L’ematocrito (indicato anche con le sigle HT o HCT, Hematocrit o PCV, Packed Cell Volume o, ancora, EFV, Erythrocyte Volume Fraction) è il volume percentuale di sangue che è costituito da cellule [i cosiddetti elementi figurati o corpuscolati, ovvero globuli rossi, (eritrociti) globuli bianchi (leucociti) e piastrine (trombociti)]; un ematocrito di 45, significa che il 45% del volume del sangue è costituito da cellule (la parte solida) e il rimanente da plasma, la cosiddetta frazione liquida.
In un soggetto maschio sano di media corporatura (lo standard è 70 kg), la quantità di sangue presente è di circa 5,5 litri; se la percentuale di ematocrito di questa persona è del 45%, significa che il volume della parte solida corrisponde a 2,5 litri (0,45*5,5); conseguentemente la quantità di plasma corrisponde a 3 litri.
Una doverosa precisazione: molte fonti, sia cartacee che online, riportano che l’ematocrito è rappresentato soltanto da una parte degli elementi corpuscolati, ovvero dagli eritrociti (tant’è che l’ematocrito viene anche indicato con la sigla EFV, Erythrocyte Volume Fraction); ai fini pratici ciò ha un’importanza molto scarsa in quanto la percentuale dei globuli bianchi e delle piastrine rispetto a quella dei globuli rossi è veramente molto bassa.
Negli uomini i valori normali di ematocrito sono lievemente superiori a quelli che si rilevano nei soggetti di sesso femminile; questo è dovuto essenzialmente al fatto che negli uomini sono più alti i livelli di testosterone; ricordiamo, infatti, che gli eritrociti vengono prodotti nel midollo osseo grazie all’azione stimolante dell’eritropoietina (EPO), azione che dipende da diversi fattori tra i quali anche la concentrazione di testosterone che, come noto, è il principale ormone androgino.
Ematocrito basso ed ematocrito alto
In linea generale, il valore dell’ematocrito è piuttosto stabile, anche se soggetto a variazioni non minimali.
Ma quali sono le conseguenze di un ematocrito troppo alto (che determina un sangue molto denso) o di un ematocrito basso (sangue molto fluido)?
Com’è facilmente intuibile, un sangue eccessivamente denso incontra maggiori difficoltà durante il suo percorso; il cuore è costretto a contrarsi con forza maggiore allo scopo di vincere le resistenze periferiche e imprimere al sangue una maggiore pressione; un ematocrito troppo alto può quindi aggravare una preesistente patologia cardiaca e determinare anche emorragie cerebrali.
Un ematocrito molto elevato può anche essere causa della formazione di trombi che possono provocare occlusioni di vasi sanguigni molto importante con tutte le conseguenze del caso (ictus, infarto del miocardio ecc.).
Un ematocrito molto basso, segno di un basso numero di eritrociti in circolo, può manifestarsi con diversi sintomi, per esempio debolezza, cefalea, problemi visivi, malessere, facile affaticamento ecc.
L’esame
Di norma la verifica dell’ematocrito viene effettuata internamente all’esame emocromocitometrico (più comunemente detto emocromo); con il termine ematocrito, peraltro, si indica anche l’apparecchio che viene utilizzato per determinare il rapporto tra frazione solida e frazione liquida.
Lo strumento che viene utilizzato per l’esame è costituito da un tubicino graduato in 100 parti che viene riempito di sangue reso incoagulabile in modo artificiale.
La centrifugazione e la successiva sedimentazione degli eritrociti nel fondo del tubicino consentono la rilevazione diretta del valore dell’ematocrito.

L’ematocrito è il volume percentuale di sangue che è costituito da cellule (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine).
Ematocrito alto – Cause
Sono diverse le possibili cause di ematocrito alto; fra queste si ricordano:
- Alcolismo
- Diabete
- Diarrea
- Diuretici
- Insufficienza renale acuta
- Peritonite
- Policitemia
- Poliglobulia
- Ustioni
- Vomito
Ematocrito alto – Cause
Un ematocrito basso può essere legato alla presenza di varie condizioni patologiche; di seguito le principali:
- Anemie emolitiche
- Aplasie midollari
- Carenza di ferro
- Carenza di vitamina B12
- Cirrosi epatica
- Collagenopatie
- Emorragie
- Infezioni gravi
- Insufficienza renale cronica
- Leucemie
- Tumori maligni
HCT – Valori di riferimento
I valori normali nella donna variano fra il 36 e il 46%, nell’uomo fra il 38 e il 52%.
Ematocrito e attività sportiva
Il valore dell’HCT ha un certa importanza anche in ambito sportivo.
Di norma, come già accennato nei paragrafi precedenti, il valore di ematocrito è abbastanza stabile; tuttavia i valori possono subire variazioni considerevoli.
