La presenza di cristalli di ossalato di calcio nelle urine in concentrazioni superiori alla norma è un’alterazione che viene riscontrata con una certa frequenza dopo l’esecuzione di un esame delle urine; entro certi limiti la cosa, pur meritando attenzione, non desta particolari preoccupazioni, ma quando la concentrazione di tali sostanze supera di molto certi valori può essere opportuno approfondire la questione dal momento che l’ossalato di calcio è una delle sostanze maggiormente implicate nella formazione di calcoli renali*.
Cristalli di ossalato di calcio nelle urine – Perché si formano?
Prima di parlare delle cause e delle problematiche derivanti dalla presenza di cristalli di ossalato di calcio nelle urine è opportuna una breve introduzione relativa a questa sostanza. L’ossalato di calcio è un sale di calcio dell’acido ossalico; è una sostanza presente in moltissime piante sotto forma di cristalli aghiformi (rafidi) dove hanno una funzione di difesa verso le specie erbivore; fra le piante maggiormente ricche di ossalati di calcio si devono ricordare l’altea, il rabarbaro e la dieffenbachia; sono presenti anche in molti cibi fra cui gli spinaci, kiwi, barbabietole e molti altri; è per questo motivo che quando si riscontra la presenza di cristalli di ossalato di calcio nelle urine uno dei primi suggerimenti è quello di ridurre drasticamente il consumo di determinati alimenti.
Va comunque precisato che la maggior parte (siamo attorno all’80% circa) dell’acido ossalico, prodotto terminale dell’acido ascorbico (vitamina C) e dell’acido ossoacetico (o gliossilico) è di produzione endogena. Riassumendo, l’ossalato di calcio riscontrabile nell’organismo deriva per buona parte dalla produzione endogena (che in alcune persone è decisamente superiore a quelle di altre; e questi sono maggiormente esposti al rischio di calcolosi renale), dalla salificazione del calcio alimentare con l’acido ossalico presente nei cibi e dall’assunzione dei cibi che lo contengono.
L’acido ossalico viene eliminato per via renale e ha la tendenza a precipitare molto facilmente dando luogo, in caso di eccessiva produzione e/o eccessivo apporto, a depositi di ossalato di calcio che possono dar luogo a nefrocalcinosi, nefropatia tubulo-interstiziale e calcoli renali. I fattori che possono essere causa di un’aumentata presenza di cristalli di ossalato di calcio nelle urine sono diversi:
- aumentata escrezione di sodio
- basso consumo di alimenti contenenti calcio
- eccessivo consumo di alimenti contenenti ossalato di calcio
- eccessivo consumo di cibi contenenti purine e proteine animali
- eccessivo consumo di integratori di vitamina C
- scarsa idratazione (e conseguente riduzione del quantitativo di urine espulse con la minzione)
- acidosi metaboliche
- malattie infiammatorie intestinali
- obesità.
Come si scopre la presenza di cristalli di ossalato di calcio nelle urine?
La presenza di cristalli di ossalato di calcio nelle urine è facilmente individuabile tramite un semplice esame delle urine che potrebbe essere stato prescritto per un controllo routinario oppure nel caso in cui il paziente abbia riferito sintomi che potrebbero essere riferibili a infezioni delle vie urinarie sia a calcolosi renale (per esempio, tracce di sangue nelle urine, dolore durante la minzione, febbre ecc.).
Cristalli di ossalato di calcio nelle urine – Valori normali

Gli esami di laboratorio sono fondamentali per verificare molte condizioni patologiche che alterano i parametri chimico-fisici delle urine.
I valori normali relativi ai cristalli di calcio nelle urine sono i seguenti:
- 10-40 mg nelle urine delle 24 ore.
Ricordiamo che i valori di riferimento possono variare fra un laboratorio analisi e l’altro e, conseguentemente, è sempre necessario riferirsi ai valori indicati nel referto che viene consegnato dalla struttura presso la quale si è effettuato l’esame.
Il test specifico per rilevare l’eventuale presenza di ossalato di calcio nelle urine (ossalati) può anche essere richiesto dal medico nel caso di iperossalurie primarie (deficit genetici enzimatici), iperossalurie secondarie da aumentato assorbimento intestinale (celiachia, insufficienza pancreatica, morbo di Crohn, resezione intestinale ecc.), ipovitaminosi B6, esposizione professionale ad acido ossalico e/o glicole etilenico.
Cristalli di ossalato di calcio nelle urine – Prevenzione
Come prevenire (o diminuire) la formazione di cristalli di ossalato di calcio nelle urine e, conseguentemente, ridurre il rischio di calcolosi renale? Di seguito alcuni pratici consigli, in particolar modo a coloro che più di altri sono predisposti alla calcolosi renale:
- idratarsi correttamente (non c’è bisogno di bere in eccesso, bensì di farlo quando si ha sete e dopo sforzi che hanno comportato una sudorazione eccessiva);
- limitare il consumo di alimenti che contengono ossalato di calcio (barbabietole, bietola, rucola, spinaci, frutta secca a guscio, soia e derivati, cioccolato, tè rabarbaro, fragole); quando si consumano è opportuno associarli a fonti ricche di calcio;
- limitare l’apporto di purine e proteine animali (acciughe, sardine, frattaglie, frutti di mari, pesci grassi, carni ecc.); in linea generale si dovrebbero evitare le diete iperproteiche;
- diminuire l’apporto di sodio;
- evitare di assumere dosi eccessive di vitamina C; un introito costante ed elevata di acido ascorbico, infatti, determina un aumento delle concentrazioni di cristalli di ossalato di calcio nelle urine.
Terapia
Non è detto che, in caso di riscontro di cristalli di ossalato di calcio nelle urine, si sia costretti a cure farmacologiche; in molti casi, infatti, una corretta idratazione e un aggiustamento del regime alimentare è in grado di migliorare molto la situazione.
Nei casi in cui il medico ravviserà la necessità di intervenire farmacologicamente è possibile che prescriva farmaci quali diuretici tiazidici (riducono il rischio di calcolosi renale), citrati (inibiscono la formazione e la crescita di cristalli di ossalato di calcio), allopurinolo e olio di pesce.
* La calcolosi renale è una condizione patologica di frequente riscontro nel nostro Paese (si calcola che circa un 10% della popolazione abbia avuto almeno un episodio di colica renale nel corso dell’esistenza); circa l’80% dei calcoli renali contiene calcio; di questi circa l’80% è formato da ossalato di calcio, in forma pura, o associato a fosfato di calcio.
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