La fimosi è una condizione anatomica caratterizzata da una stenosi del prepuzio (la piega cutanea che copre una parte del pene) che non consente di scoprire completamente il glande; si tratta quindi di un’anomalia degli annessi cutanei dell’organo maschile che comporta un’alterazione della sua normale meccanica; la retrazione del prepuzio al di sotto del solco balano-prepuziale non è possibile né quando il pene è in condizioni di flaccidità né quando si trova in erezione.
La fimosi quindi non è una vera e propria patologia, ma sicuramente è una condizione che può avere conseguenze più o meno serie. È infatti immediatamente comprensibile che il glande deve poter essere scoperto completamente affinché siano possibili sia un’adeguata igiene delle parti intime sia una normale attività sessuale.
Al momento della nascita sono pochi (circa il 5%) i neonati in cui il prepuzio è completamente retraibile; nel restante 95% invece il glande è attaccato parzialmente o addirittura completamente al glande; la fimosi neonatale è quindi un fenomeno che, nella stragrande maggioranza dei casi, possiamo definire fisiologico; si è cioè in presenza di aderenze balano-prepuziali destinate a scomparire nel giro di pochi anni; solitamente, infatti, nel periodo di età compreso fra i 3 e i 5 anni, le aderenze spariscono e liberano il glande (anche balano), quest’ultimo aumenta le proprie dimensioni e al di sotto della lamina prepuziale si accumulano progressivamente i residui dell’esfoliazione cellulare misti a smegma (prodotti di secrezione dell’organo genitale); l’accumulo di cellule esfoliate e di smegma fa sì che, seppur molto lentamente, il prepuzio perda la sua adesione al glande e possa scorrervi lasciandolo completamente scoperto.
Può però succedere che la condizione di fimosi non si risolva spontaneamente e sia necessario intervenire allo scopo di evitare complicazioni che, come accennavamo in precedenza, possono essere anche di una certa gravità, in primis balanite, infezioni delle vie urinarie e parafimosi, una condizione patologica che, se non può essere risolta manualmente, richiede un intervento chirurgico allo scopo di evitare una gangrena del pene.
La fimosi è uno dei fattori di rischio noti per il tumore del pene, una neoplasia invero piuttosto rara (nei Paesi occidentali si registra circa un caso ogni 100.000 maschi; nel nostro Paese l’incidenza annua è di 0,7 ogni 100.000 maschi).
Gradi di gravità della fimosi
Utilizzando la gravità della condizione anatomica in questione, si distinguono tre diverse tipologie di fimosi: lieve, moderata e severa.
Si ha fimosi lieve quando la scopertura totale del glande è possibile, anche se solo quando l’organo maschile non è eretto. La manovra di scopertura comunque non è agevole e il soggetto può avvertire un dolore piuttosto fastidioso. Quando il pene è eretto, invece, risulta impossibile scoprire il glande poiché il diametro dell’anello prepuziale è inferiore a quello del glande. Questa condizione non è particolarmente preoccupante in quanto il soggetto è comunque in grado di effettuare un’adeguata igiene intima.
Si ha fimosi moderata quando la scopertura del glande, anche con il pene flaccido, è possibile solo parzialmente. A motivo di ciò, l’igiene intima risulta piuttosto impegnativa.
Si ha fimosi severa quando non è possibile scoprire il glande neppure parzialmente, nemmeno quando il pene è flaccido. Un’adeguata igiene intima è di fatto impossibile e ciò porta sia a infezioni locali (balanite) sia a infezioni delle vie urinarie.
Fimosi: classificazioni
La principale classificazione della fimosi è quella che distingue la fimosi congenita dalla fimosi acquisita.
Si parla di fimosi congenita quando la stenosi prepuziale è presente sin dalla nascita ed è determinata dal patrimonio genetico dell’individuo. La fimosi congenita è un’evenienza decisamente rara.
