Il sangue è un liquido organico, viscoso e opaco che circola nell’apparato cardiovascolare da dove si distribuisce nei vari distretti dell’organismo umano. Viene anche detto tessuto ematico.
Il sangue umano, un tessuto connettivo allo stato liquido, è un liquido di colore rosso brillante (sangue arterioso) o rosso violaceo (sangue venoso); è molto viscoso e ha un peso specifico che oscilla da 1.041 a 1,062 g per centimetro cubo (mediamente 1,055).
Nell’uomo circolano circa 5 litri di sangue; la sua temperatura oscilla fra i 37 e i 38 °C, mentre il suo pH va da 7,38 a 7,42.
Nei soggetti di sesso maschile il sangue è costituito per il 45% circa da una parte corpuscolata (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) e per il 55% circa da una parte liquida detta plasma; nelle donne la parte liquida è percentualmente superiore (60% circa), mentre la parte corpuscolata è inferiore (40%); viene detta ematocrito la parte percentuale di sangue che è costituita da elementi corpuscolati (un ematocrito di 44, significa che il 44% del volume del sangue è costituito da cellule).
Il plasma sanguigno
Il plasma sanguigno è formato in particolar modo da acqua (circa il 92%), le altre sostanze sono proteine, glucosio, aminoacidi, lipidi, ormoni, urea, urati, ioni (bicarbonato, calcio, cloro, idrogeno, potassio e sodio), gas (anidride carbonica e ossigeno), oligoelementi e vitamine.
Le componenti corpuscolate del sangue
Gli elementi corpuscolati del tessuto ematico vengono così suddivisi:
- eritrociti (anche globuli rossi o, ma più raramente, emazie)
- leucociti (anche globuli bianchi)
- piastrine (anche trombociti).
I globuli rossi sono gli elementi anucleati (ovvero senza nucleo) più numerosi presenti nel sangue; la loro principale funzione è quella di trasportare ossigeno dai polmoni verso i tessuti e anidride carbonica dai tessuti verso i polmoni. All’interno del citoplasma dei globuli rossi è contenuta una proteina fondamentale per l’espletamento della funzione di trasporto d’ossigeno, ovvero l’emoglobina.
Per approfondire l’argomento rimandiamo al nostro articolo Globuli rossi (eritrociti).
I globuli bianchi sono cellule molto più grandi dei globuli rossi, ma sono meno numerosi di questi ultimi. Un millilitro cubo di sangue contiene mediamente circa 5 milioni di eritrociti e circa 7.000 leucociti. Sono coinvolti nella risposta immunitaria; le loro funzioni sono sostanzialmente quelle di distruggere le cellule estranee e di produrre gli anticorpi.
I globuli bianchi vengono distinti, in base alle presenza o no di granulazioni, in granulociti (neutrofili, eosinofili e basofili) e agranulociti (monociti e linfociti). Ulteriori informazioni sono presenti nel nostro articolo Globuli bianchi (leucociti).
Le piastrine i più piccoli elementi figurati del tessuto ematico (non sono vere e proprie cellule, ma frammenti di citoplasma dei megacariociti localizzati a livello del midollo rosso) che svolgono un ruolo essenziale a livello di coagulazione del sangue. Come i globuli rossi anche le piastrine sono prive di nucleo. In un millilitro cubo di sangue si trovano circa 250.000 piastrine. Ulteriori approfondimenti sull’argomento sono presenti nel nostro articolo Piastrine.
Il sangue: le funzioni
Il sangue, come già si può intuire da quanto sopra riportato, svolge numerose e fondamentali funzioni; fra queste si ricordano il trasporto dei gas respiratori, il trasporto, nonché la distribuzione, dei nutrienti che vengono assorbiti a livello intestinale, il trasporto delle sostanze di rifiuto (che vengono veicolate nelle sedi preposte al loro smaltimento), il trasporto di ormoni, farmaci ecc. Fondamentali poi sono le funzioni di difesa (esplicate soprattutto dai linfociti) e quelle di mantenimento delle costanti biologiche (come, per esempio, la temperatura e il pH).
