Camomilla è il nome comune di una pianta, la Matricaria chamomilla, un’erbacea della famiglia delle Asteracee. Esiste anche la versione romana (Anthemis nobilis), meno pregiata perché ha minori proprietà antispastiche e sedative. Il nome latino deriva dal temine matrix (che significa utero), con riferimento agli effetti che questa pianta ha sulla muscolatura di quest’organo femminile.
Utilità della camomilla in gravidanza
Il piacere di bere una bella tazza di camomilla ha molti benefici, ben conosciuti, per il benessere fisico e psichico. Per una donna incinta, la camomilla può essere utile per i seguenti scopi:
- migliorare la qualità del sonno: se assunta prima di dormire, la camomilla può aiutare a dormire meglio grazie al suo blando effetto sedativo. La sua efficacia naturalmente non è paragonabile ad altri preparati o farmaci per curare l’insonnia, il cui uso però è spesso sconsigliato in gravidanza.
- Alleviare il dolore provocato da crampi muscolari: poiché i crampi muscolari sono frequenti in gravidanza, la camomilla può essere un valido aiuto grazie al suo contenuto di glicina, un aminoacido non essenziale, e di apigenina, un flavonoide con proprietà antispasmodiche.
- Contrastare l’ansia e migliorare il rilassamento. La camomilla ha un effetto calmante anche sullo stress, anche se non è ben chiara la causa. Spesso, il semplice momento di relax quando si beve una buona tazza di camomilla è già di per sé un buon metodo per recuperare calma e benessere mentale.
- Aiutare la digestione alleviando dolori e spasmi dello stomaco, grazie sempre alle sue caratteristiche antispasmodiche e lenitive.
Altri benefici riportati spesso in Rete (come la capacità di migliorare le difese immunitarie e quella di favorire la prevenzione di patologie cardiache o addirittura tumorali, legate al contenuto di antiossidanti, flavonoidi – quercimetrina ed eupatuletina – e di bisabololo, un alcol naturale) non sono supportati da risultati consolidati della ricerca scientifica.
Camomilla: si può bere in gravidanza?
Nonostante quanto sopra riportato, bere la camomilla in gravidanza deve esser fatto con attenzione, perché il suo utilizzo ha anche qualche controindicazione. Infatti, un consumo, specie se regolare ed eccessivo, può indurre in soggetti predisposti contrazioni uterine e, in linea di principio, provocare un parto prematuro o l’aborto. Inoltre il suo consumo, come quello d’infusi di molte altre erbe, può innescare reazioni allergiche, una situazione che andrebbe evitata in gravidanza. Infine, interagisce con alcuni farmaci, principalmente anestetici e anticoagulanti, che potrebbero essere somministrati nel caso di un parto cesareo.

Per una donna incinta, la camomilla può essere utile per diversi scopi, ma esistono anche controindicazioni
Per questi motivi, è possibile bere la camomilla in gravidanza con moderazione: per un consumo regolare, è preferibile chiedere al ginecologo per escludere problematiche individuali all’assunzione di questa bevanda.
Si ricorda inoltre che anche la camomilla, al pari di moltissime erbe, ha un contenuto, seppur minimo, di caffeina. Nel caso fosse necessario escluderla in gravidanza, è possibile lasciare in infusione le bustine per due minuti e poi buttare l’acqua, ripetendo l’infusione una seconda volta. Questo perché la caffeina è rilasciata nei primissimi minuti d’infusione. Si consiglia inoltre di verificare attentamente gli ingredienti del preparato, per escludere che contenga altre erbe sconsigliate in gravidanza, come in molti prodotti commerciali d’infusi a base di camomilla (ma cui sono aggiunti altri ingredienti).
Camomilla e allattamento
Il consumo di camomilla durante l’allattamento al seno è sicuro per la madre e il piccolo e può essere fatto senza problemi.
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