Le mestruazioni sono un fenomeno fisiologico ciclico che caratterizza l’età feconda della donna (dai 13 ai 50 anni circa); esso consiste sostanzialmente in una fuoriuscita ematica proveniente dalla cavità uterina in seguito allo sfaldamento dello strato superficiale dell’endometrio, la mucosa che ricopre detta cavità.
Se la donna non è in stato interessante o non sono presenti alterazioni del ciclo mestruale, di cui le mestruazioni rappresentano la fase finale, i flussi mestruali si ripetono ogni 28 giorni circa. Il primo flusso mestruale di una donna viene detto menarca.
L’età del menarca risente di alcune caratteristiche che sono essenzialmente di tipo costituzionale, razziale e geografico. Di norma, nelle donne che vivono nelle zone equatoriali e subequatoriali, l’epoca delle prime mestruazioni viene registrato più precocemente rispetto a quella delle donne che vivono nelle altre aree geografiche.
Generalmente i primi flussi mestruali che seguono il menarca sono caratterizzati da una certa irregolarità; nel giro di un paio di anni però, il ciclo mestruale tende a stabilizzarsi e ad assumere una certa regolarità. Può anche capitare che dopo il menarca, il flusso mestruale successivo compaia dopo due mesi. Queste irregolarità sono considerate, se limitate ai primi episodi mestruali, del tutto normali e non devono destare alcuna preoccupazione.
Nel caso in cui le mestruazioni non compaiano entro il sedicesimo anno di età di parla di amenorrea primaria, una condizione che necessità di approfondimenti medici.
L’ovaio è un organo femminile che svolge due importanti funzioni: la produzione di ormoni (estrogeni e progestinici) e la riproduzione.
La principale caratteristica del periodo riproduttivo di una donna è la produzione di un ovulo (ovocita o cellula uovo) che può essere fecondato. La sequenza di cambiamenti fisiologici periodici che si verificano e che hanno come scopo ultimo la produzione di detto ovulo, è nota come ciclo mestruale; quest’ultimo è frutto di un’interazione piuttosto complessa fra il sistema endocrino e quello riproduttivo, interazione che vede entrare in gioco vari ormoni. Cerchiamo di capirne a grandi linee il funzionamento.
Come detto un ciclo mestruale ha una durata di circa 28 giorni; è corretto precisare fin da subito che tale periodo temporale rappresenta una media, perché fra soggetto e soggetto possono esservi significative differenze relativamente alla lunghezza del ciclo.
Il ciclo può essere convenzionalmente suddiviso in quattro tappe ben distinte: fase follicolare, ovulazione, fase luteinica e mestruazione.
Fase follicolare – La fase follicolare, nota anche come fase proliferativa o fase preovulatoria, è la prima fase di quello che viene detto ciclo ovarico; essa inizia con il primo giorno del ciclo e termina con l’ovulazione. La fase follicolare ha una durata media di circa 14 giorni. Dietro lo stimolo dell’FSH (l’ormone follicolostimolante) secreto dall’ipofisi, ogni mese, alternativamente, in una delle ovaie, si ha lo sviluppo di un certo numero di follicoli ovarici; ognuno di essi contiene una cellula uovo immatura. Di norma, nel corso del ciclo mestruale, un solo follicolo continuerà a crescere arrivando a maturazione (si parla di follicolo dominante) così da poter rilasciare un ovulo maturo (ovulazione).
Ovulazione – L’ovulazione identifica il momento in cui l’ovocita viene espulso dalle ovaie. L’ovulo viene rilasciato dall’ovaia nella rispettiva tuba di Falloppio; qui l’ovocita è pronto per l’eventuale fecondazione. Il periodo fertile ha una durata di circa tre giorni perché sia spermatozoi che ovociti mantengono la loro capacità procreativa per circa 72 ore. Nel corso dell’ovulazione la cervice secerne un muco piuttosto chiaro e filante ed è pronta ad accogliere lo sperma maschile.
Fase luteinica – La fase luteinica, nota anche come fase post-ovulatoria o fase secretiva, è quella che segue l’ovulazione. La sua durata è di circa due settimane, ma si possono registrare variazioni considerevoli da soggetto a soggetto.
