Si definisce glicemia la concentrazione di glucosio nel sangue. È molto importante che la glicemia rimanga entro i limiti dell’intervallo di normalità (65-110 mg/dl) ed è consigliabile che il suo livello sia nella parte bassa di detto intervallo perché
avere una glicemia normale, ma tendente a valori medio-alti aumenta il rischio di contrarre diverse patologie,
non ultime i tumori.
Glicemia: cosa dice la scienza
La glicemia è regolata da un complesso di meccanismi neurormonali e metabolici che ne impediscono forti oscillazioni in difetto o in eccesso. Aumenta nei soggetti affetti da diabete mellito e si abbassa nel digiuno prolungato. Se l’apporto di glucosio con le scorte è insufficiente, la glicemia si abbassa (ipoglicemia) e inizia a manifestarsi la sofferenza cerebrale con capogiri e senso di spossatezza. Se il glucosio scarseggia e non c’è sufficiente apporto di carboidrati, il fegato sintetizza glucosio da proteine e da lipidi con un processo denominato gluconeogenesi. Tale processo provoca però un eccesso di urea (con sovraccarico renale) e un accumulo di corpi chetonici (scorie provenienti dall’utilizzo degli acidi grassi) con conseguente acidosi.
La variazione della glicemia susseguente all’assunzione di carboidrati dipende dal loro indice glicemico, cioè dalla velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all’assunzione di 50 g del carboidrato sotto esame. L’indice è espresso in termini percentuali, rapportandolo alla velocità di aumento con la stessa quantità di glucosio (indice pari a 100): un indice glicemico di 50 vuol dire che l’alimento innalza la glicemia con una velocità che è la metà di quella del glucosio.
Insulina e glucagone
Il meccanismo che regola il livello del glucosio nel sangue è controllato da due ormoni antagonisti secreti dal pancreas: l’insulina e il glucagone. L’azione dell’insulina è ipoglicemizzante (il livello di glicemia si abbassa) mentre quella del glucagone è, al contrario, iperglicemizzante (il livello di glicemia si alza).
L’insulina – L’insulina viene prodotta dalle cellule beta del pancreas; la sua secrezione avviene nel momento in cui c’è un aumento della concentrazione ematica di glucosio al fine di riequilibrare la situazione; nel momento in cui la glicemia si abbassa si riduce anche la produzione dell’ormone. L’insulina agisce sulle cellule muscolari, sugli adipociti e sugli eritrociti che, assumendo glucosio dal sangue, provocano una diminuzione dei livelli di glicemia.
Il picco insulinico è tanto maggiore quanto più alto è il carico glicemico dei carboidrati assunti.
Il glucagone – Il glucagone viene prodotto dalle cellule alfa del pancreas; la sua secrezione avviene nel momento in cui la concentrazione ematica di glucosio si abbassa. Il principale organo-bersaglio del glucagone è il fegato; il glucagone agisce facendo rilasciare il glucosio immagazzinato nel fegato innalzando conseguentemente la glicemia. Un’altra importante azione del glucagone è quella di indurre le cellule epatiche e quelle muscolari a ottenere il glucosio dalle proteine.
Glicemia – Misurazione e valori
La misurazione dei livelli ematici di glucosio è oltremodo semplice, basta infatti un prelievo di sangue; chi, come i diabetici, ha la necessità di monitorarla spesso può ricorrere a kit di misurazione che usano diverse tecniche. La più tradizionale è quella che sfrutta l’analisi di una goccia di sangue prelevata con una puntura sul polpastrello (in alternativa sull’avambraccio, meno dolorosa). È possibile anche un monitoraggio in continuo con un ago sottocutaneo. Esistono anche orologi-sensori che, aderendo alla pelle, valutano la concentrazione di glucosio nel sangue.
Il valore della glicemia a digiuno varia dai 65 ai 110 mg/dl; a due ore dal pasto tale valore può salire anche a 140 mg/dl (glicemia postprandiale). Per valutare l’andamento medio della glicemia si utilizzano altri esami come la valutazione della fruttosamina sierica o dell’emoglobina glicosilata sierica (anche HbA1C sierica).
La fruttosamina sierica – La fruttosamina è una proteina glicosilata. Il test della fruttosamina sierica è di grande utilità nella monitorizzazione dei livelli medi di glicemia degli ultimi 20 giorni antecedenti al prelievo. Lo si utilizza in quei soggetti con sospetto di diabete e per la valutazione dell’andamento delle terapie antidiabetiche. Viene anche eseguito quando si ha il sospetto di patologie metaboliche neoplastiche e no. Alcune patologie rendono dei falsi positivi (malattie tiroidee, eccesso di bilirubina nel sangue, alterata composizione proteica del plasma sanguigno), si rende quindi necessaria una valutazione del rapporto tra fruttosamina e albumina.
L’emoglobina glicosilata sierica – L’emoglobina (Hb) è una proteina esistente in varie forme. Quando il glucosio presente nel sangue si lega all’emoglobina A1 (che rappresenta circa il 96% del totale di Hb) dà vita a una frazione che viene detta emoglobina glicosilata (HbA1C). Tale legame rimane stabile per un periodo che può variare dalle 4 alle 8 settimane.
Le variazioni glicemiche giornaliere non influenzano la concentrazione dell’emoglobina glicosilata. Il test riveste quindi una notevole importanza nella valutazione dell’efficacia delle cure a medio e lungo termine nei pazienti affetti da diabete.
La seguente formula rende i valori medi della glicemia durante i 120 giorni precedenti la rilevazione della HbA1C:
glicemia media (mg/dl) = 33.3 (HbA1C) – 86.