L’emopoiesi
Il processo di produzione delle cellule ematiche viene detto emopoiesi (anche ematopoiesi); durante il periodo intrauterino a tale processo sono preposte particolari cellule delle pareti vascolari (si parla in questo caso di emopoiesi pre-epatica); in seguito, anche l’organo epatico partecipa a tale processo (emopoiesi epatica); il ruolo del fegato diventa sempre più marginale quanto più interviene il midollo osseo (emopoiesi midollare). Nella vita extrauterina è soprattutto il midollo rosso delle ossa che svolge la funzione emopoietica. Gli organi produttori di cellule ematiche vengono detti organi emopoietici; oltre al midollo osseo (il più importante), sono organi emopoietici anche le linfoghiandole (che producono particolarmente globuli bianchi) e la milza.
Le cellule ematiche mature non hanno tutte la stessa vita media; i globuli rossi, per esempio, vivono mediamente 120 giorni, le piastrine 10, i granulociti 10 ore, i linfociti B pochi giorni (eccezion fatta per una tipologia di linfociti noti come cellule della memoria) e i linfociti T alcuni mesi o addirittura anni.
Gruppi sanguigni
Nell’uomo è definibile un gruppo sanguigno, cioè un tipo di sangue che viene definito e contraddistinto in base al numero di antigeni presenti nei globuli rossi; esistono vari sistemi che definiscono i gruppi sanguigni, il più noto è il sistema A B 0. I globuli rossi possono contenere antigeni A, B, AB, o non averne alcuno (gruppo 0). La trasfusione del sangue può avvenire solo tra gruppi sanguigni compatibili.
L’eredità dai gruppi sanguigni avviene in base alla legge di Mendel; altri fattori di isoimmunizzazione sono dati dal fattore Rh, molto interessante per lo studio dei fenomeni di incompatibilità tra madre e feto. L’85% degli individui è Rh positivo (Rh+), i rimanenti individui sono Rh negativi (Rh-). Se una donna Rh- ha un figlio da un Rh+, nel suo sangue si creeranno degli anticorpi per il fattore Rh che possono distruggere il sangue del feto, passando attraverso il filtro placentare (eritroblastosi fetale); esso è tipico della seconda gravidanza e delle successive.
Nel 1920 l’austriaco Karl Landsteiner distinse i quattro gruppi sanguigni, provando l’esistenza del fattore Rh nei globuli rossi.
Ereditarietà del gruppo sanguigno
Nell’individuo la coppia dei cromosomi è formata da uno di origine paterna e da uno di origine materna. Su ciascuna coppia esiste un gene (nella stessa posizione) che svolge la stessa funzione, per esempio determina il gruppo sanguigno. Se i geni sono uguali l’individuo si chiama omozigote, mentre se i due geni sono diversi si dice eterozigote; se il carattere espresso dal gene si impone sull’altro è detto dominante, se invece è sottoposto all’altro è detto recessivo.
Nel caso del gruppo sanguigno, i geni che codificano il gruppo possono essere A, B e 0 (sistema AB0), A e B sono dominanti mentre 0 è recessivo. Quindi sono possibili le seguenti combinazioni:
- Soggetto di gruppo A: A,0 (soggetto eterozigote che ha ereditato A da uno dei genitori e 0 dall’altro) oppure A, A (omozigote)
- Soggetto di gruppo B: B,0 (soggetto eterozigote che ha ereditato B da uno dei genitori e 0 dall’altro) oppure B,B (omozigote)
- Soggetto di gruppo AB: A,B (soggetto eterozigote)
- Soggetto di gruppo 0: 0,0 (soggetto omozigote; non può essere altrimenti perché il gruppo 0 è recessivo).
Per capire l’ereditarietà occorre considerare i geni di partenza. Se un individuo di gruppo A si unisce a uno di gruppo B, occorre sapere come è formata la coppia: per esempio da un A,0 e da un B,0 potranno uscire:
AB, A0, B0, 00
cioè ogni genitore fornisce un cromosoma, poi il gruppo del figlio dipende dal concetto di dominanza. Potrà essere AB, A, B o 0; ogni possibilità con il 25% dei casi.
Chi desidera approfondire può consultare il nostro articolo Leggi dell’ereditarietà.
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