La scintigrafia miocardica (detta anche scintigrafia cardiaca) è un esame strumentale di medicina nucleare che consente la valutazione di diversi parametri cardiaci (normalità o anormalità del flusso sanguigno verso il cuore, qualità delle pulsazioni, stato di salute delle arterie coronarie, funzionalità cardiaca ecc.) e può rilevare l’eventuale presenza (e l’estensione) di danni al muscolo cardiaco. Per poter essere eseguita, la scintigrafia miocardica prevede l’iniezione di un tracciante radioattivo (radiofarmaco); quelli che possono essere utilizzati nella scintigrafia cardiaca sono due, il tecnezio 99 e il tallio 201; sono isotopi radioattivi dalle caratteristiche differenti e, conseguentemente, la procedura può essere leggermente diversa a seconda che si ricorra a uno o all’altro.
Il tracciante radioattivo viene catturato piuttosto bene nelle zone ben irrorate, meno bene in quelle irrorate in misura minore; nelle regioni in cui si è verificato un infarto del miocardio, per esempio, il tracciante non viene invece catturato. La scintigrafia miocardica, essendo una procedura invasiva (viene iniettato un radiofarmaco) non è un esame banale e la sua esecuzione completa richiede un certo tempo; sono due le fasi previste, nel corso della prima il paziente dovrà sottoporsi a una prova da sforzo (scintigrafia miocardica da sforzo); dopo qualche ora (solitamente quattro), si procederà con l’osservazione a riposo.
Questa doppia modalità di esecuzione dell’esame consente di confrontare l’irrorazione sanguigna del cuore sia quando questo si trova in una condizione di stress sia quando si trova in una normale condizione di riposo. Nel caso in cui vi siano differenze fra le due diverse misurazioni, è possibile diagnosticare un’ischemia da sforzo che appare nella zona che non cattura il tracciante radioattivo quando il soggetto è sotto sforzo, mentre invece lo cattura quando questi è in condizione di riposo. Nel caso di soggetti che, per i più svariati motivi, non sono in grado di compiere sforzi fisici, si ricorre alla somministrazione di farmaci che inducono la dilatazione delle coronarie (scintigrafia miocardica con stress farmacologico); questi farmaci, di fatto, fanno eseguire un lavoro al cuore come se il soggetto stesse compiendo uno sforzo fisico.

La scintigrafia miocardica può essere anche eseguita dopo un attacco di cuore oppure dopo l’effettuazione di un bypass coronarico o di un intervento di angioplastica
Scintigrafia miocardica – Perché si esegue?
Molto spesso i cardiologi ricorrono alla scintigrafia miocardica nel caso in cui sospettino la presenza di una coronaropatia, vale a dire una patologia a carico delle arterie coronarie; si tratta di una condizione caratterizzata da stenosi, ovvero da un restringimento del lume delle arterie. La stenosi può essere dovuta a placche aterosclerotiche o a coaguli sanguigni. Quando si hanno occlusioni importanti (>70%) si ha una notevole riduzione dell’afflusso di sangue al miocardio e l’attività del cuore non può essere sostenuta in modo adeguato; siamo quindi di fronte a una ischemia miocardica, condizione che può evolvere in un infarto cardiaco. I sintomi che caratterizzano le coronaropatie sono il dolore al petto, le difficoltà respiratorie (dispnea), il cardiopalmo, il facile affaticamento, l’eccessiva sudorazione e la distensione delle vene del collo.
La scintigrafia miocardica può essere anche eseguita dopo un attacco di cuore (l’esame infatti permette di visualizzare in modo molto preciso l’area del miocardio interessata dalla necrosi cellulare causata dall’arresto del flusso sanguigno) oppure dopo l’effettuazione di un bypass coronarico o di un intervento di angioplastica. La scintigrafia del miocardio non è esente da possibili complicazioni, ma si tratta di evenienze davvero molto rare.
Scintigrafia miocardica – Preparazione
Prima di eseguire una scintigrafia miocardica è necessaria una certa preparazione; ovviamente il paziente dovrà essere correttamente informato sulla procedura e sui potenziali rischi che l’esame comporta. È innanzitutto necessario che il paziente informi il cardiologo e gli operatori se è a conoscenza di una sua allergia a farmaci o a materiali usati durante l’esecuzione della scintigrafia miocardica. I medici devono essere altresì informati dell’eventuale assunzione di farmaci (sia che siano utilizzati per trattare una pregressa cardiopatia sia per altre motivazioni); sarà il medico a decidere se e quali farmaci dovranno essere temporaneamente sospesi (generalmente, prima di una scintigrafia miocardica i farmaci per il cuore vengono interrotti nelle 24 ore che precedono l’esame).
Due o tre giorni prima dell’esecuzione dell’esame devono essere sospesi quei farmaci che contengono caffeina o teofillina (un alcaloide i cui derivati sono utilizzati nel trattamento dell’asma bronchiale). I portatori di pacemaker devono farlo presente. Le donne in stato interessante o che sospettano di esserlo devono obbligatoriamente comunicarlo. L’esame deve essere eseguito a digiuno. È ammesso soltanto bere un po’ d’acqua qualche ora prima di sottoporsi all’esame.
Scintigrafia miocardica da sforzo e a riposo – Esecuzione
L’esecuzione di una scintigrafia miocardica prevede diverse fasi.
