L’acidità di stomaco in gravidanza è un problema di frequente riscontro, in particolar modo negli ultimi tre-quattro mesi della gestazione.
Nel corso della prima parte della gravidanza il fastidioso disturbo è da addebitarsi all’incremento dei livelli di progesterone, circostanza che è causa sia di un rallentamento dei processi digestivi, sia di una riduzione più o meno marcato del tono dello sfintere situato tra esofago e stomaco.
Trascorsi i primi quattro mesi di gravidanza, poi, il feto inizia ad aumentare di dimensioni e si registra un aumento della pressione esercitata sulle pareti dello stomaco con conseguente aggravamento del disturbo dal momento che ciò favorisce la risalita degli acidi in esofago.

L’acidità di stomaco in gravidanza è un problema di frequente riscontro, in particolar modo negli ultimi tre-quattro mesi della gestazione.
Acidita di stomaco in gravidanza: quali rimedi?
L’acidità di stomaco viene spesso trattata ricorrendo a rimedi farmacologici, ma nel corso della gravidanza è necessaria una certa cautela; eventuali assunzioni di farmaci per ridurre acidità e bruciori di stomaco devono essere effettuate soltanto se autorizzate dal proprio medico curante (vedasi Farmaci in gravidanza).
È comunque possibile intervenire con altre modalità, evitando quindi di assumere medicinali; di seguito alcuni suggerimenti che potranno se non eliminare, almeno alleviare la fastidiosa sintomatologia:
- si evitino i pasti eccessivamente abbondanti (in particolar modo si faccia attenzione a quelli serali);
- si evitino (o comunque si riducano drasticamente) le assunzioni di alimenti eccessivamente grassi, condimenti troppo elaborati, alcol e bevande contenenti caffeina;
- si eviti di sdraiarsi o di andare a letto subito dopo i pasti; un’attività fisica compatibile con la propria condizione faciliterà la digestione;
- si evitino i movimenti che causano un aumento della pressione addominale (per esempio le flessioni del busto);
- si indossino abiti molto comodi evitando quelli eccessivamente stretti in vita;
- si alzi di circa una quindicina di cm la testiera del letto durante il riposo notturno.
Nel caso che, nonostante gli accorgimenti soprariportati, la situazione si faccia insostenibile, si dovrà consultare il proprio medico curante che provvederà a prescrivere farmaci che riducano l’intensità del problema senza danneggiare il feto.
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