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Verbi servili

I verbi servili (detti anche verbi modali) sono quei verbi che vengono premessi a un verbo coniugato all’infinito e ne qualificano l’azione con un significato aggiuntivo; si noti che nel sintagma verbo servile + verbo all’infinito, il verbo servile è l’elemento reggente, mentre il verbo coniugato all’infinito è l’elemento retto, anche se, di fatto, è quello che esprime il significato principale del predicato verbale.

Il termine servili (a cui molti autori preferiscono il termine modali) sottolinea la funzione di “servizio” che tali verbi assolvono nei confronti del verbo coniugato all’infinito.

Verbi servili – Quali sono?

I verbi servili per eccellenza sono tre:

  • dovere (presenta l’azione del verbo come dovuta, necessaria, obbligata)
  • potere (presenta l’azione del verbo come possibile)
  • volere (presenta l’azione del verbo come voluta, desiderata).

Nel registro informale, il verbo dovere è talvolta sostituito dalla costruzione avere da (Ho da dirti una cosa = Devo dirti una cosa; una tale costruzione è presente anche nella lingua inglese dove è possibile sostituire il verbo difettivo must con have to).

Nota – I tre verbi sopraindicati hanno anche un significato proprio e, conseguentemente, se non sono seguiti da un infinito, costituiscono un predicato verbale autonomo e richiedono l’ausiliare avere (Maria ha voluto altre informazioni).

Sono molto spesso utilizzati come servili anche i seguenti verbi:

  • sapere (nel senso di essere in grado di, essere capace di: so sciare = sono in grado di sciare, sono capace di sciare)
  • solere (essere solito); verbo difettivo dei tempi composti.
Verbi servili - Frasi

Se voglio andare a casa, devo mangiare velocemente

Caratteristiche

I verbi servili sono accomunati dalle seguenti caratteristiche:

  1. sono seguiti direttamente da un verbo coniugato all’infinito (devo andare, posso andare, voglio andare);
  2. l’identità del soggetto del verbo modale è la stessa di quella dell’infinito che lo segue;
  3. la possibilità di collocare i vari pronomi atoni (mi, ti, lo, la, gli) e le particelle ci e ne prima del verbo servile (ti deve raccontare; ne vuole discutere) oppure dopo il verbo all’infinito (deve raccontarti, vuole discuterne).

Possono inoltre avere funzione di verbi servili anche i seguenti verbi:

  • desiderare
  • preferire
  • osare

ma non possono essere considerati verbi servili in senso stretto perché rispettano alcune delle condizioni sopraesposte, ma non tutte e tre contemporaneamente; si osservino questi esempi:

  • posso dire voglio farmi un caffè oppure mi voglio fare un caffè (sono rispettate tutte e tre le condizioni)
  • posso dire: preferisco farmi un caffè, ma non posso dire mi preferisco fare un caffè;

si nota come nel caso di preferire non sia possibile rispettare tutte e tre le condizioni contemporaneamente (nella fattispecie, la 3 non è applicabile).

Verbi servili e tempi composti

I verbi servili formano i tempi composti preferibilmente con l’ausiliare richiesto dal verbo da cui sono seguiti, tuttavia l’ausiliare essere può essere sostituito dall’ausiliare avere (non sono potuto andare/non ho potuto andare); solere è difettivo dei tempi composti.

Nel caso in cui accompagnino un verbo di forma riflessiva o pronominale richiedono l’ausiliare essere nel caso in cui la particella pronominale li preceda (Non mi sono potuto asciugare) e l’ausiliare avere se la particella è unita all’infinito (Non ho potuto asciugarmi).

 

Indice materie – Lingua italiana – Precedente: Verbi impersonali –  Verbi servili – Successivo: Verbi fraseologici

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