Qual è il plurale di curriculum? È curriculum o curricula? C’è una certa curiosità attorno alla questione tant’è che tale dubbio è periodicamente riproposto nelle rubriche linguistiche di riviste e quotidiani; anche l’autorevole Accademia della Crusca ha espresso più volte il proprio parere.
Se su altre domande relative ai plurali si possono dare risposte che non danno adito a discussioni (per esempio: il plurale di camicia è camicie, non camice), quando si arriva a toccare l’argomento curriculum, tutto sembra diventare più incerto; anche fra i linguisti, infatti, non c’è unanimità di pareri.
Senza avere la pretesa della ragione assoluta, cerchiamo quindi di dare una risposta soddisfacente e di buon senso alle domande di inizio articolo.
Curriculum o curricula, questo è il problema
Con questo scherzoso titolo che si rifà alla celeberrima battuta pronunciata all’inizio del monologo di Amleto (“essere o non essere, questo è il problema“) vorremmo “sdrammatizzare” un po’ la questione.
Se ci limitiamo alla lingua latina (caso nominativo), il plurale di curriculum (che ha varie accezioni, fra cui corso e corsa) è curricula. Il termine, spiega l’Accademia della Crusca, entra per la prima volta in italiano nel 1892, tramite la locuzione curriculum vitae (traducibile come corso della vita in breve); il solo termine curriculum è attestato soltanto diversi anni più tardi, nel 1941.
Da curriculum è poi derivata una voce italiana: curricolo (plurale curricoli) che, a onor del vero, non è molto utilizzata né nella lingua parlata né in quella scritta. Attualmente, il termine maggiormente utilizzato, sia al singolare che al plurale, è curriculum (“ho inviato il mio curriculum”; “ho già inviato diversi curriculum”).
Anche il sito della prestigiosa enciclopedia Treccani fa notare che l’uso del plurale invariato curriculum è piuttosto diffuso (se in Rete si cerca la stringa “è possibile inviare i curriculum via mail” si troveranno diverse occorrenze, anche in siti istituzionali).
Tutto risolto? Non proprio; la stessa Treccani consiglia, nel caso di contesti formali, di ricorrere al plurale latino, curricula, una forma che però genera qualche resistenza all’uso perché, secondo alcuni, sarebbe troppo “ricercata”; in altri termini, sarebbe solo un presuntuoso sfoggio di grande cultura.
Ma non è ancora finita; per alcuni, infatti, l’utilizzo di curricula sarebbe addirittura un errore. È questa, per esempio, l’interessante tesi del giornalista Luca Spinelli. Nel suo sito Spinelli spiega:
La prassi generale è semplice:
- I forestierismi che entrano a far parte dell’italiano mantengono invariata la forma con la quale sono entrati. Siano essi entrati nella forma plurale o in quella singolare. Le eccezioni sono rarissime.
Perciò: visto che curriculum è entrato nella lingua italiana nella forma singolare, al plurale fa ugualmente curriculum, e non curricula. Esattamente come chef, golpe, film, computer, ma anche vocaboli giunti dal latino, come bonus, iter e corpus, che al plurale latino farebbero boni, itinera e corpora…

Il curriculum vitae è un documento che riporta la propria situazione personale, scolastica e lavorativa.
Plurale di curriculum: come regolarsi?
Come regolarsi dunque? La tesi di Spinelli riportata nel paragrafo precedente appare francamente condivisibile e, per di più, è confortata anche da quanto riportato nei più grandi dizionari italiani che appunto indicano il termine curriculum come sostantivo maschile invariabile.
Del resto, anche il termine referenda è corretto ed è talvolta utilizzato, ma molto probabilmente nessun docente si sognerebbe di correggere uno studente che scrivesse “sono stati indetti alcuni referendum”.
Comunque sia, questo è il tipico caso in cui, qualsiasi soluzione si scelga (curriculum o curricula) si possono avere alcuni appigli per giustificare la scelta.