Il citotest (test citotossico) è un test non convenzionale sulle intolleranze alimentari. Si effettua prelevando il sangue del paziente e lo si mette a confronto con una serie di sostanze alimentari; l’operatore al microscopio stabilisce il livello di rigonfiamento dei granulociti (un tipo di globuli bianchi) e lo classifica secondo quattro livelli di allergia (lieve rigonfiamento, discreto rigonfiamento, notevole rigonfiamento e rottura).
Il citotest fu proposto per la prima volta da Black nel 1956 e fu messo a punto da Bryan nel 1960 (spesso infatti è denominato test di Bryan); è simile al test sui linfociti del giapponese Kondo (che come dice il nome studia solo i linfociti), valuta la reattività generale dell’intero organismo e l’alterazione dei globuli bianchi può essere il segnale di un’intolleranza alimentare. Per le cause generali che possono intaccare l’affidabilità rimandiamo all’articolo sulle intolleranze.
Un parere molto critico sul citotest è stato espresso a suo tempo da Giselda Colombo (unità di allergologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano), secondo la quale non esistono prove scientifiche che ne supportino la validità, non essendo i metodi che valutano le reazioni delle cellule del sangue di fronte a possibili allergeni abbastanza chiari; inoltre il test non sarebbe riproducibile.
La ripetibilità dei risultati dipende cioè dalla persona che interpreta il test; negli USA e in Gran Bretagna numerose pubblicazioni hanno mostrato ampie diversità nella diagnosi di allergia sugli stessi soggetti, dipendenti dal tipo di lettura effettuata.
Esiste inoltre un grande problema connesso con il tipo di sostanze utilizzate per la diagnosi: la reazione può essere valutata correttamente solo usando sostanze idrosolubili (caffè zucchero sale ecc.), mentre l’uso di sostanze solide (frumento, formaggio, mais ecc.) o oleose, determina una reazione di rigonfiamento dei globuli bianchi del tutto indipendente dalla presenza di allergia.
Un altro aspetto negativo del test citotossico, esasperato in esami come l’Alitest, è che le sostanze positive sono accorpate per categoria: per esempio chi è allergico al pomodoro viene sempre definito intollerante anche a peperoni, melanzane, tabacco, caffè e patata (sono tutte piante della famiglia delle Solanacee). Per la dottoressa Colombo l’80% di chi risulta positivo al citotest non ha alcuna intolleranza.

Il citotest (test citotossico) è un test non convenzionale sulle intolleranze alimentari.
L’ALCAT test
Una versione particolare del citotest è l’ALCAT test (in Gran Bretagna è denominato Nutron); in molte versioni dell’ALCAT test la reazione dei globuli bianchi viene codificata con un colore. I cibi verdi sono quelli permessi, quelli bianchi sono banditi per due mesi ecc. fino a quelli rossi da evitare per oltre un anno. Katelaris (Australia) e Steinman (Sud Africa) hanno condotto ricerche accurate sull’ALCAT, smontandone la credibilità.
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