L’estrazione dentale (anche avulsione dentale) è una procedura chirurgica, più o meno complessa a seconda dei casi, con la quale si asporta un dente dalla cavità presente nelle ossa mascellari che lo ospita (alveolo dentario).
In passato, il ricorso all’estrazione dentale era piuttosto comune, mentre adesso è un’extrema ratio alla quale si ricorre quando non esiste alcuna possibilità di intervenire diversamente utilizzando altri mezzi (apicectomia, devitalizzazione, otturazione ecc.). Ciò non vale per i denti del giudizio sui quali la pratica dentistica è da sempre divisa tra due approcci in antitesi fra loro: alcuni ritengono che si debbano sempre (o quasi sempre) togliere in quanto sono elementi dentari inutili e potenziale fonte di problemi, altri, invece, sposano una linea “conservativa”; ritengono cioè che debbano essere estratti soltanto in caso di effettiva necessità, ovvero se sono fastidiosi oppure cariati.
Estrazione dentale: quando è necessaria?
Senza considerare la questione dei denti del giudizio che fa storia a sé, l’estrazione dentale viene suggerita nei seguenti casi:
- parodontite in fase avanzata (quando la parodontite, nota popolarmente come piorrea, si trova nelle sue fasi più avanzate, l’estrazione di uno o più elementi dentari è spesso necessaria allo scopo di prevenire un peggioramento della patologia.
- Affollamento dentale (quando non sia possibile intervenire con un apparecchio dentale).
- Denti sovrannumerari (è un fenomeno noto anche come iperdonzia e tende maggiormente a colpire il sesso maschile; nell’80% dei casi è presente un solo dente in più – ricordiamo che il numero normale di denti è 32 – ma non mancano anche casi di più sovrannumerari; in questi casi è necessario intervenire perché l’iperdonzia è causa di denti storti e malocclusione dentale).
- Inclusione dentale – Si parla di denti inclusi per indicare gli elementi dentari imprigionati totalmente o parzialmente nella gengiva; si tratta di un fenomeno che può dare dolore o creare problemi al corretto sviluppo della dentatura.
- Mancata caduta dei denti da latte (di norma i denti da latte finiscono di cadere quando si arriva all’età di 13 anni; se ciò non si verifica c’è il rischio di un ostacolo al corretto sviluppo della dentizione definitiva con conseguenti problemi di malocclusione o inclusione).
- Denti colpiti da carie, pulpite o ascesso dentale non altrimenti trattabili (l’estrazione diventa l’unica possibilità per impedire lo sviluppo di un’infezione negli elementi dentali o nelle strutture vicine.
- Denti colpiti da granuloma o da cisti dentale non trattabili con un’apicectomia (in questi casi è necessario intervenire perché si tratta di condizioni patologiche potenzialmente in grado di dar luogo a processi infettivi gravi a carico delle ossa portanti o, cosa ancora più grave, a setticemia).
- Denti scheggiati non recuperabili.
È di stretta competenza del dentista stabilire l’opportunità di un’estrazione dentale; lo specialista infatti non deve valutare soltanto la situazione dei denti, ma anche lo stato di salute generale del paziente; per quanto l’estrazione dentale sia una procedura comune per un dentista, si tratta pur sempre di un intervento chirurgico e, come tale, non è esente da rischi che dipendono anche dalle condizioni generali della persona che vi si sottopone (si pensi in particolar modo a coloro che sono affetti da diabete mellito, disturbi della coagulazione o problemi cardiovascolari).
Tipologie di estrazione dentale
Si distinguono due tipi di estrazione dentale;
- estrazione dentale semplice
- estrazione dentale chirurgica.
Nell’estrazione dentale semplice si incide, aiutandosi con uno strumento noto come sindesmotomo, il legamento che collega il dente al suo alveolo; in seguito, con l’aiuto di apposite leve, si rimuove la radice e infine, con movimenti laterali di ampiezza crescente, il dente, bloccato con pinze o tenaglie da estrazione, viene estratto. Per denti con una sola radice, piccoli movimenti di rotazione sul loro asse possono essere sufficienti per completare il distacco dei legamenti.
All’estrazione dentaria chirurgica si ricorre quando non esiste la possibilità di procedere effettuando quella semplice (per esempio quando le radici del dente sono fratturate o nel caso di un dente del giudizio inferiore incluso, situazione che può richiedere la trapanazione dell’osso lungo il fianco esterno del dente, oppure, ancora, nel caso di un dente del giudizio o di un canino superiore inclusi).
Precauzioni e altre informazioni
Di norma, prima di procedere con un’estrazione dentale particolarmente problematica è necessario svolgere alcuni accertamenti radiografici. Lo specialista deve essere informato dal paziente sulle condizioni generali di salute e relativamente all’assunzione di determinati farmaci e riguardo all’eventuale presenza di allergie a medicinali o a materiali. Il dentista deve anche essere informato di un’eventuale gravidanza, certa o anche solo sospetta.
L’intervento di estrazione dentale viene praticato in anestesia locale quindi, a cose normali, il paziente non avvertirà dolore; saranno invece inevitabili la sensazione di pressione e di trazione dovute ai movimenti effettuati dal medico sull’elemento dentale da rimuovere. Se si avverte dolore durante l’estrazione è necessario informare il dentista.

È di stretta competenza del dentista stabilire l’opportunità di un’estrazione dentale; lo specialista infatti non deve valutare soltanto la situazione dei denti, ma anche lo stato di salute generale del paziente
L’estrazione dentale non è scevra da complicanze; l’evenienza è rara, ma pur sempre possibile. Fra le complicanze più comuni vi sono la comparsa di alveolite (processo infiammatorio che colpisce l’osso alveolare, ovvero la parte ossea che circonda la radice del dente), ascesso dentale, cisti dentale e granuloma.
La prevenzione delle complicanze passa attraverso un’accuratissima igiene dentale aiutata con collutori a base di clorexidina nei giorni che precedono l’intervento. Comune la prescrizione di una cura antibiotica a scopo profilattico da seguire prima dell’intervento; lo scopo è quello di ridurre al minimo il rischio di un’infezione batterica.
Costo
Il costo di un’estrazione dentale può variare molto da uno studio dentistico all’altro: in linea di massima si va da un minimo di 50 Euro a un massimo di 200 Euro.
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