I granulociti neutrofili sono una tipologia di leucociti (globuli bianchi); insieme a basofili ed eosinofili appartengono alla categoria dei granulociti (cellule così definite perché il loro citoplasma contiene caratteristiche granulazioni). La denominazione “neutrofili” deriva dal fatto che non incorporano coloranti istologici, acidi o basici che siano. Come le altre cellule del sangue, anche i neutrofili vengono prodotti dal midollo osseo; il loro citoplasma è costituito da tre tipologie di granuli contenenti enzimi e proteine cationiche; si distinguono quindi:
- granuli primari (detti anche azzurrofili, perché assumono un colore blu chiaro; contengono idrolasi acide, perossidasi, mieloperossidasi, elastasi, catepsina e lisozima;
- granuli secondari (detti anche specifici; contengono lisozima, collagenasi e lattoferrina;
- granuli terziari (contengono idrolasi, proteasi, catepsine e gelatinasi).
Rappresentano la percentuale più alta dei globuli bianchi (si va dal 45 al 70% circa). Nel sangue vivono per un periodo piuttosto breve (al massimo dieci ore, a seconda delle esigenze dell’organismo: infezioni, febbre, stress fisici ecc.) mentre nei tessuti possono arrivare fino a cinque giorni di sopravvivenza.
I granulociti neutrofili svolgono un’importantissima azione di difesa dell’organismo da agenti estranei, in particolar modo sono attivi contro le infezioni di origine batterica e fungina.
La loro azione prevede essenzialmente tre fasi:
- chemiotassi (raggiungimento del luogo d’infezione attraverso motilità spontanea e direzionale)
- fagocitosi (processo biologico attraverso il quale vengono ingerite sostanze estranee)
- attività microbicida (quanto è stato ingerito viene digerito e quindi distrutto).
Tutto ciò è reso possibile oltre che dalle sostanze in essi contenuti, anche dalla loro particolare struttura e dalla presenza di recettori per gli anticorpi IgG (immunoglobuline G) e per le proteine del complemento.
Oltre alla digestione dei vari corpi estranei (microrganismi patogeni, cellule invecchiate, detriti di vario tipo ecc.), i granulociti neutrofili rilasciano diverse altre sostanze fra cui i mediatori chimici della risposta infiammatoria e i pirogeni (sostanze che causano un innalzamento della temperatura corporea).
La formula leucocitaria
I livelli dei granulociti neutrofili sono riportati nella cosiddetta formula leucocitaria, una parte dell’emocromo con formula, il più classico degli esami del sangue di routine. Ricordiamo che la formula leucocitaria, detta anche conta differenziale dei leucociti, è quella parte dell’esame che include:
- conta e percentuale dei neutrofili
- conta e percentuale dei linfociti
- conta e percentuale dei monociti
- conta e percentuale degli eosinofili
- conta e percentuale dei basofili.
Sia il conteggio che l’analisi morfologica dei globuli bianchi sono un valido aiuto nella diagnosi di varie condizioni patologiche; permettono inoltre sia di monitorare la progressione di determinate malattie sia di verificare come l’organismo sta rispondendo a determinati trattamenti, in particolare nel caso di terapie oncologiche (chemioterapia e radioterapia in primis) che spesso danneggiano i leucociti e/o compromettono più o meno gravemente le funzioni del midollo osseo.
Neutrofili – Valori normali
I valori normali dei granulociti neutrofili sono compresi tra il 40 e il 75% dei globuli bianchi (1.500-7.000 neutrofili per millimetro cubo di sangue; mediamente siamo attorno alle 4.000 unità per millimetro cubo). È comunque sempre consigliabile fare riferimento ai valori indicati nel referto consegnato dal laboratorio di analisi.

I neutrofili sono un tipo di globuli bianchi
Neutrofili alti – Cause
Quando viene superato il limite massimo del range di normalità si ha la condizione di neutrofilia (più popolarmente si parla di neutrofili alti).
Le possibili cause di neutrofili alti sono moltissime; di seguito un elenco delle più comuni e/o importanti:
- stimoli fisiologici (in questo caso la neutrofilia è temporanea e comunque non particolarmente elevata):
- anossia da altitudine
- attività fisica intensa
- nascita
- parto
- sbalzi termici;
- stress psicofisici
- infezioni (più spesso batteriche, ma anche virali, fungine e parassitarie)
- processi infiammatori:
- allergie e malattie infiammatorie in genere
- artrite reumatoide, LES (lupus eritematoso sistemico), sclerodermia e connettiviti in genere
- necrosi tissutale (infarto del miocardio, ustioni ecc.)
- traumi
- farmaci e vaccinazioni
- ormoni
- intossicazioni
- tumori:
- malattie del sangue:
- emolisi o emorragie acute
- anemie megaloblastiche in corso di terapia
- post agranulocitosi
- altro:
- acidosi diabetica
- fumo di sigaretta
- gotta
- iperazotemia
- neutrofilia idiopatica (di origine familiare).
Neutrofili alti e gravidanza
In linea di massima, il riscontro di neutrofili alti nelle donne in gravidanza è un’evenienza comune e ha spesso connotazione fisiologica e non patologica e non devi quindi destare particolari preoccupazioni. Sostanzialmente è un meccanismo di difesa messo in atto dall’organismo della gestante per far fronte a eventuali processi infettivi e infiammatori allo scopo di proteggere il feto.
Neutrofili Bassi (neutropenia) – Cause
Quando il livello dei neutrofili si attesta sotto il limite minimo del range di normalità si ha la condizione di neutropenia (più popolarmente, neutrofili bassi).
In caso di neutrofili bassi, l’organismo sperimenta una maggiore suscettibilità alle infezioni, in particolar modo a quelle causate dai batteri. Il rischio di infezione varia a secondo dell’entità della neutropenia:
- neutropenia lieve (1.000-1500/mm3): rischio ridotto
- neutropenia moderata (500-1000/mm3): rischio moderato
- neutropenia grave (<500mm3): alto rischio.
La neutropenia può esser congenita* oppure acquisita (più comune); le cause delle forme acquisite sono molte; spesso sono dovute a infezioni virali e a farmaci; in particolare si deve ricordare che una frequentissima causa di neutrofili bassi sono i trattamenti di chemioterapia antitumorale; quando vengono somministrati questi farmaci, infatti, la riduzione del numero dei neutrofili è quasi sempre presente; è per questo motivo che prima di ogni seduta di chemioterapia si verifica la conta dei neutrofili; se i valori sono sotto un certo limiti, è possibile che la seduta venga rimandata.
La neutropenia indotta dalla chemioterapia può essere più o meno grave; particolarmente temibile è la neutropenia febbrile (neutropenia associata a febbre superiore ai 38 °C). La condizione è di particolare gravità perché può portare causare un grave stato infettivo e portare a shock settico.
Altre cause di neutrofili bassi sono gli autoanticorpi, alcune patologie quali brucellosi, paratifo, tifo, rickettsiosi e tubercolosi, radioterapia, malnutrizione, abuso di sostanze alcoliche e malattie del sangue (per esempio, l’anemia aplastica), cirrosi epatica, malattia di Gaucher, sarcoidosi ecc.
* Con neutropenia congenita si fa riferimento a diversi disordini ematologici presenti dalla nascita causati da mutazioni genetiche.
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