L’ecografia (anche, ma più raramente, ecotomografia o ultrasonografia) è tecnica di indagine diagnostica che, a differenza di altre tecniche strumentali utilizzate per le stesse finalità, non utilizza radiazioni ionizzanti, bensì ultrasuoni.
L’ecografia è in grado di fornire un’immagine tridimensionale dell’interno di un organo o di una parte del corpo umano. Si basa, come detto, sull’utilizzo di onde acustiche e non elettromagnetiche, pertanto la sua prima caratteristica è l’assoluta innocuità dell’esame. I tessuti biologici, infatti, non sono investiti da radiazioni ionizzanti (come per esempio accade nel corso di un esame radiografico), ma solo da onde sonore provenienti dalla sonda.
L’ecografo sfrutta il principio fisico della riflessione delle onde (il fenomeno dell’eco) e la differente velocità di trasmissione delle onde acustiche a seconda della densità del mezzo in cui si propagano per costruire un’immagine tridimensionale del tessuto oggetto dell’indagine. In questa immagine, parti biologiche con strutture diverse (tessuti fibrosi o adiposi o parti liquide) appaiono con una tessitura e un’intensità differenti e lo specialista è in grado di associare tali conformazioni a oggetti diversi, come cisti, adenomi, liquido infiammatorio, degenerazioni di tessuti, formazioni tumorali benigne fino alle forme più gravi di tumori maligni.
L’efficacia di un’ecografia e la sua utilità nell’assistere il medico in una diagnosi dipende da vari fattori:
- Il grado di dettaglio con cui l’ecografo riesce a identificare le strutture: usare uno strumento o una sonda inadatta allo scopo può portare facilmente a un esame inutile e privo di informazioni; un ecografo per il fegato è ben diverso da un ecografo per indagini muscolo-tendinee.
- L’analisi attenta di un medico competente: poiché l’interpretazione dell’immagine ecografica è complessa, è fondamentale rivolgersi a professionisti con esperienza per evitare falsi positivi o falsi negativi. Può rivelarsi utile confrontare ecografie fatte in strutture diverse da medici diversi.
- L’effettuazione di esami di comparazione: se l’esame ecografico riguarda un arto, per esempio nelle indagini di tipo ortopedico, è fondamentale confrontare l’ecografia dell’arto malato con quella dell’arto sano, in modo da capire la gravità della situazione. Allo stesso modo risulta importante confrontare l’ecografia attuale con ecografie precedenti, per studiare l’evoluzione dei tessuti e delle lesioni. Per questo è importante conservare tutte le ecografie effettuate nel corso della propria storia clinica.
Le modalità di esecuzione dell’ecografia
Esistono diverse modalità attraverso le quali può essere effettuata un’ecografia; le principali sono: A-Mode (Amplitude Mode), B-Mode (Brightness Mode), B-Mode Real Time (B-Mode dinamica) e M-Mode (anche TM-Mode ovvero Motion o Time Motion Mode).
L’A-Mode è una modalità di visualizzazione monodimensionale ormai in disuso, anche se trova ancora qualche applicazione in ambito oculistico e neurologico. È il modo più semplice di rappresentare un segnale di tipo ecografico. L’eco viene rappresentato attraverso dei picchi la cui ampiezza è proporzionale all’intensità dell’eco stesso. Un’ecografia in A-Mode fornisce informazioni sulla sola natura della struttura che viene analizzata (liquida o solida).
La modalità B-Mode è quella più utilizzata in ambito ecografico. Come nel caso della modalità A-Mode, la visualizzazione degli echi è di tipo monodimensionale; essi vengono rappresentati sequenzialmente lungo una linea in base alla loro distanza dalla sorgente, ma la loro intensità non viene rappresentata con dei picchi, ma attraverso una scala di grigi.
Il bianco rappresenta l’intensità massima (siamo in presenza di un’immagine iperecogena), mentre il nero indica l’assenza di echi (immagine ipoecogena); le sfumature intermedie rappresentano invece i diversi livelli di intensità. L’introduzione della scala di grigi per rappresentare l’intensità degli echi ha sensibilmente migliorato la qualità delle immagini ecografiche.
A seconda della tecnica di scansione utilizzata, l’ecografia B-Mode può essere di tipo statico (o manuale) oppure dinamico (modalità B-Mode Real Time). La modalità Real Time può essere considerata come la naturale evoluzione della B-Mode statica. Gli ecografi che utilizzano la modalità dinamica ricostruiscono costantemente l’immagine (sono in grado di effettuare perlomeno 16 scansioni complete al secondo).
