L’amniocentesi (prelievo del liquido amniotico) è una procedura diagnostica, particolarmente affidabile, che comporta il prelievo, tramite un ago sottilissimo, di una piccola quantità di liquido amniotico, ovvero il liquido contenuto nel cosiddetto sacco amniotico, una sacca membranosa che circonda l’embrione (le cosiddette “acque” che circondano il feto proteggendolo dagli insulti esterni). Gli scopi principali dell’esame sono: individuazione di anomalie fetali (per esempio la sindrome di Down), anomalie cromosomiche, disturbi legati al sesso (come l’emofilia), malattie metaboliche e anomalie legate allo sviluppo (come la spina bifida). È una tecnica invasiva, ma non particolarmente rischiosa, contrariamente a quanto si crede comunemente; diversi i motivi per cui viene proposta (età della gestante >35 anni, presenza di un’anomalia cromosomica in uno o entrambi i genitori, presenza di una patologia genetica in uno o più familiari ecc.).

Le statistiche dicono che una percentuale di 0.3-0.5% delle donne che si sottopongono ad amniocentesi vanno incontro a un aborto spontaneo nelle successive 48 ore
Per approfondire: Amniocentesi
Indice materie – Medicina – Amniocentesi