Ovviamente, all’aumentare dell’ematocrito aumenta la viscosità del sangue perché il sangue diventa “più solido e meno liquido”.
Durante lo sforzo fisico la richiesta di ossigeno aumenta fino a 20 volte, determinando aumenti del flusso ematico sino a quasi 25 volte. Quanta più emoglobina è disponibile tanto più ossigeno può essere trasportato, ritardando la crisi del sistema atletico.
Più emoglobina significa più globuli rossi e in definitiva un valore di ematocrito più alto: questo nella stragrande maggioranza dei casi.
Alti valori di ematocrito (oltre che dannosi alla salute) possono anche essere negativi per la performance sportiva perché se il sangue è troppo denso non scorre facilmente nei piccolissimi capillari che irrorano i muscoli.
Ai fini di una campagna antidoping corretta è fondamentale conoscere come può variare l’ematocrito fisiologicamente. Purtroppo anche in questo campo è difficile mettere d’accordo i medici e l’impressione che se ne ricava è che ognuno tiri l’acqua al suo mulino.
C’è chi dice che:
a) l’ematocrito è pressoché stabile;
e chi dice che:
b) può passare anche da 42 a 60.
Dall’esperienza diretta (una cinquantina di atleti monitorati per due anni) si potrebbe concludere che entrambe le affermazioni siano inesatte. La maggior parte del campione ha avuto variazioni del 10% circa (per esempio da 38 a 42). Il che vuol dire che variazioni dal 5 al 15% non possono essere considerate sospette.
Che un ematocrito quindi passi da 44 a 50 può (attenzione al “può”) essere normale. Non appare cioè giustificato lo sforzo di chi vuole sostenere a tutti i costi che una variazione di ematocrito voglia dire doping.
Ci sono molte malattie che possono far innalzare l’HCT. Queste malattie non sono compatibili con la condizione di atleta in piena attività; pertanto in un’indagine sportiva si devono considerare solo le variazioni dovute a cause non patologiche.
La seguente tabella riporta dei dati ottenuti da una delle tante ricerche fatte sull’ematocrito e vorrebbe dimostrare come il suo valore può passare da 40 (punto di partenza) a 60, utilizzando una serie di fattori:
1) | Altitudine 2.300 m. 4 punti percentuali | 10% | 44 |
2) | Sudorazioni profuse, diarrea, vomito, iperventilazione (% non riportata) | 3% (stimata) | 45,32 |
3) | Prelievo mattutino | 5% | 47,59 |
4) | Soggiorno in posizione eretta per 18 minuti | 3,7% | 49,35 |
5) | Cambiamento di postura 13-20% | 16,5% | 57,49 |
6) | Variabilità biologica intraindividuale 4.6% | 2,3% | 58,81 |
7) | Stress psicologico | 1% | 59,40 |
8) | Altre terapie (Acido folico, B12; % non riportata) | 1% (stimata) | 59,99 |
9) | Coefficiente medio di variabilità analitica | 2,3% | 61,37 |
10) | Anticoagulante, grado di riempimento provetta, conservazione e trasporto, miscelazione del campione, emolisi, altri fattori interferenti (quali; % non riportata) | 1% (stimata) | 61,98 |
Considerare contemporaneamente TUTTE le varie possibilità significa veramente arrampicarsi sugli specchi. Inoltre ognuna di esse è comunque discutibile. In realtà (vedi per esempio alcuni classici come il McArdle o il Wintrobe), si scopre che:
Altitudine – La variazione è sensibile solo per un soggiorno di almeno due settimane e ad altitudini almeno di 4.000 m.
Sudorazione – Se i prelievi avvengono almeno 12 ore dal termine della gara, si suppone che l’atleta si sia perfettamente reidratato (altrimenti da che medici sarebbe seguito?)
Posizione eretta – Basta effettuare il prelievo in posizione supina.
Cambiamento di postura, prelievo mattutino e stress – Lo studio non chiarisce come ha ottenuto i valori massimi di variabilità e risulta pertanto molto dubbio a riguardo.
Altre terapie – Il dato è corretto, ma ininfluente: l’1% significa lo 0,4, da 40% a 40,4%. Questa è un’informazione che dovrebbe (ma purtroppo non lo è) essere conosciuta a tutti i medici generici che in presenza di ematocrito basso in atleti non sideropenici prescrivono inutilmente acido folico e vitamina B12.
Punti 9 e 10 – In altre parole è ovvio che se l’analisi è malfatta i dati sono inattendibili, ma allora si può dubitare di tutto.
Come si vede né la posizione a) (ematocrito stabile), né la b) (ematocrito ballerino) sono logiche.
La posizione più sensata sembra quella di ammettere una variazione massima del 15%.
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