La modalità TM-Mode è, di fatto, una B-Mode in cui, lungo una linea di scansione fissa, si hanno refresh continui della posizione dei vari echi che non si sovrappongono (come avviene nel B-Mode Real Time) a quelli precedenti, bensì si affiancano in successione fornendo in tal modo informazioni sulla motilità della parte sotto indagine; praticamente, ogni eco viene rappresentato da un punto luminoso che si sposta in base ai movimenti delle strutture che lo hanno generato. Questa modalità viene soprattutto utilizzata in ambito ecocardiografico.

L’ecografia è tecnica di indagine diagnostica che non utilizza radiazioni ionizzanti, bensì ultrasuoni, per l’analisi dei tessuti molli
Campi di applicazione dell’ecografia
I campi di applicazione dell’ecografia sono diversi.
La tipologia di ecografia più utilizzata è probabilmente quella cosiddetta di superficie; essa consente di studiare le parti superficiali (articolazioni, mammelle, muscoli, tendini, tiroide ecc.). Per effettuare le ecografie di superficie sono utilizzate sonde ad alta frequenza (da 7,5 a 15 MHz).
In gravidanza è molto impiegata l’ecografia morfologica che valuta lo stato di salute del feto e monitora l’evoluzione della gravidanza
In ambito ginecologico si utilizza l’ecografia transvaginale; attraverso questo tipo di indagine è possibile esaminare le condizioni di ovaie, utero e vescica; con l’ecografia mammaria si analizzano le condizioni del seno.
L’ecografia transrettale viene utilizzata per esaminare lo stato di salute della prostata.
In ambito gastroenterologico, per l’analisi di organi interni quali esofago, stomaco e duodeno, si fa spesso ricorso alla cosiddetta ecografia perendoscopica che viene effettuata inserendo attraverso la bocca una sonda flessibile detta ecoendoscopio. Questo tipo di indagine permette di ottenere immagini ad alta risoluzione delle pareti del tubo digerente, ma anche delle strutture a esso vicine (per esempio il mediastino, il pancreas e le vie biliari). In sede addomimale, molto impiegata anche l’ecografia pelvica.
L’ecografia intravascolare (nota anche come IVUS) è invece una tecnica diagnostica di relativamente recente introduzione; trattasi di una metodica in grado di fornire dettagliate informazioni relativamente alla composizione delle placche aterosclerotiche. Per effettuare questo tipo di esame è necessario introdurre all’interno dei vasi sanguigni delle sonde a emissioni di ultrasuoni il cui diametro è inferiore ai due millimetri. La risoluzione delle immagini fornite dagli ecografi intravascolari è decisamente elevata.
Molto interessante è l’utilizzo dell’ecografia intraoperatoria; grazie a essa il chirurgo può effettuare degli atti chirurgici sotto il diretto controllo ecografico, svolgere una più accurata analisi del pezzo anatomico sottoposto a escissione verificando che al suo interno siano presenti gli elementi patologici di cui, preventivamente, aveva programmato l’asportazione. L’ecografia intraoperatoria, peraltro, è in grado di individuare la stragrande maggioranza delle metastasi epatiche provocate da neoplasie dell’apparato digerente, in particolar modo quelle prodotte dai tumori del pancreas endocrino.
Particolari tipologie di ecografia sono poi l’ecocardiografia (o ecocardiogramma) e l’ecocolordoppler. Entrambe sono due tecniche ecografiche che però presentano alcune differenze. Attraverso l’ecocardiografia si ottengono informazioni relativamente al funzionamento delle cavità e delle valvole cardiache, alla circolazione sanguigna, alla funzionalità cardiaca e all’eventuale presenza di processi infiammatori a carico della membrana cardiaca.
L’ecocolordoppler invece, oltre alle informazioni fornite dell’ecocardiografia, offre la possibilità di visualizzare il flusso ematico all’interno dei principali vasi sanguigni.
Pro e contro dell’ecografia
I vantaggi dello studio ecografico sono numerosi. Indubbiamente l’ecografia è una tecnica diagnostica piuttosto versatile, ben tollerata, non invasiva, di rapida esecuzione e dai costi decisamente contenuti.