È molto importante che la glicemia rimanga entro i limiti dell’intervallo di normalità (65-110 mg/dl)
OGTT – Il test da carico orale di glucosio
L’OGTT (Oral Glucose Tolerance Test o tolleranza al glucosio, anche curva da carico di glucosio) è un esame che serve per indagare la presenza di diabete in chi non manifesta un chiaro diabete con gli esami di routine.Si rimanda all’articolo corrispondente per i dettagli.
Glicemia e alimentazione
Le variazioni dei valori di glicemia dipendono da svariati fattori. Uno dei più importanti è sicuramente l’alimentazione. Un regime alimentare equilibrato è sicuramente un’arma fondamentale nella prevenzione e/o nella cura della iperglicemia. Il primo passo da compiere è assicurare al nostro organismo la corretta ripartizione giornaliera dei macronutrienti che per la dieta italiana è la seguente:
carboidrati: minimo 45%, proteine: minimo 15%, grassi: minimo 25%. Il restante 15% deve essere personalizzato in base al grado di sedentarietà del soggetto.
Sono sicuramente sconsigliati i cibi con zucchero aggiunto che abbiano un’alternativa senza zucchero (per esempio trovare marmellate senza zuccheri aggiunti – sia zucchero bianco, sia di canna, sia succo d’uva o di mela – è praticamente impossibile, basta che la marmellata non ne abbia troppo, cioè abbia un contenuto calorico inferiore alle 150 kcal/100 g).
La nostra posizione sull’alcol è chiara e rimandiamo ai vari articoli che trattano l’argomento (Vino, Indice alcolico, L’OMS contro il vino).
È importante inoltre includere nella dieta tutti quegli alimenti che hanno un alto indice di sazietà come per esempio la frutta e la verdura. Sono decisamente da evitare le abbuffate; la raccomandazione principale è quindi quella di consumare piccoli pasti ripartendoli correttamente durante la giornata senza saltarli e senza anticiparli o ritardarli in modo eccessivo.
Consigliamo infine la lettura del nostro articolo I dieci trucchi della cucina ASI, un articolo fondamentale per chi vuole capire cosa, come e quanto mangiare, imparando a gestire un regime alimentare che, a differenza di moltissimi altri, può essere seguito tranquillamente per tutta la vita.
Glicemia e sport
La glicemia è sicuramente un parametro molto importante per il medico, ma lo è anche per chi pratica regolarmente un’attività sportiva. Com’è noto, un’attività fisica regolare e sufficientemente intensa abbassa la glicemia sotto i 100 mg/dl, spesso sotto i 90 mg/dl. Ovviamente, come del resto abbiamo già visto, la glicemia è influenzata anche dall’alimentazione e da altri fattori, ma è rarissimo trovare un vero atleta con la glicemia alta. Il meccanismo carboidrati-glicemia-insulina è fondamentale per la comprensione di come viene utilizzata l’energia introdotta nell’organismo con i carboidrati. Si veda l’articolo Perché si ingrassa per capire esattamente perché:
a) un’assunzione eccessiva di carboidrati fa ingrassare;
b) non si devono assumere carboidrati quando l’organismo ne ha già una scorta sufficiente (pena il loro utilizzo non ottimale), come appena prima di una gara (alla quale si suppone l’atleta arrivi riposato);
c) conviene assumere invece carboidrati ad alto (o medio-alto) indice glicemico per ripristinare più velocemente le scorte dopo una prestazione fisica di notevole intensità.
Consiglio generale
Molte condizioni e patologie di relativa importanza possono essere decisamente meglio gestite se il soggetto ha un buon stile di vita. L’alimentazione quindi è un’arma in più che è tanto più potente quanto più si vive meglio. Per esempio, è decisamente inutile occuparsi di mangiare bene se poi si fuma, si ha una vita totalmente sedentaria, ci si concede troppo spesso agli alcolici ecc.
Glicemia – Approfondimenti
Nel nostro sito, gli articoli che trattano dell’argomento sono numerosi; di seguito, per comodità, un breve sunto:
L’indice glicemico – Negli ultimi anni, acquisita la consapevolezza che l’introduzione di un quantitativo eccessivo di carboidrati fa tanti danni quanti può farne un eccessivo consumo di lipidi, l’importanza dell’indice glicemico è andata sempre più crescendo fino a finire per essere sicuramente sopravvalutata.
Il carico glicemico – Il carico glicemico è fondamentale per avere un parametro pratico nella valutazione dell’effetto dei carboidrati assunti con l’alimentazione.
L’ipoglicemia (glicemia bassa) – Livelli elevati di glicemia sono sicuramente dannosi per la salute, ma anche livelli eccessivamente bassi possono creare diversi problemi; in alcuni casi poi, la condizione può essere spia di patologie sottostanti di una certa gravità.
Glicemia e indice glicemico (il video) – Un video nel quale, sfatando molti luoghi comuni, Roberto Albanesi illustra brevemente, ma in modo chiaro ed esaustivo, quello che è necessario sapere al riguardo.
Il diabete mellito – Una grave patologia metabolica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glicemia (iperglicemia)
Dieta e indice glicemico – Un articolo che vuole rispondere a due domande: a cosa ci si riferisce esattamente quando si parla di dieta basata sull’indice glicemico? E, quesito ancora più importante: è possibile basare la propria alimentazione sull’indice glicemico?
Dieta Montignac (il metodo Montignac – è questa definizione più corretta – è considerato da molti come rivoluzionario, ma come ma, come spesso accade nel caso di grandi “rivoluzioni” in campo nutrizionale, alla fine il tutto si rivela alquanto deludente).
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