VES è un acronimo che sta per velocità di eritrosedimentazione (velocità di sedimentazione degli eritrociti, ovvero dei globuli rossi). La VES è un esame del sangue di facile esecuzione e poco costoso con il quale si valuta la velocità di sedimentazione dei componenti corpuscolari del sangue (vale a dire globuli rossi, globuli bianchi e piastrine), ossia il tempo che questi impiegano per separarsi dal plasma (la parte liquida del sangue).
Cosa significa
La velocità di eritrosedimentazione è uno degli esami del sangue che più spesso vengono richiesti dai medici di base che, in molti casi, probabilmente, ne sopravvalutano l’importanza. Gli scopi di tale richiesta sono essenzialmente tre:
- verificare l’eventuale presenza di un processo infiammatorio;
- valutare il decorso o lo stato di attività di una patologia;
- individuare l’eventuale presenza di processi patologici occulti.
I limiti dell’esame
Come già abbiamo accennato in precedenza, l’importanza della VES viene spesso sopravvalutata. Questo esame, introdotto nella diagnostica di laboratorio quasi un secolo fa ha sicuramente aspetti interessanti, ma non si possono non ricordare alcuni suoi limiti.
Il maggior limite a della VES è, senza ombra di dubbio, la sua aspecificità; il valore della VES, infatti, può risultare alterato in un numero elevatissimo di condizioni patologiche totalmente diverse l’una dall’altra; il test non è nemmeno in grado fornire indicazioni certe né sull’andamento di una malattia né sul sito coinvolto dal processo infiammatorio e nemmeno sulla tipologia di malattia infiammatoria in corso (acuta o cronica); non a caso la si associa generalmente ad altri esami (per esempio la PCR).
Si deve rilevare inoltre che l’alterazione del valore non sempre è proporzionata alla gravità della malattia; in altri termini: possono verificarsi importanti alterazioni della VES anche quando la patologia in atto è piuttosto banale o, al contrario, l’alterazione può essere non particolarmente accentuata pur in presenza di un quadro patologico di una certa severità.
Come se non bastasse, non è detto che, se vengono rilevati valori normali di VES, si possa escludere la presenza di una qualsivoglia patologia.
Viene quindi da chiedersi perché, considerando quanto detto sopra, si faccia ancora un notevole ricorso alla valutazione della velocità di eritrosedimentazione.
Probabilmente la spiegazione risiede principalmente nei seguenti fattori: il suo basso costo, la facilità e la rapidità nella sua esecuzione e, nonostante tutto, la sua capacità (pur nella sua aspecificità) di segnalare (anche se non sempre, ricordiamolo) la presenza di una condizione di anormalità che potrà essere individuata in modo più preciso attraverso l’esecuzione di ulteriori analisi.
Può sembrare paradossale, ma la richiesta della valutazione della VES appare di maggiore utilità se eseguita, a livello di screening, in un soggetto sano (perlomeno apparentemente) piuttosto che come metodologia di controllo dell’andamento della patologia in un soggetto malato.
In altri termini, la VES può avere un senso nel momento in cui la si usa come test per decidere se è il caso di procedere con l’esecuzione di altri esami diagnostici.
Esame VES: i metodi
L’esame (effettuato su del sangue reso incoagulabile e posto in una provetta graduata di piccolo calibro tenuta in posizione verticale) si basa sul fatto che, fisiologicamente, gli eritrociti (i globuli rossi) hanno la tendenza a rimanere in sospensione se rimangono separati gli uni dagli altri; in questa condizione la loro sedimentazione è molto scarsa. Se invece gli eritrociti si aggregano costituendo degli ammassi cellulari (che vengono detti rouleaux), sedimentano con maggiore rapidità.
Il fenomeno è maggiore in rapporto alla grandezza degli aggregati; tale fenomeno viene ostacolato dalle cariche elettriche di membrana degli eritrociti, mentre viene facilitato dalle proteine dell’infiammazione (in particolar modo la proteina C reattiva, il fibrinogeno, le IgM ecc.).
Di fatto, la velocità di eritrosedimentazione dipende dall’equilibrio esistente fra i fattori che inducono la sedimentazione (per esempio le “proteine dell’infiammazione”) e quelli che la inibiscono (la carica negativa di membrana dei globuli rossi).
