La PET è una tecnica diagnostica che rientra nell’ambito della medicina nucleare; la PET produce delle immagini del corpo tramite l’utilizzo di traccianti marcati con isotopi radioattivi (radiofarmaci). Utilizzando questi isotopi si è in grado di registrare ed elaborare le radiazioni che vengono emesse dai positroni dei tessuti che si stanno analizzando. La differenza sostanziale con altre metodiche d’indagine quali, per esempio, la risonanza magnetica nucleare (RMN) e la tomografia assistita dal computer (TAC) è che la PET riesce a fornire informazioni di tipo quantitativo e qualitativo dei tessuti in esame. L’ecografia, la radiografia, la TAC e la RMN forniscono interessanti informazioni morfologiche, la PET consente invece di analizzare i processi biochimici e biologici che regolano le funzionalità di organi o apparati. Esistono poi, come vedremo sistemi combinati PET/TAC.
La tecnica PET si è molto evoluta nel corso degli ultimi anni ampliando il suo raggio d’azione; viene utilizzata soprattutto negli ambiti cardiologico, neurologico e oncologico.
Nota – PET è l’acronimo dei termini inglesi Positron Emission Tomography, Tomografia a Emissione di Positroni.
Come si esegue l’esame
Per prima cosa, al soggetto che deve essere sottoposto a una tomografia a emissione di positroni viene somministrato, generalmente tramite un’iniezione in un avambraccio, un radiofarmaco (un radioisotopo tracciante legato chimicamente a un’altra sostanza metabolicamente attiva, tipicamente uno zucchero, che funge da vettore).
A questo punto è necessario attendere un tempo che va, nella stragrande maggioranza dei casi, dai 10 ai 60 minuti circa prima dell’esecuzione dell’esame a seconda del tempo di distribuzione del radiofarmaco, dopodiché il soggetto deve distendersi nel lettino del tomografo che “leggerà” le radiazioni emanate dal radiofarmaco somministrato.
Nel corso dell’esame è necessario rimuovere tutti gli oggetti metallici (collanine, spilli ecc.) perché possono interferire con la produzione delle immagini.
Terminato l’esame, il soggetto può riprendere le sue normali attività, ma viene sempre consigliato di evitare la vicinanza con le donne in gravidanza e con i bambini piccoli per alcune ore; al fine di smaltire più rapidamente il radiofarmaco, viene solitamente raccomandata l’assunzione di una maggiore quantità di acqua rispetto al normale.
La PET in cardiologia
Come accennato nel paragrafo precedente, la tomografia a emissione di positroni viene soprattutto impiegata ambiti cardiologico, neurologico e oncologico.
In ambito cardiologico la tomografia a emissione di positroni permette di valutare lo stato funzionale del miocardio danneggiato da un evento ischemico; l’esame più comunemente utilizzato per una valutazione di questo tipo è, in realtà, la scintigrafia miocardica perfusionale sotto sforzo e a riposo, ma con essa non si è in grado di valutare con assoluta certezza le condizioni di vitalità residue delle cellule del miocardio in seguito a infarto.
Attraverso uno studio PET del metabolismo glicidico miocardico permette, al contrario, di verificare la vitalità residua dei tessuti in corso di coronaropatia e/o dopo un infarto miocardico.
Studi PET del metabolismo glicidico miocardico hanno messo in evidenza che in circa la metà dei segmenti miocardici con difetti di perfusioni tali da far ipotizzare la presenza di necrosi sono ancora metabolicamente attivi e, conseguentemente, esiste la possibilità di recuperarli attraverso un intervento di rivascolarizzazione.
Lo studio del metabolismo glicidico miocardico è utile anche per studiare quei soggetti in cui è presente una grave compromissione della funzione ventricolare sinistra e nei quali il rischio operatorio è elevato.
La PET può essere utilizzata anche nel caso di soggetti che devono essere sottoposti ad aneurismectomia (asportazione chirurgica della sacca aneurismatica) e anche per valutare quei casi clinici nei quali non si è sicuri se optare per il bypass aorto-coronarico e il trapianto di cuore.
