La presenza di acido ascorbico nelle urine non è in sé e per sé un dato “patologico” come possono esserlo invece i riscontri di altre sostanze quali chetoni, nitriti, leucociti, glucosio, emazie, muco, urobilinogeno, bilirubina ecc. Verificare però la presenza di acido ascorbico nelle urine ha però un suo importante significato perché eccessive concentrazioni di tale vitamina (ricordiamo che acido ascorbico è una delle varie denominazioni con le quali ci si riferisce alla vitamina C) può alterare diversi dei vari parametri che vengono rilevati quando ci sottopone a un esame completo delle urine; per esempio, il pH (che può risultare maggiormente acido), il glucosio (c’è il rischio di un falso negativo), i nitriti (rischio di falso negativo), la bilirubina (rischio di falso negativo), la presenza di sangue (rischio di falso positivo perché vengono inattivati alcuni reagenti), i globuli bianchi (leucociti) l’urobilinogeno ecc.
Non è un caso che quando ci si deve sottoporre a un esame dell’urine, venga consigliato di cessare, nelle 24 ore che precedono il test, l’assunzione di integratori vitaminici che la contengono e di quegli alimenti che la contengono in discrete quantità (il caso classico è quello degli agrumi). Anche nel caso in cui si effetti un’autoanalisi (vedasi Strisce reattive per le urine), il riscontro di acido ascorbico nelle urine oltre la soglia di normalità rende necessario ripetere il test dopo diverse ore (almeno una decina).
Valori normali
I valori normali di acido ascorbico nelle urine vanno da 0 a 10 mg/dL. Ricordiamo che i reni contribuiscono all’omeostasi dell’acido ascorbico modulandone l’escrezione e il riassorbimento a seconda delle riserve dell’organismo; c’è però soglia massima di vitamina C nel circolo sanguigno superata la quale, i reni non sono più in grado di riassorbirla; ciò fa sì che i livelli di acido ascorbico nelle urine inizino ad aumentare.
In altri termini, se assumiamo troppa vitamina C (con cibi o con gli integratori), il sistema di riassorbimento tubulare va incontro a saturazione e i livelli di acido ascorbico nelle urine aumentano considerevolmente; se, invece, l’apporto di vitamina C è insufficiente, l’organismo mette in atto un meccanismo di preservazione delle scorte riducendo il più possibile la quota di acido ascorbico che può essere eliminata.

Gli esami di laboratorio sono fondamentali per verificare molte condizioni patologiche che alterano i parametri chimico-fisici delle urine.
Acido ascorbico nelle urine – Cause
Le cause della presenza di acido ascorbico nelle urine sono da ascriversi a un’assunzione di quantità elevata di vitamina C con l’alimentazione o, più probabilmente, con integratori che ne contengono discrete quantità. In sé, come detto, non si tratta di un dato che ha un significato patologico e quindi non deve destare particolari preoccupazioni; vale però la pena ricordare che assunzioni eccessive di vitamina C sono controindicate ad alcuni soggetti, in particolar modo a chi soffre di calcolosi renale; uno degli effetti dell’acido ascorbico, infatti, è quello di aumentare la produzione di ossalati; la vitamina C, inoltre, è responsabile di un aumento dell’assorbimento intestinale del ferro non-emico con potenziale sovraccarico di tale sostanza. Eccessive assunzioni di vitamina C sono controindicate anche a coloro che soffrono di insufficienza renale.
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