La scintigrafia renale è una tecnica diagnostica utilizzata molto comunemente che permette la visualizzazione del tessuto renale funzionante, la valutazione della funzionalità delle reni e quella deflusso urinario. Può essere statica o dinamica (quest’ultima è detta anche sequenziale).
La scintigrafia renale statica viene eseguita somministrando in vena un radiofarmaco; questo si lega alle cellule della parte corticale del rene permettendone la visualizzazione. Grazie a questo esame lo specialista può ottenere un’immagine del tessuto funzionante nei due reni.
La scintigrafia renale sequenziale sfrutta la caratteristica che alcuni radiofarmaci hanno di essere captati ed eliminati dai reni proporzionalmente alla funzionalità renale; consente quindi di valutare il grado di funzionalità renale nonché il deflusso urinario attraverso le vie urinarie.
Oltre alla metodica standard (sequenziale basale) vi sono due importanti varianti: la sequenziale con stimolo diuretico alla furosemide e la sequenziale dopo somministrazione di ACE-inibitore (in genere il Captopril).
Tutte le scintigrafie renali devono essere eseguite previa somministrazione di un radiofarmaco; la loro durata varia da una a due ore.
La metodica standard ha una durata di circa un’ora; la scintigrafia renale con previa somministrazione farmaco ACE inibitore è basata sul confronto fra le immagini ottenute con questa metodica e quelle ottenute da quella precedente. Anche la scintigrafia renale con stimolo diuretico alla furosemide è basato sul confronto fra le immagini ottenute con la scintigrafia basale e quelle ottenute dopo la somministrazione della furosemide.
La preparazione alla scintigrafia renale prevede generalmente un digiuno di almeno 6 ore anche se una colazione leggera può essere consentita. È poi necessaria una certa idratazione (mezzo litro-un litro di acqua nell’ora che precede l’esame).
Come accennato a inizio paragrafo le scintigrafie renali hanno le loro principali indicazioni cliniche nello studio della funzionalità renale, nello screening e nel follow-up dell’ipertensione nefrovascolare e nella valutazione funzionale del rene trapiantato nel caso si sospetti un rigetto.
I traccianti radioattivi comunemente usati sono il cromo, lo iodio e il tecnezio (solitamente il 99mTc-DMSA).

I reni sono situati nella cavità addominale dietro al peritoneo, ai lati delle due ultime vertebre toraciche e della prima vertebra lombare in uno spazio detto loggia renale
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