Nel corso della fase luteinica l’ovaio produce, oltre agli estrogeni, anche progesterone, ormone che determina una trasformazione dell’endometrio in un tessuto pronto ad accogliere un eventuale ovocita fecondato. Se non vi sarà fecondazione dell’ovulo, questo verrà eliminato con le mestruazioni insieme a una parte di tessuto endometriale. In alcune donne, durante la fase luteinica si ha la comparsa di quella condizione patologica nota come sindrome premestruale.
Mestruazione – Le mestruazioni hanno una durata variabile; di norma va dai tre ai cinque giorni, ma viene considerato normale (eumenorrea) anche un flusso che dura dai due ai sette giorni; le variazioni sono essenzialmente legate al calibro delle arteriole coinvolte nel flusso emorragico.
Una volta superati i 35 anni di età, la durata delle mestruazioni e la perdita ematica hanno la tendenza a diventare rispettivamente più breve e meno abbondante. Anche la regolarità del ciclo può subire modificazioni con l’avanzare dell’età.
Nel corso delle mestruazioni le donne accusano perdite ematiche medie quantificabili in circa 35 ml; vi sono comunque soggetti che accusano perdite decisamente inferiori (10 ml circa) o decisamente superiori (80 ml circa). Nel caso in cui il flusso sia eccessivamente abbondante si parla di ipermenorrea (anche menorragia); in caso contrario (flusso eccessivamente ridotto) si parla di ipomenorrea.
Le perdite ematiche cicliche dovute alle mestruazioni spiegano perché le donne hanno un maggiore fabbisogno di ferro rispetto a quello dei soggetti maschi.
Sintomi associati alle mestruazioni
Nella seconda metà del ciclo, soprattutto nei giorni precedenti l’emorragia, molte donne accusano una serie di sintomi di vario genere: agitazione, depressione, stanchezza, disturbi del sonno, seno dolorante, cefalea, senso di pesantezza. Questi sintomi scompaiono all’inizio della mestruazione, o subito dopo. Quelli più lievi possono essere causati dalle normali fluttuazioni ormonali tipiche del ciclo mestruale, e non hanno carattere patologico.
Quando si è in presenza di sintomi più gravi e ricorrono determinate condizioni, si parla di sindrome premestruale. Le cause della patologia non sono conosciute, ma probabilmente è provocata dall’alterazione dell’equilibrio ormonale, oltre che da altri fattori (carenza di vitamine, di acidi grassi essenziali, squilibrio di sali minerali).
La ritenzione idrica nei giorni che precedono il flusso mestruale è probabilmente il sintomo più fastidioso per le donne che soffrono di disturbi premestruali. Per approfondire si consulti l’articolo Ritenzione idrica e ciclo mestruale.
I disturbi durante il ciclo mestruale molto spesso compaiono in donne giovani, e si manifestano con dolore intenso e crampi nella zona addominale, accompagnati a volte da vomito, diarrea, cefalea, mal di schiena e stanchezza; talvolta l’aspettativa del dolore può essere causa di crampi. Nella maggior parte dei casi questa patologia non ha un’origine fisica. In altri casi può essere provocata da squilibri del metabolismo ormonale o da una presenza eccessiva di prostaglandine, sostanze derivate dall’acido arachidonico e presenti fisiologicamente nell’organismo. Vi sono poi cause di carattere patologico, come la presenza di miomi, che sono tumori benigni dell’utero, o nel caso di endometriosi, una patologia in cui si ha presenza di tessuto tipico della mucosa uterina al di fuori dell’utero. Possono così formarsi noduli che, durante le mestruazioni, causano dolore pelvico e sanguinano. In questo caso si possono avere mestruazioni più lunghe e abbondanti. Se non vi sono cause organiche si potrà evitare il ricorso ai farmaci (adottando esercizi respiratori, rilassamento, movimento, tisane antispastiche); diversamente, la terapia si baserà sulle caratteristiche di ogni singolo caso.
Per saperne di più sulle mestruazioni particolarmente dolorose si consulti l’articolo Dismenorrea.

Le mestruazioni hanno una durata variabile; di norma va dai tre ai cinque giorni, ma viene considerato normale (eumenorrea) anche un flusso che dura dai due ai sette giorni.
