Gli eritrociti (anche globuli rossi o, ma più raramente, emazie) sono cellule del sangue, anucleate (cioè prive di nucleo) la cui funzione principale è quella di trasportare ossigeno dai polmoni verso i tessuti e anidride carbonica dai tessuti verso i polmoni.
La forma degli eritrociti è discoidale biconcava, una forma che consente loro di schiacciarsi e rigirarsi con facilità nonché, avendo una superficie maggiore rispetto alla forma sferica, di incrementare significativamente gli scambi gassosi.
Gli eritrociti vengono prodotti dal midollo osseo grazie a un complesso meccanismo a cascata definito eritropoiesi; lo sviluppo completo dei globuli rossi passa attraverso un processo di trasformazione di varie cellule intermedie; tale processo richiede un periodo che va dai 7 ai 10 giorni circa e la produzione viene controllata dalla quantità di ossigeno che arriva ai tessuti attraverso il flusso ematico; la produzione degli eritrociti da parte del midollo osseo viene stimolata dall’eritropoietina (nota anche come EPO, è una glicoproteina che viene sintetizzata soprattutto dal rene e in minima parte dal fegato e la sua produzione è regolata dalla concentrazione di ossigeno nel sangue; per approfondimenti si consulti l’articolo Eritropoietina (EPO))
Gli eritrociti hanno una vita media di circa 120 giorni; la stragrande maggioranza dei globuli rossi che arrivano alla fine del loro fisiologico ciclo vitale vengono distrutti a livello della milza; questo processo è noto come eritrocateresi (anche emocateresi). Dal processo di eritrocateresi vengono ricavati diversi prodotti: ferro (che attraverso la transferrina viene trasportato fino al midollo osseo o al fegato), eme (trasformato in bilirubina con conseguente secrezione biliare) ed emoglobina (assorbita dal sistema reticoloendoteliale).
Ogni giorno vengono generati circa 150 milioni di eritrociti al minuto e un numero equivalente di essi viene distrutto.
Le fasi di formazione degli eritrociti
Le fasi maturative attraverso le quali passano gli eritrociti sono le seguenti:
- proeritroblasti
- eritroblasti basofili
- eritroblasti policromatofili
- eritroblasti ortocromatici
- reticolociti
- eritrociti maturi.
Durante la prima fase le cellule prendono il nome di proeritroblasti; sono cellule rotonde il cui diametro oscilla tra i 15 e 22 micron. In questa fase il processo di mitosi si ripete molte volte.
I proeritroblasti si trasformano poi in eritroblasti basofili; le loro dimensioni sono leggermente più piccole di quelle dei loro precursori (vanno dai 10 ai 14 micron). Anche in questa fase l’attività di mitotica è notevole.
Gli eritroblasti basofili si trasformano in eritroblasti policromatofili; il loro nucleo è più piccolo di quello dei loro precursori; inizia a fare la sua comparsa l’emoglobina.
Nella quarta fase si ha la trasformazione da eritroblasti policromatofili in eritroblasti ortocromatici; l’emoglobina inizia ad accumularsi e l’attività di mitosi è praticamente assente.
La fase successiva è quella della trasformazione in reticolociti, così chiamati perché sono cellule in cui è presente un reticolo. Sono eritrociti immaturi; alla fine del processo di maturazione il nucleo viene espulso e si ha la formazione dei globuli rossi.
Gli eritrociti maturi attraversano la parete dei cosiddetti sinusoidi (vasi sanguigni di piccole dimensioni presenti in alcuni organi come, per esempio, fegato, milza e midollo osseo) e passano nel circolo sanguigno.
I reticolociti – Gli eritrociti che entrano in circolo conservano per circa un giorno dei residui citoplasmatici che finiscono per precipitare sotto forma di reticoli; queste cellule vengono pertanto denominate reticolociti; i reticolociti rappresentano una minima percentuale dei globuli rossi circolanti (dallo 0,5% al 2,5% è il range di normalità); un livello di reticolociti nella norma in presenza di un livello di emoglobina nella norma è indice di un’attività midollare normale.
Un valore di reticolociti elevato (reticolocitosi) in presenza di un livello emoglobinico nella norma è indice di una perdita o di una distruzione di globuli rossi compensata da un aumento della produzione eritrocitaria da parte del midollo.
