L’HPV test (HPV DNA test) è un test molecolare utilizzato per l’identificazione della presenza del DNA del Papilloma Virus Umano (HPV, Human Papilloma Virus) nelle cellule della cervice uterina (cellule cervicali); il test HPV ricerca i genotipi virali ad alto rischio oncogeno (16, 18, 26, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 53, 56, 58, 59, 66, 68, 73, 82) e, a seconda dei laboratori, segnala sia alcuni genotipi a basso rischio oncogeno (6, 11, 40, 42, 43, 44, 54, 61, 70, 72 e 81) e altri non compresi in questi due elenchi.
I genotipi a rischio oncogeno sono in grado di provocare alterazioni pre-cancerose alla cervice, alterazioni dalle quali si può sviluppare un tumore del collo dell’utero.
Com’è noto, alcuni genotipi del Papilloma virus sono responsabili del 96-97% di tutte le neoplasie cervicali nel mondo. I sottotipi a basso rischio oncogenico sono invece responsabili di molti e diversi tipi di patologie a decorso benigno (condilomi genitali, verruche cutanee, verruche plantari, papillomi laringei ecc.).
Il test HPV permette una rilevazione precoce delle anomalie presenti e, conseguentemente, consente un attento monitoraggio del soggetto colpito da infezione permettendo di intervenire prima che il virus conduca allo sviluppo di tumore qualora l’anomalia non vada incontro a una risoluzione spontanea, evenienza non frequente, ma sempre possibile.
Differenze con il Pap test
Le cellule che servono a effettuare il test (cellule epiteliali prelevate dalla cervice uterina) vengono raccolte come se si dovesse eseguire un Pap test, ma a differenza di quanto accade con quest’ultimo, che è basato su un esame microscopico delle cellule prelevate, l’HPV test è basato sulla ricerca di DNA, RNA messaggero o proteine virali specifiche presenti in queste cellule; queste vengono lette direttamente da uno strumento di laboratorio.
Il test può essere effettuato anche nei soggetti di sesso maschile utilizzando campioni di urina o sperma.
L’HPV test è stato introdotto per le donne nelle quali sono stati riscontrati valori lievemente anormali del Pap test (ASC-US, terminologia che indica la presenza di cellule squamose dall’aspetto atipico, ma il cui significato è indeterminato) al fine di poter escludere da ulteriori accertamenti chi risulta negativa al test HPV.
HPV positivo – Cosa fare?
Il test è, come detto, in grado di identificare l’esatto genotipo del Papilloma virus che ha infettato le cellule cervicali della donna; ciò è di fondamentale importanza in quanto determinati sottotipi del virus sono associati tumori del collo dell’utero (anche tumori della cervice uterina), in particolar modo i genotipi HPV 16 e HPV 18 che da soli sono responsabili di più dei due terzi di questo tipo di carcinoma.
Se il test HPV risulta positivo sono necessarie una valutazione citologica e ulteriori indagini diagnostiche.
È importante però sottolineare che la presenza di un’infezione da Papilloma virus non significa necessariamente che il soggetto svilupperà un tumore del collo dell’utero, ma soltanto che esiste un maggior rischio di svilupparlo e per questo motivo è importante monitorare con attenzione la situazione.
Per chiarire meglio il concetto: il DNA virale è, di fatto, presente nella grandissima maggioranza dei carcinomi uterini, ma la percentuale di casi di positività al test associati o che si assoceranno a un carcinoma uterino è decisamente bassa; in altri termini: le possibilità di sviluppare una neoplasia maligna della cervice uterina anche nel caso in cui l’HPV test risulti positivo sono piuttosto basse.
Nelle donne in giovane età, le infezioni da Papilloma virus umano hanno la tendenza a regredire in modo spontaneo senza lasciare conseguenze; l’infezione è quindi transitoria e benigna.
Le cose possono risultare diverse nelle donne più anziane, in quanto sono maggiori le probabilità che l’infezione virale sia presente da diverso tempo (un monitoraggio periodico è importante perché permette di sapere se l’infezione è stata contratta recentemente), e cioè sia cronica e quindi, con minori possibilità di guarigione; la persistenza dell’infezione, infatti, aumenta il rischio di evoluzione maligna delle cellule cervicali infette.
Quando effettuare il Pap test e quando l’HPV test
Operativamente parlando, come accennato precedentemente, per eseguire il test HPV è necessario prelevare delle cellule epiteliali dalla cervice uterina; nel caso di positività al test molecolare, si fa seguire un esame citologico convenzionale, ovvero il Pap test.
