PDW è una sigla normalmente presente nella stampa dell’esame emocromocitometrico (emocromo); è l’acronimo dei termini inglesi Platelet Distribution Width, ovvero ampiezza di distribuzione piastrinica. Si tratta essenzialmente di un parametro di laboratorio che indica il grado di variabilità delle dimensioni delle piastrine (o trombociti), piccolissimi elementi figurati del sangue, uno dei quattro sistemi principali coinvolti nei meccanismi dell’emostasi (coagulazione del sangue), il fenomeno che porta alla formazione di un coagulo allo scopo di interrompere o quantomeno limitare un’emorragia. Di norma le piastrine più grandi sono quelle più giovani, più recentemente rilasciate dal midollo osseo (dove appunto avviene la produzione di piastrine, fenomeno noto come trombopoiesi o piastrinopoiesi); quelle più piccole sono di solito anche quelle più vecchie e rimarranno in circolo ancora per un breve periodo di tempo (pochi giorni al massimo).
Il PDW viene calcolato dal contaglobuli, lo strumento in uso ai laboratori di analisi che permette di quantificare con esattezza le varie componenti del sangue. Viene analizzato il sangue prelevato da una vena del braccio (preferibilmente a digiuno). Si deve considerare che in alcune condizioni patologiche, le piastrine hanno la tendenza ad ammassarsi fra loro e ciò può falsare sia i risultati relativi alla conta (il loro numero può apparire falsamente basso) e/o quelli relativi alla loro grandezza (che può risultare esageratamente elevata). In questi casi è necessario effettuare uno striscio di sangue periferico (un particolare esame di laboratorio) in modo da analizzare direttamente le piastrine sul vetrino del microscopio.
Vale la pena ricordare che questa metodica è stata ormai quasi del tutto soppiantata dalle conte automatizzate. Quando, però, alla conta automatizzata risultino (o quando lo specialista sospetti) anomalie a carico di globuli rossi, globuli bianchi o piastrine, lo striscio di sangue periferico analizzato da un laboratorista esperto è ancora oggi il miglior modo per valutare e identificare in modo corretto anormalità e immaturità degli elementi figurati del sangue.
PDW – Indice di anisocitosi piastrinica
Un alto valore di PDW indica un’importante difformità fra i volumi delle piastrine; un basso valore, invece, indica che i volumi delle piastrine sono sostanzialmente uniformi fra loro. Considerato questo suo significato clinico, è chiaro il perché gli addetti ai lavori definiscono il PDW indice di anisocitosi piastrinica. Ci preme ricordare che in sé e per sé, il solo termine anisocitosi è generalmente utilizzato in ambito medico per indicare una condizione contraddistinta dalla presenza nel sangue di globuli rossi (eritrociti) di diverse dimensioni; è per questo motivo che, riferendosi alla discrepanza di volumi delle piastrine è opportuno (nel senso di necessario) posporre ad anisocitosi anche il termine piastrinica.
Il PDW è un indice che può risultare piuttosto utile nella diagnosi e/o nel monitoraggio di condizioni patologiche che, fra le altre cose, sono caratterizzate dalla presenza di piastrine che mostrano difformità nelle loro dimensioni; è per esempio il caso di diversi disordini della coagulazione del sangue o di sindromi mieloproliferative (un gruppo di patologie del midollo osseo).
Il PDW risulta particolarmente utile nella diagnosi differenziale fra una trombocitosi reattiva (una conta piastrinica particolarmente elevata associata a un altro disturbo (per esempio, infezioni acute, carenza di ferro, emorragie, splenectomia ecc.) da una trombocitosi dovuta a una malattia mieloproliferativa (patologie caratterizzate dal fatto che il midollo osseo produce una quantità eccessiva di eritrociti, leucociti o piastrine).

PDW è una sigla normalmente presente nella stampa dell’esame emocromocitometrico (emocromo); è un parametro di laboratorio che indica il grado di variabilità delle dimensioni delle piastrine
PDW ed esami associati
Oltre ovviamente alla conta piastrinica (indicata con la sigla PLT), esami generalmente associati al PDW sono l’MPV (Mean Platelet Volume, volume medio piastrinico; indica il volume medio delle piastrine espresso in femtolitri), il piastrinocrito (noto anche come ematocrito piastrinico e indicato con la sigla PCT), i test di funzionalità piastrinica (per esempio, il test di aggregazione piastrinica) ed esami per la valutazione della coagulazione del sangue come, per esempio PT (tempo di protrombina) e PTT (Tempo di Tromboplastina Parziale).
PDW – Valori normali
I valori normali di PDW sono generalmente compresi tra 10 e 16 femtolitri; è però necessario ricordare che il range di normalità varia non solo in base all’età del paziente e del suo sesso, ma anche in funzione della strumentazione del laboratorio che ha effettuato l’analisi; si deve sempre quindi fare riferimento ai valori normali di riferimento indicati nel referto perché possono differire molto fra un laboratorio e l’altro.
PDW alto – Cause
Un alto PDW è indice che esiste una grande difformità fra i volumi delle piastrine; le cause che possono determinare un innalzamento dei valori di PDW sono diverse; fra le cause principali di PDW alto si ricordano per esempio:
- anemia megaloblastica (si tratta di una forma di anemia caratterizzata da eritropoiesi inefficace)
- anemia refrattaria
- sindromi mieloproliferative.
PDW basso – Cause
Un PDW basso vuol dire che le dimensioni delle piastrine sono sostanzialmente uniformi; un valore basso non è conseguentemente associato a particolari problematiche mediche. Riassumendo:
- Un PDW normale indica che le piastrine hanno una grandezza più o meno uguale
- Un PDW basso indica è correlato alla notevole uniformità della grandezza delle piastrine.
- Un PDW alto è indice di una difformità nelle dimensioni delle piastrine.
In caso di risultati anomali, il medico deciderà quali sono le mosse da intraprendere.
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