Un numero di reticolociti nel range di normalità, ma con livello emoglobinico inferiore alla norma, è indice di una inadeguata risposta dell’organismo all’anemia.
Eritrociti: il dizionario
Per riferirsi alle dimensioni degli eritrociti si utilizzano i seguenti termini:
- normociti (eritrociti di dimensioni normali)
- microciti (eritrociti di dimensioni diminuite)
- macrociti (eritrociti di dimensioni aumentate).
In riferimento al loro colore (indice del grado di emoglobinizzazione) si distinguono
- eritrociti normocromici (globuli rossi di colore normale)
- eritrociti ipocromici (globuli rossi dal colore più chiaro).
Gli indici eritrocitari
Gli indici eritrocitari sono valutazioni utilizzate per definire il livello di adeguatezza delle caratteristiche dei globuli rossi, in particolar modo dimensioni e concentrazione emoglobinica. Gli indici eritrocitari sono i seguenti:
- MCV (valore corpuscolare medio)
- MCH (emoglobina corpuscolare media)
- MCHC (concentrazione corpuscolare media di emoglobina)
- RDW (ampiezza di distribuzione dei globuli rossi)
- HDW (indice di distribuzione della concentrazione di emoglobina).
Gli indici eritrocitari possono essere d’aiuto nel definire le diverse tipologie di anemia.
Eritrociti: gli esami di laboratorio
La conta degli eritrociti (conta eritrocitaria) viene di norma effettuata nell’ambito dell’esame emocromocitometrico (o, più comunemente, emocromo, un esame di laboratorio che ha lo scopo di valutare le quantità dei principali costituenti cellulari del sangue).
Un eventuale aumento o un’eventuale riduzione della concentrazione ematica degli eritrociti devono essere interpretati contestualizzandoli con altri parametri, in primis con quelli di emoglobina, ematocrito, conta reticolocitaria ecc.
Generalmente, anche se non sempre, gli scostamenti dei livelli dei globuli rossi dai valori normali rispecchiano quelli di emoglobina ed ematocrito.
Nel caso in cui, per esempio, i valori di globuli rossi, emoglobina ed ematocrito siano inferiori a quelli normali, il soggetto è affetto da anemia, una condizione di cui esistono moltissime forme.
Se, al contrario, i valori di eritrociti, emoglobina ed ematocrito vanno oltre il range di normalità, ci troviamo di fronte a una condizione di policitemia.
Esistono poi, condizioni intermedie che non sono sempre facili da interpretare e che richiedono un’attenta valutazione e, spesso, l’esecuzione di altri tipi di esame.
In linea generale, quando il numero di globuli rossi è molto al di sotto dei valori normali, è minore la quantità di ossigeno che raggiunge i vari tessuti dell’organismo; se, al contrario, gli eritrociti sono troppi, il sangue tende a “ispessirsi”, la circolazione rallenta e si può andare incontro a diversi problemi.
La conta degli eritrociti può risultare più bassa del normale in seguito a perdite ematiche che potrebbero essere legate ai motivi più disparati (per esempio, sanguinamenti cronici causati da tumori) oppure a causa di patologie che provocano una riduzione della produzione eritrocitaria.

Gli eritrociti (anche globuli rossi o, ma più raramente, emazie) sono cellule del sangue, anucleate (cioè prive di nucleo) la cui funzione principale è quella di trasportare ossigeno dai polmoni verso i tessuti e anidride carbonica dai tessuti verso i polmoni
Eritrociti alti: le cause
- Altitudine
- Farmaci (eritropoietina, testosterone)
- Insufficienza respiratoria
- Nefropatie
- Policitemia (morbo di Vasquez, morbo di Di Guglielmo)
- Shock e stress (malattia di Gaisböck)
- Talassemia
- Ustioni
Eritrociti bassi: le cause
- Anemie aplastiche
- Anemie carenziali
- Anemie emolitiche
- Emorragia
I valori di riferimento
I valori normali dei globuli rossi nella donna variano fra 3,9 e 5,2 Mil/µl, nell’uomo, invece, vanno da 4,4 a 5,6 Mil/µl.
Eritrociti e attività fisica
L’attività fisica può influenzare i livelli degli eritrociti. Per approfondire l’argomento si consultino gli articoli Anemia e Anemia da sport.
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