Il testosterone è un ormone steroideo che appartiene alla categoria degli ormoni androgeni; viene prodotto dalle cellule interstiziali del testicolo (cellule di Leydig) per l’azione dell’ormone luteinizzante (LH) che viene secreto dall’ipofisi inferiore. Il testosterone si forma dal colesterolo attraverso due processi (δ 4 e δ 5), il primo dei quali è quello più impiegato nei testicoli. La produzione, seppure in quantità più limitate, avviene anche a livello del surrene (per conversione dell’androstenediolo) e nell’ovaio.
Nell’organismo umano viene prodotto a partire dal colesterolo (per approfondimenti su questo punto è consigliabile consultare l’articolo Metabolismo degli androgeni). La secrezione del testosterone segue un ritmo circadiano; il picco ematico viene raggiunto nelle primissime ore mattutine, dopodiché si assiste a un progressivo calo; il picco minimo si registra intorno alle ore 18. Bassi livelli dell’ormone si rilevano in caso di cirrosi epatica, insufficienza renale, terapia estrogenica e squilibri alimentari (malnutrizione e obesità).
Le funzioni del testosterone
Sono numerose le funzioni che il testosterone svolge nel nostro organismo; tali funzioni sono diverse in relazione ai diversi stadi della vita; vediamo le principali.
Nel corso periodo prenatale (pressappoco tra la settima e la dodicesima settimana di gestazione) regola lo sviluppo della prostata e delle vescichette seminale; prende anche parte allo sviluppo degli organi genitali esterni, anche se il ruolo principale in questo caso lo svolge il diidrotestosterone (DHT).
Il suo ruolo nel corso della prima infanzia non è stato definito con certezza; i livelli di testosterone nel corso di questo periodo della vita, infatti, sono piuttosto ridotti e non si è del tutto certi che possano determinare cambiamenti di una certa importanza. Anni addietro si pensava che, seppur bassi, questi livelli dell’ormone potessero avere comunque una certa influenza sul comportamento del bambino, ma questo ruolo è deputato agli estrogeni.
Nel corso del periodo pre-puberale si determinano i caratteri distintivi del sesso maschile e di quello femminile. Si assiste nel corso di questi anni alla crescita dei peli, in particolar modo di quelli del pube e di quelli ascellari. Il testosterone viene convertito in diidrotestosterone a motivo di una maggiore espressione dell’enzima 5-alfa-reduttasi di tipo 2; gli aumentati livelli di DHT aumentano l’espressione delle caratteristiche maschili.
Nel corso dell’età puberale i livelli di testosterone libero toccano il loro picco. In questo periodo della vita si assiste a un accrescimento significativo delle ghiandole sebacee, del pene e del clitoride; si riducono i livelli di grasso ipodermico, il timbro vocale si abbassa, si registra un’importante crescita muscolare e anche un notevole accrescimento osseo; l’apparato scheletrico si irrobustisce. Sull’apparato scheletrico, il testosterone agisce anche limitando l’allungamento delle ossa lunghe; ciò fa sì che non si verifichi una spropositata crescita degli arti.
Una volta raggiunta l’età adulta, a partire dall’età di circa 40 anni, i livelli dell’ormone cominciano progressivamente a ridursi di circa l’1% annuo). Nel corso dell’età adulta il testosterone è coinvolto oltre che nel comportamento e nel mantenimento del tono muscolare, anche nel desiderio sessuale e nel mantenimento dell’erezione.
Convertito in parte in estrogeni, protegge il maschio dal rischio di osteoporosi, favorendo il deposito di calcio nelle ossa.
Alcuni autori parlano anche di aumentata sensibilità all’insulina e di una diminuzione del rischio cardiovascolare (cosa che contrasta con il fatto che il colesterolo alto, necessario per una buona produzione di testosterone, dovrebbe innalzare tale rischio).
Se una quantità eccessiva di testosterone si trasforma in DHT (diidrotestosterone), si origina la calvizie, in quanto il DHT si lega al bulbo pilifero del capello, atrofizzandolo. I farmaci deputati al blocco di questa conversione portano spesso a quantità eccessive di testosterone libero nel sangue, con conseguente conversione in estrogeni (per azione dell’enzima aromatasi) con calo della libido e aumento del grasso corporeo.
Testosterone libero e totale
Soltanto una piccola parte di testosterone nel sangue circola liberamente ed è in grado di penetrare nelle cellule (si parla appunto, in questo caso, di testosterone libero); la maggior parte (98% circa negli uomini e 99% circa nelle donne) invece è legata a proteine (secondo il noto meccanismo per trasportare un ormone, ovvero proteina+ormone); infatti circa il 44% è legato globulina legante gli ormoni sessuali (Sex Hormone Binding Globulin, SHBG), il 4% circa è legato alla globulina legante il cortisolo (Cortisol Binding Protein, CBG) e il 50% circa è invece legato all’albumina con un legame più debole.
