Il coma farmacologico è una condizione indotta dai medici per finalità terapeutiche; è noto anche come coma indotto o coma artificiale; è uno stato reversibile di profonda incoscienza che non deve essere confuso con il coma patologico (noto più semplicemente come coma), uno stato di non responsività dal quale il paziente non può essere risvegliato e che è generalmente causato da forti traumi cerebrali, patologie del sistema nervoso, intossicazioni da sostanze stupefacenti, patologie metaboliche in stato avanzato ecc.
La decisione di ricorrere al coma farmacologico non viene mai presa a cuor leggero ed è una strada che i medici decidono di intraprendere quando il paziente è in gravissime condizioni di salute o non ha risposto nel modo sperato ad altri tipi di terapia.
Sia il coma farmacologico che quello patologico possono dar luogo a complicazioni anche molto severe fra cui le piaghe da decubito, la malattia tromboembolica, la polmonite da aspirazione ecc.
I soggetti che si trovano in stato di coma (sia questo indotto o patologico) devono essere continuamente monitorati e necessitano di supporto per la respirazione e per l’alimentazione.

Le circostanze che possono indurre al ricorso al coma farmacologico sono diverse; principalmente vi si ricorre nel corso degli interventi chirurgici per ridurre le risposte riflesse allo stress e la sensibilità agli stimoli dolorosi
Quando si ricorre al coma farmacologico?
Le circostanze che possono indurre al ricorso al coma farmacologico sono diverse; principalmente vi si ricorre nel corso degli interventi chirurgici per ridurre le risposte riflesse allo stress e la sensibilità agli stimoli dolorosi.
Nelle unità di terapia intensiva viene utilizzata per proteggere l’encefalo nel caso di condizioni patologiche particolarmente gravi; è per esempio il caso di ustioni molto estese, edema cerebrale, avvelenamento, prolungata carenza di ossigeno a livello encefalico, shock settico, rottura di un aneurisma cerebrale ecc.; viene utilizzato anche nel caso di interventi di neurochirurgia maggiore; rappresenta inoltre l’extrema ratio in caso di epilessia refrattaria.
Come si induce il coma farmacologico?
Il coma farmacologico viene indotto ricorrendo ad associazioni di barbiturici, benzodiazepine, oppiacei e propofol (un anestetico ipnotico).
La procedura di induzione del coma è un’operazione particolarmente delicata e deve essere eseguita da personale esperto nei reparti di terapia intensiva.
I farmaci che sono impiegati per il coma artificiale agiscono riducendo il metabolismo e le richieste di ossigeno da parte dell’encefalo; ciò garantisce al resto dell’organismo maggiori risorse e favorisce il recupero del paziente.
Rischi e complicanze del coma farmacologico
In molte circostanze il ricorso al coma farmacologico è una procedura necessaria e la sua efficacia è comprovata; ciononostante non è esente da rischi (ipotensione causata da barbiturici e benzodiazepine) e complicanze di vario tipo legate per lo più all’immobilizzazione del paziente (principalmente piaghe da decubito, malattia tromboembolica e polmonite da aspirazione).
Allo scopo di ridurre i rischi di grave ipotensione arteriosa, i medici impiegano farmaci che alzano la pressione arteriosa in modo da mantenerla entro il range di normalità.
Dopo il loro risveglio, molti soggetti che sono stati sottoposti a coma farmacologico riferiscono di esseri stati vittime di incubi e allucinazioni.
Gestione del paziente in coma farmacologico
Le condizioni dei pazienti in coma farmacologico devono essere continuamente monitorate allo scopo di prevenire complicanze e peggioramenti delle condizioni di salute.
I pazienti in coma indotto respirano con l’aiuto di un supporto per la respirazione (ventilazione meccanica) e vengono nutriti con un sondino.
Risveglio dal coma farmacologico
La durata del coma farmacologico varia da caso a caso e dipende ovviamente dalla gravità della situazione che ne ha richiesto il ricorso; la decisione di risvegliare il paziente, interrompendo le somministrazioni farmacologiche, viene presa dai medici quando ritengono che le condizioni di salute del paziente siano migliorate a tal punto che il coma indotto non sia più necessario.
Per favorire il ritorno a una vita normale, dopo un periodo di coma indotto, è necessario ricorrere a interventi riabilitativi sia fisici (fisioterapia) che psicologici (terapia occupazionale e psicoterapia).
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