La PET in oncologia
L’utilizzo della PET in ambito oncologico è sempre più frequente perché questa tecnica di medicina nucleare permette di definire con più precisione il quadro clinico del soggetto e stabilire con maggiore precisione la stadiazione di vari tumori, fra i quali il tumore al seno, il tumore al polmone, il tumore al colon-retto, il tumore dell’ovaio, i linfomi, il melanoma e il tumore alla prostata.
Utilizzando specifici traccianti il PET consente di valutare grado di aggressività della patologia neoplastica, verificare l’eventuale presenza di focolai metastatici, valutare gli effetti dei trattamenti chemio- e/o radioterapici nonché di effettuare la diagnosi differenziale tra recidive neoplastiche e necrosi da terapia radiante.
Il tracciante normalmente utilizzato in oncologia è un analogo del glucosio, ovvero il fluorodesossiglucosio marcato con il fluoro-18 (è ormai stato accertato che i tessuti neoplastici in rapida crescita utilizzano il glucosio a fini energetici); grazie alla PET si può indagare il metabolismo glicidico dei tessuti tumorali in vivo e senza utilizzare modalità invasive.
Grazie alla tomografia a emissione di positroni è possibile stabilire con maggiore precisione il percorso terapeutico da seguire.
Nel caso di tumori al cervello trattati con radioterapia, la PET permette di distinguere le recidive tumorali dalle radionecrosi (l’utilizzo di TAC e RMN non è dirimente e c’è sempre la possibilità di scambiare una zona radionecrotica con una recidiva tumorale; la presenza di attività metabolica glicidica nella zona di dubbia interpretazione fa propendere per la presenza di una recidiva tumorale).
La PET è di aiuto anche nel caso di tumori al polmone; le convenzionali tecniche di imaging (TAC in primis) sono relativamente accurate nel caso di questi tumori; la PET aiuta a differenziare tra noduli tumorali benigni e noduli tumorali maligni e a fornire informazioni sulla stadiazione delle neoplasie maligne; la PET è indicata anche per studiare i linfonodi del mediastino (consente di verificare l’eventuale presenza di metastasi tumorali); la si utilizza inoltre nel monitoraggio post-chirurgico e/o post-chemioterapico.
La tomografia a emissione di positroni viene usata anche nei tumori del colon-retto per la diagnosi differenziale tra tessuto cicatriziale e recidiva neoplastica nei soggetti trattati chirurgicamente.
Nel caso di tumori al seno, la PET viene sfruttata per mettere in evidenza sia un eventuale interessamento linfonodale della catena mammaria interna, non valutabile dissezionando i linfonodi ascellari, sia la presenza di metastasi ossee, epatiche ecc.
Per quanto riguarda i tumori pancreatici la tomografia a emissione di positroni aiuta a differenziare tra masse benigne e masse maligne; serve inoltre a identificare la progressione metastatica del tumore, in particolar modo per quanto riguarda i linfonodi; a seconda della tipologia di tumore pancreatico si utilizzano radiofarmaci di diverso tipo.
Nel caso di linfomi, la PET viene utilizzata come strumento per il monitoraggio della terapia e per il follow-up; idem per quanto concerne il melanoma e varie neoplasie del sistema genitale e urinario.
La PET in neurologia
In neurologia la PET viene utilizzata per definire più accuratamente diagnosi e prognosi. La si può utilizzare nella valutazione di soggetti affetti da malattia di Alzheimer, morbo di Parkinson e parkinsonismi e patologie cerebrovascolari.
Grazie alla PET è possibile differenziare fra loro varie forme di demenza, sindromi extrapiramidali e anche l’invecchiamento fisiologico da una patologia precoce oppure all’esordio.

Immagine PET che rivela presenza di un tumore polmonare
Il sistema PET/TAC
Oggi sono disponibili anche sistemi PET/TAC; si tratta di apparecchiature che consistono sostanzialmente nell’assemblamento di un tomografo PET e un tomografo TAC di ultima generazione; il sistema PET/TAC è gestito da un’unica stazione di comando.
L’apparecchiatura consente di acquisire immagini PET e immagini TAC effettuando un’unica sessione di esame; ciò permette una riduzione dei tempi d’esame e di effettuare una diagnosi sfruttando sinergicamente le caratteristiche peculiari delle due tecnologie.
Indice materie – Medicina – Esami – PET