In sostanza, soltanto il 2% circa di testosterone è libero. Poiché il quantitativo legato alla proteina è inattivo (per attivarsi deve rompersi il legame con la proteina), non ha senso misurare il testosterone totale, occorrerebbe misurare quello libero. Infatti, in età avanzata (oppure negli alcolisti e nei soggetti affetti da ipotiroidismo) la produzione di SHBG è aumentata e si riduce ulteriormente la frazione libera.
A seconda delle richieste metaboliche una piccola quota del legame ormone-proteina può rompersi e il testosterone è libero di penetrare nelle cellule regolando la trascrizione genica.
Qualora si abbia un eccesso di testosterone libero circolante, l’organismo è in grado di neutralizzarlo tramite una trasformazione in estradiolo (un ormone femminile) che avviene soprattutto a livello del sistema nervoso centrale e del tessuto adiposo.
Test di comprensione – Da quanto detto sopra, dovrebbe essere evidente che, poiché la frazione libera è soltanto una piccola percentuale, è meglio avere 4 ng/ml di testosterone totale e il 2% libero che 7 ng/ml di totale e l’1% libero.
Pertanto, quando sentite qualcuno che attribuisce un qualunque effetto su un organismo a un valore troppo basso di testosterone, chiedetegli se sta parlando di quello libero o se sta discutendo di quello totale. Se cade dalle nuvole, lasciate perdere ogni suo consiglio.
Purtroppo, se la determinazione della frazione totale è poco significativa, i dosaggi del testosterone libero che vengono eseguiti dai comuni laboratori di analisi, oltre a essere piuttosto costosi, non sono particolarmente affidabili. Al momento attuale, la metodica che mostra la migliore affidabilità per il dosaggio della quota libera è quella che utilizza la dialisi di equilibrio (metodica particolarmente costosa e utilizzata pertanto molto raramente).
Il valore del testosterone libero può essere ricavato, con una sufficiente approssimazione, tramite la cosiddetta formula di Vermeulen; conoscendo i valori di albumina, SHBG e testosterone totale e utilizzando un calcolatore online si potranno ottenere, come stato confermato da alcuni studi, valori affidabili di testosterone libero.
Di seguito i valori ematici di riferimento del testosterone totale:
Uomini:
- 7-9 anni – < 9 ng/dL
- 10-11 anni – 2-57 ng/dL
- 12-13 anni – 7-747 ng/dL
- 14-15 anni – 33-585 ng/dL
- 16-17 anni – 185-886 ng/dL
- 18-39 anni – 300-1.080 ng/dL
- 40-59 anni – 350-890 ng/dL
- > 60 anni – 300-720 ng/dL.
Donne:
- 7-9 anni – < 15 ng/dL
- 10-11 anni – 2-42 ng/dL
- 12-13 anni – 6-64 ng/dL
- 14-15 anni – 9-49 ng/dL
- 16-17 anni – 8-63 ng/dL
- 18-30 anni – 11-59 ng/dL
- 31-40 anni – 11-56 ng/dL
- 41-51 anni – 9-55 ng/dL
- Postmenopausa – 6-25 ng/dL.
Testosterone e sport
Il livello di testosterone aumenta significativamente durante lo sforzo e spesso permane alto ancora un’ora dopo la conclusione. Si verifica che in concomitanza del massimo picco di forma dell’atleta i livelli in genere risultino più bassi, (cioè l’aumento è minore), segno di un adattamento allo stress indotto dall’allenamento. Questo dato è molto importante perché indica che il testosterone non è un collo di bottiglia assoluto: se è importante avere livelli minimi per ottenere la miglior prestazione, avere livelli altissimi non è garanzia di miglioramento della performance. In particolare i dati sui livelli di questo ormone in gare di fondo come la maratona non sono concordanti (Kuoppasalmi, 1980, Ponjee, 1994 e Vogel, 1985).
Il controllo del testosterone non è un controllo di routine, se non per quei soggetti che hanno valori di colesterolo totale molto bassi (inferiore a 160 mg/dl); per lo sportivo è sufficiente verificarlo ogni 3-5 anni per tracciarne l’evoluzione nel tempo. Come per tutti gli ormoni, è necessario che l’esame per la rilevazione dei livelli di testosterone sia condotto in condizioni sportive ed extrasportive di riposo e di non somministrazione di farmaci (estrogeni, barbiturici, farmaci per la tiroide ecc.) da almeno 48 ore.
È possibile aumentare i livelli di testosterone con l’integrazione?
Attualmente non esiste nessun integratore in grado di aumentare significativamente i livelli di testosterone libero per un tempo sufficiente, senza effetti collaterali importanti e in grado di generare un aumento della massa muscolare.
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