La colecistochinina (CCK) è un ormone polipeptidico, composto da 33 aminoacidi, che appartiene al gruppo dei cosiddetti enterormoni, vale a dire un gruppo di sostanze di natura peptidica o amminica che vengono prodotte da stomaco, intestino e pancreas. È nota anche come pancreozimina (PZ). La colecistochinina viene secreta da particolari cellule situate lungo duodeno e digiuno; diverse sono le sue funzioni all’interno dell’organismo:
- stimola la secrezione enzimatica delle cellule acinose del pancreas
- stimola la motilità dell’intestino tenue e del colon
- stimola la contrazione e lo svuotamento della cistifellea
- inibisce la produzione di gastrina (ormone peptidico che viene secreto dalle cellule G presenti nella mucosa gastrica e in quella duodenale)
- favorisce il rilassamento dello sfintere di Oddi (una struttura che, oltre a regolare il deflusso della bile, impedisce il reflusso del contenuto del duodeno nel coledoco)
- tramite stimolazione vagale invia al cervello il segnale di sazietà (è uno dei vari ormoni coinvolti nel meccanismo fame-sazietà).
Colecistochinina e alimenti
È interessante il meccanismo che stimola la secrezione di colecistochinina; tale ormone infatti viene secreto grazie allo stimolo dei grassi e delle proteine presenti nel chimo (la massa semiliquida formata da alimenti e da succhi gastroenterici secreti per la digestione); è per questo motivo che quando si assume una notevole quantità di cibo ad alto tenore lipidico si avverte una notevole sazietà; la colecistochinina stimola quindi la secrezione di bile, sostanza che ha un ruolo di primaria importanza nella digestione dei grassi. Un elevato livello di colecistochinina in circolo è un segnale per l’organismo che sono stati introdotte notevoli quantitativi di grassi e, conseguentemente, non è più necessario assumere altro cibo.
La CCK, inoltre, serve ad “avvertire” lo stomaco che è necessario rallentare lo svuotamento, così che l’intestino tenue abbia il tempo necessario a terminare in modo adeguato la digestione di grassi e proteine.
La secrezione di colecistochinina viene invece inibita dalla somatostatina, ormone che inibisce anche le azioni di gastrina e secretina.
Colecistochinina e secretina – Test di stimolo

Il test di stimolo alla secretina e alla colecistochinina viene utilizzato per lo studio della funzione ormonale esocrina del pancreas
Il test di stimolo alla secretina e alla colecistochinina viene utilizzato per lo studio della funzione ormonale esocrina del pancreas. Viene effettuato iniettando, per via endovenosa, una determinata quantità di secretina e di colecistochinina.
Il test di stimolo alla secretina e alla colecistochinina non è un esame banale, richiede infatti il posizionamento di un sondino a livello duodenale e la continua aspirazione dei succhi gastrici (che altrimenti finirebbero per interferire con la misura del volume del succo pancreatico).
L’esame ha una lunga durata e il liquido raccolto viene sottoposto a diverse misurazioni (volume, concentrazione di bicarbonato, concentrazione di amilasi, tripsina e lipasi); nel caso in cui, per esempio, il soggetto si affetto da pancreatite acuta, i valori di tali reperti sono ridotti di circa il 20%. Nel caso di pancreatite cronica si riscontra generalmente una notevole riduzione delle concentrazioni di bicarbonato; in alcuni pazienti l’attività amilasica risulta ridotta.
Se è presente una patologia ostruttiva di norma la riduzione di tutti valori è significativa; i livelli risultano ancora più bassi nei soggetti affetti da fibrosi cistica.
Il test di stimolo alla secretina e alla colecistochinina è molto accurato (95-97% di accuratezza) e permette di rilevare problematiche non sempre facili da individuare; è però un test molto costoso e non ben tollerato da i pazienti e, per tali motivi, si ricorre sempre meno frequentemente al suo impiego. Rimane comunque il gold standard nella diagnosi delle malattie pancreatiche croniche in fase iniziale, laddove gli esami strumentali non sono in grado di evidenziare la patologia. Non è comunque un test esente da falsi positivi e falsi negativi.
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