Si ha invece fimosi acquisita quando, per cause di diversa natura, l’anello del prepuzio viene colpito da un processo di stenosi e da una riduzione dell’elasticità legata a un processo di retrazione cicatriziale cutanea.
Facendo riferimento alla stenosi si distingue fra fimosi serrata e fimosi non serrata; nel primo caso la stenosi non consente la scopertura del glande, nemmeno parzialmente, anche quando l’organo si trova in condizioni di flaccidità.
In caso di fimosi serrata risulta difficoltoso anche il deflusso urinario.
Nel secondo caso la stenosi fa sì che la scopertura del glande non sia possibile, parzialmente o totalmente, quando il pene si trova in stato di erezione. La fimosi non serrata non crea insormontabili disagi per quanto concerne l’igiene intima, ma può comunque creare un notevole scadimento della qualità della vita in quanto può essere causa di rapporti sessuali piuttosto dolorosi. Non si deve inoltre dimenticare che la fimosi non serrata, pur essendo una condizione meno severa della fimosi serrata, può comunque condurre alla già citata condizioni di parafimosi.
Cause
Per quanto concerne la fimosi congenita, la causa è di origine genetica.
Nella forma acquisita, invece, le cause possono essere di diverso tipo. Fra quelle più comuni si ricordano la balanopostite, la balanite xerotica obliterante, le dermatiti da pannolino e le lesioni traumatiche legate a manovre di scopertura del glande del bambino.
Le balanopostiti possono provocare fimosi in quanto, al momento della guarigione del processo infiammatorio, si verificano dei processi di cicatrizzazione che inducono una stenosi e un ispessimento dell’anello prepuziale. Anche nel caso della balanite xerotica obliterante, il processo di fimosi è legato a processi di cicatrizzazione che seguono le lacerazioni cutanee provocate dalla patologia.
Le dermatiti da pannolino sono invece alla base della formazione di piccolissime lesioni a livello del glande e del prepuzio; anche in questo caso il responsabile primario è il processo di cicatrizzazione che segue quello infiammatorio.
Trattamento della fimosi
La patologia può essere trattata sia farmacologicamente sia attraverso un’operazione chirurgica.
La terapia con farmaci prevede generalmente il ricorso a pomate a base di cortisonici da applicare quotidianamente sulle zone interessate, ovvero il prepuzio e il glande. Le applicazioni di farmaci cortisonici hanno sia effetti antinfiammatori e antibatterici; peraltro è stato osservato che, in seguito a tale trattamento, la cute prepuziale tende ad acquisire una certa elasticità e ciò fa sì che con il tempo l’anello prepuziale si dilati consentendo di scoprire completamente il glande. Un ciclo di trattamento con pomate cortisoniche ha la durata di circa 30 giorni. In molti casi, un solo ciclo è sufficiente a risolvere il problema; se ciò non avviene sarà necessario effettuare un secondo ciclo di cura. La situazione va attentamente monitorata nei sei mesi successivi alla fine del trattamento, per verificare che non vi siano recidive. Nella stragrande maggioranza dei casi, la terapia con pomate cortisoniche porta alla risoluzione del problema.
L’operazione chirurgica è stata per molto tempo la tipologia di trattamento maggiormente presa in considerazione in caso di fimosi; molti autori ritengono tutt’ora che essa sia da preferire alla terapia farmacologica. In età pediatrica si può intervenire sia con un intervento di circoncisione sia con la plastica prepuziale.
L’intervento di circoncisione consiste nell’asportazione del prepuzio; in alcuni casi di fimosi si procede anche con l’asportazione del frenulo.
La plastica prepuziale è un intervento chirurgico che consiste nella resezione di una piccola parte di prepuzio associata a due incisioni di scarico a forma di calice che vengono effettuate sul versante dorsale del pene, un’incisione interessa la mucosa e un’incisione interessa la cute.
I tempi di guarigione dagli interventi sono brevi e generalmente non si registrano effetti collaterali di rilievo.
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