L’inibina è un ormone glicoproteico di cui si conoscono due forme: A e B; l’inibina A consiste di una subunità alfa e di una subunità beta-A, mentre l’inibina B consiste di una subunità alfa e di una subunità beta-B. La forma A può essere riscontrata soltanto nella donna (viene secreta dal corpo luteo e ha un ruolo importante nella regolazione del ciclo mestruale); la forma B, invece, è riscontrabile sia nell’uomo (è secreta dalle cellule testicolari del Sertoli) che nella donna (è secreta dalle cellule della granulosa dell’ovaio).
La funzione principale di questo ormone è quella di inibire in modo selettivo la secrezione dell’ormone follicolo-stimolante (FSH, Follicle-Stimulating Hormone, o follitropina), sostanza che favorisce la sintesi di nuovi spermatozoi nell’uomo (processo di spermatogenesi) e la maturazione dei follicoli ovarici nella donna.
L’azione inibitoria nei confronti dell’ormone follicolo-stimolante si esplica attraverso l’inibizione di una proteina nota come activina (anche attivina) che, al contrario, aumenta la biosintesi e il rilascio di tale ormone.
Inibina A – Test
Il dosaggio dell’inibina A è uno degli esami che fa parte del cosiddetto quadruplo test (gli altri dosaggi riguardano l’alfafetoproteina, la gonadotropina corionica umana e l’estriolo), un test di screening che viene generalmente effettuato nel periodo compreso fra la 16ma e la 18ma settimana di gestazione allo scopo di valutare il rischio che il feto sia affetto da sindrome di Down (o trisomia 21, una delle più comuni malattie genetiche), rischio che risulta elevato nel caso in cui si riscontrino bassi livelli di estriolo e alfafetoproteina associati ad alti livelli di inibina A e gonadotropina corionica umana (hCG).
Nel caso in cui il rischio che il feto sia affetto da sindrome di Down risulti elevato, alla gestante può essere proposta l’effettuazione di altri esami, caratterizzati da una maggiore specificità come, per esempio, l’amniocentesi e il prelievo dei villi coriali, o villocentesi, due tecniche invasive di diagnosi prenatale.

Il dosaggio dell’inibina è uno degli esami di routine nel corso della gravidanza
L’inibina A funge anche da marcatore tumorale; un alto livello nel sangue di tale proteina, infatti, suggerisce di indagare l’eventuale presenza di un tumore delle cellule della membrana granulosa o di un tumore epiteliale dell’ovaio. Vale la pena sottolineare il fatto che il riscontro di alti livelli di inibina A non significa con certezza che si è affetti da tumore, ma soltanto che il rischio di esserlo è più elevato del normale. La diagnosi certa può essere ottenuta soltanto con una biopsia.
Nella donna, bassi livelli di inibina A associati a bassi livelli di inibina B possono essere indice di un’insufficienza ovarica prematura.
Valori di riferimento dell’inibina A
Uomini
<2.0 pg/mL
Donne
- <11 anni: < 4,8 pg/mL
- da 11 a 17 anni: <97,7 pg/mL
- in età fertile: <97,6 pg/mL
- in menopausa: <2,1 pg/mL.
Inibina B – Test
Il dosaggio dell’inibina B nell’uomo è un test che viene utilizzato sia come marcatore della spermatogenesi (il processo di maturazione degli spermatozoi) sia nella diagnosi di infertilità maschile.
Se i livelli di inibina B sono molto bassi, significa che si ha una produzione particolarmente ridotta (oligozoospermia) o addirittura nulla di spermatozoi (azoospermia); di norma, infatti, i livelli di inibina B negli uomini normalmente fertili sono decisamente più elevati di quelli che si riscontrano nei soggetti con problemi di fertilità. Di solito, al test dell’inibina B si associa quello dell’FSH (l’associazione dei due esami può fornire un quadro sicuramente più chiaro della situazione).
Per quanto riguarda la donna, il dosaggio dell’inibina B viene generalmente richiesto:
- per controllare la crescita follicolare;
- se la donna è affetta da insufficienza ovarica prematura, sindrome dell’ovaio policistico, amenorrea;
- per valutare la riserva ovarica (vale a dire il patrimonio follicolare e ovocitario che una donna possiede in un determinato momento della vita; in condizioni normali, alla nascita, tale riserva è di circa 1-2 milioni di follicoli; verso i 35 anni si aggira invece sui 25.000);
- per valutare le chance di indurre un’ovulazione.
Valori di riferimento dell’inibina B
Uomini
- da 0 a 23 mesi: <433 pg/mL
- da 2 a 4 anni: <269 pg/mL
- da 5 a 7 anni: <185 pg/mL
- da 8 a 10 anni: <216 pg/mL
- da 11 a 13 anni: <275 pg/mL
- da 14 a 17 anni: <274 pg/mL
- adulti: <400 pg/mL.
Donne
- da 0-23 mesi: <110 pg/mL
- da 2-4 anni: <45 pg/mL
- da 5-7 anni: <28 pg/mL
- da 8-10 anni: <67 pg/mL
- da 11-13 anni: <121 pg/mL
- da 14-17 anni: <137 pg/mL
- in età fertile: fase follicolare: <139 pg/mL; fase luteale: <92 pg/mL
- menopausa: <10 pg/mL.
I test vengono effettuati tramite un prelievo di sangue venoso dal braccio.
Ricordiamo che i valori di riferimento variano da laboratorio a laboratorio; ci si deve quindi sempre basare sugli intervalli di riferimento specificati sul referto che viene consegnato dal laboratorio analisi presso il quale si è effettuato l’esame.
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