A differenza di altre tecniche diagnostiche, di notevole utilità, ma non prive di rischi legati all’utilizzo di radiazioni ionizzanti, l’ecografia è, di fatto, un esame al quale, allo stato attuale, non sono imputabili effetti dannosi in quanto l’attraversamento dei tessuti da parte degli ultrasuoni non è in grado di generare apprezzabili conseguenze. Quindi, sostanzialmente, si tratta di un esame per il quale non esistono controindicazioni (tant’è che, diversamente da quanto accade con altre tipologie di indagine diagnostica, non è controindicata nemmeno nelle donne in stato interessante e, infatti, nella lista degli esami da effettuare in gravidanza sono previsti perlomeno 4 controlli ecografici) e che può essere ripetuto più volte nell’arco di brevi periodi di tempo.
Esistono però delle situazioni in cui l’attendibilità dell’ecografia non è sempre ottimale; in alcuni casi le limitazioni dell’attendibilità sono imputabili alle caratteristiche del soggetto che deve sottoporsi all’esame; il tipico esempio è quello di persone affette da obesità, nelle quali i risultati dell’esame possono essere falsati in quanto l’eccesso di tessuto adiposo crea diverse difficoltà nella visione degli organi interni.
Anche il meteorismo intestinale del paziente può creare dei problemi all’operatore, in quanto l’aria ostacola la corretta propagazione delle onde ultrasonore internamente all’organismo. Altri problemi possono sorgere da posizioni coatte cui sono costretti alcuni soggetti e che possono limitare la libertà di manovra dell’ecografista.
Problemi di attendibilità possono sorgere anche a causa delle caratteristiche dell’operatore; l’ecografia, infatti, è sicuramente una tecnica operatore-dipendente che richiede una certa perizia e molta esperienza; è fuor di dubbio, difatti, che per ottenere immagini che permettano un’ottimale valutazione delle condizioni delle strutture esaminate è necessario che l’operatore che esegue l’indagine conosca alla perfezione la strumentazione e sia dotato di un ottimo spirito di osservazione.
Anche le condizioni dell’apparecchiatura utilizzata e i tempi a disposizione possono influenzare l’attendibilità diagnostica; un macchinario obsoleto o l’esecuzione dell’esame in condizioni di stress o di urgenza possono, in effetti, creare problemi anche all’ecografista più esperto.
Ecografia come esame di routine
L’ecografia è un esame routinario in diverse condizioni patologiche o presunte tali. Viene per esempio prescritta routinariamente in caso di:
- TIA (Transient Ischemic Attack, Attacco Ischemico Transitorio) legato a ostruzione parziale delle arterie carotidi da parte di placche aterosclerotiche;
- problematiche tiroidee (presenza di noduli alla tiroide, ingrossamento tiroideo, tireotossicosi)
- presenza di masse espansive nella regione del collo
- sospetto di ostruzioni dei dotti salivari
- presenza di masse di sospetta origine neoplastica a livello dei tessuti molli
- osteomielite
- dolore toracico acuto sospetto (infarto, patologie miocardiche, cardiopatie congenite, paziente iperteso ecc.)
- dolore toracico presumibilmente legato a dissezione aortica
- aneurisma dell’aorta addominale
- sospetto di versamento pleurico o di trombosi venosi profonda
- dolore addominale acuto
- sepsi addominale
- presenza di focolai metastatici epatici da neoplasie insorte in altra sede
- ittero
- patologie biliari
- pancreatite
- insufficienza renale
- presenza di calcoli renali senza colica
- presenza di masse renali sospette
- nefropatia e uropatia sospette
- massa o dolore a livello dello scroto
- torsione testicolare
- sospetto di gravidanza extrauterina
- controllo periodico in gravidanza
- presenza di massa pelvica sospetta
- sospetto di endometriosi
- dolori a livello pelvico
- sospetto di neoplasia a carico della mammella
- tumori (parotidi, tiroide, colon-retto, fegato, rene, prostata, testicolo, ovaio, utero)
- ecc.
L’ecografia viene comunque utilizzata, anche se non routinariamente, per affiancare altre metodiche diagnostiche più specifiche in molte altre condizioni patologiche.
L’ecografia in ambito sportivo
In ambito sportivo si usa l’ecografia per indagare sullo stato di tendini e muscoli, quindi per identificare patologie come infiammazioni (tendiniti) o degenerazioni (tendinosi) di tendini e lesioni muscolari (contratture, distrazioni, strappi). In organi o articolazioni più complessi, come il ginocchio, può essere utile per identificare cisti o anomalie dei tendini o rilevare la presenza di liquido infiammatorio.
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