La sedimentazione degli aggregati avviene in tre fasi; la prima è quella della formazione, la seconda è quella di un’ulteriore aggregazione fra rouleaux e la terza è quella dell’accelerazione della sedimentazione, fase nella quale gli aggregati finiscono per accumularsi nella provetta utilizzata per l’esame.
Sono due i metodi utilizzati per la misurazione della VES: il metodo Wintrobe e il metodo Westergren; quest’ultimo, che consiste nel porre il sangue diluito con citrato di sodio in una provetta graduata e misurare in millimetri il sedimento formatosi dopo un’ora, è il metodo più utilizzato ed è ormai considerato lo standard.

La VES è un esame del sangue di facile esecuzione e poco costoso con il quale si valuta la velocità di sedimentazione dei componenti corpuscolari del sangue
Indice di Katz
In passato venivano utilizzati anche altri metodi per misurare la VES: la VES a due ore e l’indice di Katz (dal nome del chimico Johann Rudolf Katz), ma ormai tali metodiche sono cadute in disuso ed è da molto tempo che non vengono più utilizzate.
Indice di Katz = (VES(1 ora) + VES (2 ore)/2)/2.
I valori della VES
Come nel caso di altri esami di laboratorio il range di normalità della velocità di eritrosedimentazione varia sia in base alla fascia di età sia al sesso; anche in soggetti clinicamente sani, infatti, la VES mostra, con l’avanzare dell’età cronologica, un incremento lento, ma che rimane definitivo; i valori della VES poi risultano lievemente superiori nelle donne.
Un fattore di cui bisogna tenere conto quando si valutano i valori della velocità di eritrosedimentazione è l’anemia; la velocità di eritrosedimentazione, infatti, risulta più elevata in un soggetto anemico (il valore della VES è inversamente proporzionale a quello dell’ematocrito). Altri fattori che influenzano la VES sono poi la forma e il volume dei globuli rossi.
Prima del prelievo si consiglia di digiunare per 8 ore.
VES alta
Sono diverse le condizioni che possono determinare un aumento dei valori della VES:
- Allergia acuta (fra 20 e 50)
- Anemia (fra 20 e 50)
- Artrite reumatoide (>50)
- Artrite settica (>90)
- Artrosi (fra 20 e 50)
- Ascessi (>90)
- Carcinomi della mammella e del polmone (>50)
- Colangite (>90)
- Colecistite (fra 20 e 50)
- Colite ulcerosa (fra 20 e 50)
- Encefalite (>90)
- Febbre reumatica (fra 50 e 90)
- Glomerulonefrite acuta (fra 50 e 90)
- Gotta (fra 20 e 50)
- Gravidanza (fra 20 e 50)
- Ictus (fra 50 e 90)
- Infarto del miocardio (fra 50 e 90)
- Infarto polmonare (>90)
- LES e morbo di Hodgkin (a seconda del grado di attività della malattia)
- Leucemie (>90)
- Linfomi (>50)
- Malattie infettive varie (inferiori a 90)
- Meningite acuta (>90)
- Mestruazioni (fra 20 e 50)
- Mieloma multiplo (>90)
- Mononucleosi (fra 50 e 90)
- Morbo di Crohn (fra 50 e 90)
- Osteomielite (>90)
- Pielonefrite (>90)
- Polmonite (>90)
- Post partum (fra 20 e 50)
- Processi infiammatori
- Sarcoidosi (fra 50 e 90)
- Tromboflebite (>90)
- Tubercolosi (fra 50 e 90)
- Uremia (>90).
VES bassa
La VES può risultare più bassa a causa della presenza delle sottoelencate condizioni:
- Anemia grave
- Anticoagulanti
- CID
- Drepanocitosi
- Malnutrizione
- Necrosi epatica
- Policitemia vera
- Shock anafilattico
- Trichinosi.
I valori normali
Se si utilizza il metodo di Wintrobe il valore normale della velocità di eritrosedimentazione non supera i 2 mm nel neonato, nel maschio adulto arriva a 10 mm, nella femmina adulta a 15 mm, mentre nell’anziano può superare i 20 mm.
Se invece il metodo utilizzato è quello di Westergren i valori normali sono quasi il doppio, ma risentono in misura minore dell’ematocrito.
Mnemonicamente ci si può riferire alla cosiddetta formula di Miller: VES uomo (mm/h) = età/2; VES donna (mm/h) = (età+10)/2.
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