Quale è il participio passato di soccombere? Anche questa – come nel caso del participio passato di splendere – è una domanda ricorrente in Rete e, in effetti, molti esitano a rispondere di getto perché il termine “soccombuto”, la risposta più istintiva non “suona” molto bene e viene subito da pensare a una domanda trabocchetto. Prima di analizzare il quesito, è opportuno ricordare brevemente che il participio passato è un modo verbale indefinito (ovvero non indica il soggetto che fa o subisce l’azione e, di conseguenza, per completare il significato dell’azione espressa ha bisogno di essere legato a un altro verbo). Il participio passato è utilizzato sia con funzione di aggettivo qualificativo sia con funzione di verbo; in quest’ultimo caso si unisce all’ausiliare essere per formare i tempi delle forme passive, mentre si unisce all’ausiliare avere per formare i tempi composti.
Participio passato di soccombere – Cosa dicono gli esperti?
Cosa dicono gli esperti a proposito del participio passato di soccombere? Luca Serianni, noto linguista e filologo spiega che alcuni verbi non hanno il participio passato; fra questi lui include anche soccombere; scrive infatti nella sua opera “Italiano”: “alcuni verbi sono difettivi del solo participio passato. Ricordiamo: competere, concernere, dirimere, divergere, esimere, incombere, inerire, soccombere, splendere, suggere, transigere». Le discussioni però non mancano e sul participio passato di soccombere è stato richiesto un parere anche alla celeberrima Accademia della Crusca; a tal proposito la prestigiosa istituzione riporta nel suo sito web: Soccombere, passato remoto e participio passato Il passato remoto prevede, per alcune persone, doppie forme, ambedue corrette: io soccombei/soccombetti, tu soccombesti, egli soccombé/soccombette, noi soccombemmo, voi soccombeste, essi soccomberono/soccombettero; il participio passato non è in uso. L’espressione “non è in uso” non esclude però l’esistenza e molti fanno notare che, pur trattandosi di una forma rara impiegata solo in ambito poetico e nella prosa arcaicizzante, il participio passato di soccombere è “soccombuto”. I due esempi letterari classicamente riportati sono i seguenti: «Non è dubbio che quella loro volontà, fra tali e tante tentazioni, per la sua fralezza sarebbe soccombuta, e non avrebbero potuto perseverare.» (Rosmini, 1797-1855) «Il suo fez di velluto ha soccombuto alla fine sotto l’indignazione di una coppia di begli occhi che lo fulminavano dalla tribuna delle dame, ed è scomparso.» (Petruccelli della Gattina, 1815-1890).

Qual è il participio passato di soccombere?
Un suggerimento
Un valido suggerimento è quello che si trova sul sito web di Treccani dove si spiega che invece di usare “soccombuto” si può sempre ricorrere a questo espediente: “io ho dovuto soccombere”, “tu hai dovuto soccombere” ecc. In alternativa, per evitare di dire o scrivere “io sono soccombuto” si possono usare anche altre espressioni perifrastiche quali: “io sono stato sopraffatto/sconfitto”, “sono capitolato”, “ho dovuto capitolare”, “mi sono dato per vinto” ecc.