Qual è il participio passato di splendere? È una domanda ricorrente e molte volte in Rete è facile imbattersi in quiz dove si chiede: “Come completereste la frase «Oggi il sole splende come non ha mai…»?”.
A questo punto molti entrano in difficoltà perché il termine splenduto che sembrerebbe d’istinto la risposta più logica “suona” davvero male e inizia a sorgere il dubbio che il quesito sia una domanda trabocchetto.
Brevemente ricordiamo che il participio passato è un modo verbale indefinito (vale a dire che non indica il soggetto che fa o subisce l’azione e, di conseguenza, per completare il significato dell’azione espressa ha bisogno di essere legato a un altro verbo). Il participio passato è utilizzato sia con funzione di aggettivo qualificativo sia con funzione di verbo; in quest’ultimo caso si unisce all’ausiliare essere per formare i tempi delle forme passive, mentre si unisce all’ausiliare avere per formare i tempi composti.
Participio passato di splendere – Cosa dicono gli esperti?
Alcuni verbi italiani non hanno il participio passato; fra questi anche il verbo splendere come spiega anche il noto linguista L. Serianni nel suo testo “Italiano”:
“alcuni verbi sono difettivi del solo participio passato. Ricordiamo: competere, concernere, dirimere, divergere, esimere, incombere, inerire, soccombere, splendere, suggere, transigere».
Le discussioni però non mancano e sul participio passato di splendere è intervenuta anche l’Accademia della Crusca, interpellata più volte sulla questione; di seguito la risposta della prestigiosa istituzione:
Splendere, passato remoto e participio passato
Il passato remoto, per alcune persone, prevede doppie forme, ambedue corrette: io splendei/splendetti, tu splendesti, egli splendé/splendette, noi splendemmo, voi splendeste, essi splenderono/splendettero; il participio passato, raro e contemplato solo da alcuni dizionari, è splenduto.
Per l’Accademia della Crusca, quindi, è corretto affermare che il participio passato di splendere è “splenduto”.
A sostegno dell’esistenza di splenduto, alcuni hanno fatto notare la presenza in un testo dannunziano (Canzone per la tomba di Giosuè Carducci), del termine risplenduto:
Necessità del fuoco, hai risplenduto! […].
Ciò costituirebbe la prova della correttezza dell’uso di questo termine e, conseguentemente, della forma simmetrica del verbo base (splenduto). È anche vero però che quello che è concesso ai grandi letterati non sempre è consentito ai “comuni mortali”.
Comunque sia, come si può notare, siamo di fronte a posizioni opposte e anche l’Accademia della Crusca precisa che alcuni dizionari non contemplano il participio passato di splendere. Per inciso, il participio presente del verbo splendere è splendente.

Qual è il participio passato di splendere? Come completare la frase “Oggi il sole splende come non ha mai…”?
Oggi il sole splende come non ha mai…
Come rispondere dunque al simpatico indovinello “Oggi il sole splende come non ha mai…”?
Il consiglio che molti danno, considerando splendere un verbo difettivo del participio passato o comunque ritenendo “splenduto” un termine poco gradito all’orecchio, è quello di ricorrere a una nota figura retorica, la perifrasi, che è un giro di parole o circonlocuzione usata per indicare una cosa, una persona, o un concetto; ecco quindi che la frase diventerà:
oggi il sole splende come non ha mai fatto [prima]
sicuramente corretta e più moderna.