Il participio è uno dei tre modi verbali indefiniti (gli altri due sono il gerundio e l’infinito); il suo nome aiuta a spiegare le sue funzioni; participio deriva da latino participium, traduzione del termine greco metochikόn, che significa partecipante); questo modo verbale, infatti, è “partecipe” di caratteristiche di nome, aggettivo e verbo.
In italiano sono due i tempi del participio: il presente e il passato (nel latino, invece, i tempi del participio erano tre: presente, perfetto e futuro).
Participio presente – Spiegazione ed esempi
La formazione del participio presente (detto anche semplice) è piuttosto facile; in linea generale si procede sostituendo le desinenze del modo infinito (-are, -ere, -ire) con le seguenti: -ante, -ente, -ente). Esistono comunque eccezioni.
In passato, nell’italiano antico, il participio presente era spesso utilizzato con funzione verbale; nell’italiano moderno, invece, tale funzione è oggi inusuale e il participio presente è ormai quasi sempre utilizzato in qualità di aggettivo oppure di sostantivo; per esempio:
- Maria è un’ottima assistente.
- La storia di Napoleone è affascinante.
Nel linguaggio quotidiano, la funzione verbale del participio presente è rarissima (nessuno direbbe sono mangiante invece di sto mangiando), ma nel linguaggio giuridico, tecnico e burocratico non è poi così infrequente; alcuni esempi:
- Sono diversi i problemi derivanti (che derivano) dall’utilizzo dei farmaci antidepressivi.
- Occorre un intervento rispondente (che risponda) alle varie esigenze economiche dei cittadini.
- Il contribuente avente (che ha) diritto al rimborso dovrà compilare un apposito modulo.
- Sono molti i giovani inneggianti (che inneggiano) al nuovo corso politico.
Nota – Il participio presente è sempre in forma attiva.

Il verbo “soccombere” ha il participio presente (soccombente), ma è privo di participio passato
Participio passato – Spiegazione ed esempi
Anche la formazione del participio passato non presenta particolari difficoltà, fatte salve alcune eccezioni, in linea generale si procede sostituendo le desinenze del modo infinito (-are, -ere, -ire) con le seguenti: -ato, -uto, -ito). Diversamente dal participio presente, il participio può avere, a seconda del verbo, forma attiva oppure passiva.
L’uso verbale del participio passato è frequentissimo dal momento che lo si utilizza con tutti i tempi composti di ogni verbo (è necessario unirlo agli ausiliari essere o avere); due esempi:
- Sono andato a Roma.
- Ho scritto a Maria.
Quando il participio passato è utilizzato con il verbo essere, concorda con il soggetto; se, invece, è utilizzato con l’ausiliare avere, resterà invariato:
- Siamo andati a Roma.
- Abbiamo scritto a Maria.
Forma passiva – La forma passiva si ottiene unendo l’ausiliare essere al participio passato.
L’agnello è mangiato dal lupo (il lupo mangia l’agnello).
Con il participio passato si formano inoltre vari tipi di subordinate implicite (relative, causali, ipotetiche, temporali e concessive). Alcuni esempi:
- Subordinata relativa – Mario ha terminato oggi il lavoro affidatogli (… che gli è stato affidato)
- Subordinata causale – Ferito dal rimprovero, Mario uscì dalla stanza in tutta fretta (poiché era stato ferito…).
- Subordinata ipotetica – Gestita a dovere, la situazione non dovrebbe avere conseguenze (Se è gestita…).
- Subordinata temporale – Terminata la lezione, gli studenti se ne tornarono a casa (Dopo che era terminata…).
- Subordinata concessiva – Consolata dalle amiche, Maria fu comunque tristissima per tutto il giorno (Sebbene fosse stata consolata…).
Il participio passato, inoltre, è utilizzato sia come aggettivo:
- Questo pavimento è molto pulito (qui il termine pulito ha funzione di aggettivo)
- Mario ha pulito il pavimento (qui, invece, il termine pulito ha funzione verbale)
sia come sostantivo:
- Il condannato ha fatto richiesta per un nuovo processo (qui il termine condannato ha funzione di sostantivo)
- Mario è stato condannato a venti anni di prigione (qui il termine condannato ha funzione verbale).
Indice materie – Lingua italiana – Participio