Rimedi
I rimedi prevedono il ricorso a antinfiammatori, ormoni, diuretici, tranquillanti o sonniferi, a seconda della sintomatologia. Si deve anche tenere presente che questi disturbi possono essere legati a una difficile accettazione da parte della donna delle mestruazioni, per motivi culturali o personali. In questo caso il trattamento terapeutico richiede anche un approccio di tipo psicologico.
Pillole anticoncezionali e mestruazioni
Fra i vantaggi della pillola anticoncezionale c’è da registrare la marcata riduzione di amenorrea, cicli mestruali irregolari ed episodi di sanguinamento intermestruali.
Le pillole anticoncezionali di nuova generazione (per esempio Klaira, una pillola anticoncezionale a base di estradiolo valerato e dienogest) vengono prescritte non soltanto nel caso in cui la donna voglia evitare una gravidanza, ma anche per regolarizzare il ciclo e soprattutto per porre rimedio a flussi mestruali eccessivamente abbondanti (ipermenorrea); già da alcuni anni poi, la statunitense FDA (Food and Drug Administration) ha approvato Lybrel, una pillola anticoncezionale che cancella il ciclo mestruale, eliminando quindi il flusso mensile, tant’è che Lybrel viene spesso identificata come pillola elimina-mestruazioni. A differenza di quanto accade con le altre pillole anticoncezionali, Lybrel deve essere assunta ogni giorno senza alcun intervallo settimanale.
Come gestire le mestruazioni?
Le mestruazioni sono un evento che non solo può risultare fastidioso per la varia sintomatologia che lo caratterizza (che può essere alleviata con farmaci opportuni), ma anche per questioni prettamente igieniche a causa del sanguinamento più o meno abbondante. Per ovviare a quest’ultimo problema, le donne in età fertile hanno a disposizioni vari tipi di tampone fra cui assorbenti esterni, assorbenti interni e coppette.
Gli assorbenti esterni (noti anche come assorbenti igienici) sono tamponi usa-e-getta di forma rettangolare, piuttosto appiattiti, costituiti da diversi strati di stoffa e materiale sintetico che servono ad assorbire le perdite mestruali mantenendosi abbastanza asciutti; generalmente sono dotati di adesivi da mettere a contatto con le mutandine affinché restino in posizione. In commercio sono disponibili anche assorbenti riutilizzabili in stoffa (cotone, spugna o flanella).
Un’alternativa è rappresentata dai cosiddetti assorbenti interni; si tratta di tamponi in cotone e/o rayon che devono essere inseriti in vagina nei giorni del flusso; il loro scopo è quello di assorbire le perdite prima che queste fuoriescano dalla cavità vaginale.
Oggi gli assorbenti interni sono fra i tamponi più utilizzati, ma per molto tempo sono stati vittime di pregiudizi del tutto infondati (difficoltà nell’inserimento, tossicità e rischio di perdita della verginità).
In commercio esistono assorbenti per ogni tipologia di flusso e le loro dimensioni variano a seconda del loro grado di assorbenza; quest’ultima è sempre indicata nelle confezioni, solitamente con le diciture mini (o light), regular, super e ultra (o superplus) oppure con il disegno di una, due, tre o quattro gocce. Di seguito le indicazioni relative ai vari gradi di assorbenza:
- Mini – Assorbenti utilizzati per flussi molto leggeri; assorbono fino a 6 grammi.
- Regular – Assorbenti per i flussi medi, spesso utilizzati nei giorni intermedi del flusso mestruale. Assorbono dai 6 ai 9 grammi.
- Super – Ideali nel caso di flussi abbondanti. Assorbono dai 9 ai 12 grammi.
- Ultra – Per flussi particolarmente abbondanti, indicati soprattutto per essere usati nei primi due giorni di flusso. Assorbono dai 12 ai 18 grammi.
Un altro dispositivo per ovviare alle perdite ematiche da flusso mestruale sono le cosiddette coppette mestruali; si tratta di contenitori in lattice o silicono di piccole dimensioni da inserire internamente alla vagina nei giorni del flusso che verrà così raccolto. Diversamente dai tamponi interni, le coppette non assorbono il sangue uterino, ma lo raccolgono al loro interno. Anche se le coppette mestruali ricoprono la cervice come i diaframmi contraccettivi, non possono essere utilizzati come dispositivi anticoncezionali.
Sono molti anni che le coppette mestruali sono in commercio, ma nel nostro Paese non sono particolarmente diffuse.
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