I vaccini sono preparazioni costituite da un agente patogeno ucciso o attenuato oppure da alcuni loro antigeni importanti o anche da sostanze che determinati microrganismi producono e che vengono opportunamente trattate per privarle della loro tossicità. La somministrazione di un vaccino viene detta vaccinazione. Le sostanze che costituiscono un vaccino sono quindi antigeni che vengono usati al fine di stimolare il sistema immunitario simulando un processo infettivo (stimolano cioè il sistema immunitario a “dare una risposta”, che è detta adattativa). Le vaccinazioni di tipo profilattico agiscono simulando un primo contatto con determinati microrganismi infettivi “preparando” l’organismo a una reazione efficiente nel caso in cui esso incontri effettivamente i microrganismi in questione; sfruttano quindi la più caratterizzante proprietà della risposta adattativa, la cosiddetta memoria immunologica. In alcuni casi la memoria va “aiutata” ed è per questo motivo che dopo la prima vaccinazione vengono effettuati i cosiddetti richiami, ovvero si ripete una o più volte, a seconda dei casi, una determinata somministrazione vaccinale a una certa distanza di tempo.
Prima di immettere un vaccino sul mercato vengono compiuti opportuni test per verificarne qualità e sicurezza. Sostanzialmente esistono tre categorie di vaccini: vivi attenuati, inattivati, a subunità.
I vaccini vivi attenuati vengono ottenuti da microrganismi vivi, ma resi incapaci di provocare la patologia, quelli inattivati vengono prodotti utilizzando microrganismi uccisi tramite esposizione a fonti di calore oppure utilizzando opportune sostanze chimiche, mentre quelli a subunità vengono prodotti usando molecole appartenenti all’agente infettivo; questi particolari vaccini sono incapaci di provocare la patologia (le molecole utilizzate rappresentano solo una parte dell’organismo patogeno), ma sono in grado di stimolare il meccanismo immunitario.
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