Prima fase – Il paziente deve rimuovere tutti gli accessori (gioielli, orecchini ecc.) che possano interferire con la procedura; dopo che il paziente si sarà spogliato e avrà indossato gli indumenti adatti, un infermiere inserirà un ago-cannula in una vena del braccio per la successiva somministrazione del tracciante radioattivo (la stessa cannula sarà utilizzata nel caso in cui la prova da sforzo sia sostituita da una scintigrafia miocardica con stress farmacologico). Il paziente sarà quindi collegato a un elettrocardiografo e a uno strumento per la misurazione della pressione arteriosa; il battito cardiaco e la pressione arteriosa dovranno essere monitorati durante tutto il corso dell’esame.
Seconda fase – Se il paziente è in grado di sostenere una scintigrafia miocardica da sforzo, inizierà a utilizzare un cicloergometro o un tapis roulant. Il livello di attività è a discrezione del cardiologo e può essere molto diverso a seconda del paziente e del suo stato di salute generale. Una volta che il battito cardiaco avrà raggiunto la frequenza che il cardiologo ritiene più opportuna, sarà effettuata l’iniezione del tracciante radioattivo; il paziente dovrà continuare l’attività ancora per diversi minuti; è infatti necessario che il radiofarmaco sia adeguatamente diffuso nella zona da esaminare. Se, invece, il paziente non è in grado eseguire la prova da sforzo, sarà sottoposto a una scintigrafia miocardica con stress farmacologico e gli verrà quindi iniettato un farmaco che induce la dilatazione delle coronarie. Anche in questo caso l’iniezione del tracciante inizierà quando lo stress indotto dal farmaco avrà raggiunto i limiti attesi dal cardiologo.
Terza e ultima fase – Dal momento in cui il tracciante radioattivo è stato iniettato, dovranno trascorrere almeno tre quarti d’ora per l’acquisizione delle immagini. Una volta raccolte le immagini, si lasceranno trascorrere alcune ore (mediamente quattro) per poi passare alla scintigrafia miocardica a riposo. Durante questo lasso di tempo si può bere un po’ di acqua, ma ancora non è permesso mangiare. Dopo la pausa, al paziente verrà iniettato ancora il radiofarmaco. Anche in questo caso, si dovranno attendere circa tre quarti d’ora prima di acquisire le immagini.
Quanto dura una scintigrafia miocardica?
Se si considerano tutte le fasi, compresa quella preparatoria e la pausa tra l’esame a sforzo e quello a riposo, una scintigrafia miocardica richiede un impegno orario non minimale, praticamente una mezza giornata. In casi particolari, la prova a riposo viene effettuata il giorno dopo quella da sforzo.
Cosa succede dopo
Dopo aver eseguito la scintigrafia miocardica, molte persone avvertono una sensazione di vertigini o giramento di testa; in genere ciò è dovuto al fatto che il paziente deve stare praticamente immobile per un periodo prolungato. Nel punto di iniezione potrebbero insorgere rossore e gonfiore; si tratta comunque di manifestazioni di poco conto che tendono a scomparire nel giro di un giorno o due. Una volta terminate tutte le procedure è consigliabile bere molta acqua nei giorni successivi, anche più del normale; questo serve a smaltire più velocemente, con la diuresi, il radiofarmaco. La scintigrafia miocardica è un esame abbastanza costoso, ciò dipende sia dalla strumentazione che viene utilizzata per l’esecuzione dell’esame sia dal costo del tracciante.
Scintigrafia miocardica – Rischi
La scintigrafia miocardica non è un esame esente da rischi. È possibile, per esempio, che, durante la prova da sforzo insorgano aritmia cardiaca e/o dolori al petto. Non è del tutto nulla la possibilità di infarto (non è lo sforzo fisico in sé a causare l’evento, bensì il fatto che molto spesso chi si sottopone a scintigrafia miocardica è generalmente una persona con una situazione cardiaca non ottimale). È anche possibile che il tracciante radioattivo scateni una reazione allergica; ciò si verifica di solito in coloro che non sanno di essere allergici a determinate sostanze.
Si potrebbero avere anche reazioni indesiderate (dispnea, palpitazioni, dolori toracici ecc.) dovute ai farmaci che vengono somministrati nel caso in cui si esegua la scintigrafia cardiaca con stress farmacologico. In linea generale, comunque, è doveroso ricordare che la percentuale di rischio legata alla scintigrafia cardiaca è molto bassa. È ovviamente importante sempre informare l’operatore nel caso in cui durante l’esecuzione dell’esame si avverta un qualunque sintomo.
Controindicazioni alla scintigrafia miocardica
La scintigrafia miocardica è controindicata alle donne in gravidanza e a quelle che allattano al seno.
Altre controindicazioni riguardano coloro che:
- hanno subito un grave infarto miocardico
- soffrono di insufficienza cardiaca
- sono affetti da infezione associata a febbre
- sono affetti da ipertensione arteriosa grave
- soffrono di aritmie
- sono affetti da malattie delle valvole cardiache
- sono affetti da miocardite
- abbiano assunto da poco bevande o farmaci contenenti caffeina o teofillina
- abbiano assunto farmaci a base di nitrati
- abbiano assunto farmaci che inducono bradicardia.
Scintigrafia miocardica – Costo
La scintigrafia miocardica è un che ha un costo piuttosto elevato, ciò dipende sia dalla strumentazione che viene utilizzata per l’esecuzione dell’esame sia dal costo del tracciante radioattivo. I tariffari cambiano da struttura a struttura, ma indicativamente si va dai 180 ai 230 euro circa.
Indice materie – Medicina – Esami – Scintigrafia miocardica