico effettuato in laparoscopia comporta un dolore post-operatorio sicuramente inferiore rispetto a quello che si prova dopo un intervento chirurgico tradizionale.
- La non apertura dell’addome si traduce anche in un minor trauma per gli organi addominali; risulta quindi decisamente migliore il decorso post-operatorio; anche la ripresa della funzionalità intestinale avviene in tempi più rapidi.
- Negli interventi in laparoscopia le perdite ematiche risultano decisamente minori sia perché le ferite sono meno estese sia perché l’intervento laparoscopico richiede un’accurata emostasi in corso d’intervento (con un sanguinamento importante non sarebbe possibile avere una visione ottimale perché il sangue oscurerebbe la telecamera).
- Con la laparoscopia risulta ridotto il rischio di infezione delle ferite, rischio ovviamente maggiore negli interventi “aperti”. Si stima che la percentuale delle infezioni relative alle incisioni effettuate durante gli interventi in laparoscopia sia inferiore allo 0,5%.
- Con la laparoscopia risultano ridotte le possibilità di aderenze viscerali post-operatorie. Ciò è dovuto al fatto che in questo tipo di interventi la manipolazione risulta decisamente inferiore.
- La ripresa globale post-operatoria è decisamente migliore per gli interventi in laparoscopia.
- Risulta facilitata anche la ripresa di un normale regime alimentare (la dieta diventa libera già dal terzo giorno dopo l’intervento).
Per quanto riguarda la morbilità e la mortalità post-operatorie, i dati disponibili indicano una sostanziale sovrapponibilità fra laparoscopia e chirurgia tradizionale. Gli interventi di particolare complessità effettuati in laparoscopia possono risultare più lunghi.

Rispetto a un intervento di chirurgia tradizionale, l’intervento di laparoscopia è caratterizzato da una notevole riduzione del trauma chirurgico.
Indicazioni alla laparoscopia
Negli ultimi anni le indicazioni alla laparoscopia sono decisamente aumentate. Con questa metodica infatti è possibile trattare un numero di patologie decisamente elevato e sarebbe improbo stendere un elenco veramente esaustivo in tal senso. Ci limitiamo pertanto a indicare quei settori chirurgici nei quali, per determinate malattie, è possibile usufruire di tale tecnica:
- chirurgia del fegato
- chirurgia della colecisti e della via biliare
- chirurgia del pancreas
- chirurgia delle ghiandole surrenali
- chirurgia dell’esofago
- chirurgia di stomaco e duodeno
- chirurgia della milza
- chirurgia dell’intestino tenue
- chirurgia dell’appendice
- chirurgia del colon
- chirurgia del retto
- chirurgia della parete addominale
- chirurgia dell’apparato urinario
- chirurgia dell’apparato riproduttivo femminile
- chirurgia dell’obesità grave (chirurgia bariatrica)
- chirurgia d’urgenza.