L’esecuzione del test HPV in associazione al Pap test fornisce diversi vantaggi; in primis consente l’identificazione di un numero di infezioni da HPV decisamente superiore rispetto a quello che verrebbe rilevato con la sola esecuzione dell’esame convenzionale che peraltro è gravato da una percentuale di falsi negativi (10% circa); in secondo luogo permette di valutare con maggior precisione il rischio di sviluppare un carcinoma cervicale in quanto, come già ampiamente ribadito, il test molecolare consente di individuare con esattezza i genotipi ad alto rischio oncogeno; in terzo luogo, un test HPV negativo rafforza il valore diagnostico di un Pap test anch’esso negativo (il soggetto viene considerato a basso rischio ed è possibile allungare i tempi di intervallo fra un controllo e quello successivo); in quarto luogo, integra i risultati di un Pap test dal significato incerto consentendo di distinguere soggetti negativi da soggetti positivi, indirizzando questi ultimi, nel caso di positività, all’esecuzione di un esame colposcopico.
HPV test e screening
L’HPV test è una metodica diagnostica che può essere utilizzata come test di screening per tutte quelle donne che hanno superato i 30 anni di età, o da solo oppure associato al Pap test; l’HPV test, infatti, non segnala soltanto la presenza di pre-cancerosi, ma la predisposizione al suo sviluppo. Un risultato negativo all’HPV test può allungare l’intervallo di tempo fra due screening (dai tre ai cinque anni).
Da quando è stato introdotto il test HPV per le donne che hanno superato i trenta anni, il Pap test annuale non viene più consigliato in quanto un HPV test negativo fornisce un grado di sicurezza decisamente superiore a quello offerto da un Pap test negativo eseguito annualmente.
L’utilizzo dell’HPV DNA test quale test di screening necessita di ulteriori considerazioni.
La ricerca di sottotipi virali ad alto rischio oncogeno effettuata con l’HPV test ha una sensibilità maggiore rispetto a quella del Pap test, ma è gravata da una minore specificità; questo vale in particolar modo nei soggetti di giovane età nelle quali le infezioni tendono, nella maggior parte dei casi, a regredire spontaneamente. Utilizzare l’HPV test come test di screening in donne molto giovani (età inferiore ai 30 anni) rischia di far sottoporre moltissime donne giovani a un numero maggiore di controlli che, il più delle volte, si rivelerebbero inutili (senza contare le conseguenze psicologiche legate alla positività del test e all’attesa di ulteriori conferme).
Diverso è il caso delle donne che hanno superato i 30 anni, l’HPV test acquista maggiore specificità e ha quindi senso utilizzarlo come strumento primario di screening in questi soggetti; l’esecuzione del Pap test verrebbe richiesta soltanto in caso di HPV test positivo.

Il test HPV è utilizzato per l’identificazione della presenza del DNA del Papilloma Virus Umano (HPV, Human Papilloma Virus) nelle cellule della cervice uterina.
Riassumendo
Proviamo a riassumere quanto sopra riportato facendo anche riferimento alle linee guida più recenti in materia:
- l’HPV test non è indicato come strumento primario di screening nel caso di soggetti di età inferiore ai 30 anni;
- le donne che hanno superato i 30 anni dovrebbero effettuare i due esami (Pap test e HPV test) soltanto nel caso in cui il Pap test risulti positivo;
- nel caso in cui si scelga il Pap test quale strumento di screening, se il test risulta negativo e non vi è a presenza di ulteriori fattori di rischio (storia pregressa di carcinoma della cervice, fumo, promiscuità sessuale ecc.), il test andrebbe effettuato ogni tre anni;
- nel caso in cui si scelga il test HPV quale strumento di screening, se il test risulta negativo (e non sono presenti ulteriori fattori di rischio), il test andrebbe effettuato ogni cinque anni. L’esecuzione dell’HPV test può essere interrotta quando si sono superati i 64 anni di età.
Preparazione all’esame
Per la corretta esecuzione dell’esame è necessario che la donna si sottoponga al test almeno 5 giorni prima del flusso mestruale oppure 5 giorni dopo che il flusso mestruale è cessato.
È necessario astenersi dai rapporti sessuali per un minimo di due giorni.
È altresì necessario evitare l’utilizzo di creme o irrigatori vaginali, ovuli ecc. nei 5 giorni precedenti l’esecuzione del test.
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