Quale è il participio passato di esigere? È una domanda posta molto spesso in Rete (altri quesiti molto frequenti riguardano il participio passato dei verbi splendere e soccombere; si vedano a tal proposito le schede corrispondenti); la risposta può non venire immediata perché il termine “esigito” – che di primo acchito sembrerebbe la risposta più naturale – non sembra molto convincente. In effetti, il participio passato di esigere non è esigito, bensì “esatto”.
Il verbo esigere deriva dal latino èxigo, exìgere; una delle voci di questo verbo era exactum e da questo si è poi formato il participio passato italiano.
Vale la pena ricordare brevemente che il participio passato è un modo verbale indefinito (non indica il soggetto che fa o subisce l’azione e, conseguentemente, per completare il significato dell’azione espressa ha bisogno di essere legato a un altro verbo). Il participio passato è utilizzato sia con funzione di aggettivo qualificativo sia con funzione di verbo; in quest’ultimo caso si unisce all’ausiliare essere per formare i tempi delle forme passive, mentre si unisce all’ausiliare avere per formare i tempi composti.

Il verbo esigere deriva dal latino èxigo, exìgere; una delle voci di questo verbo era exactum e da questo si è poi formato il participio passato italiano
Con valore verbale, il participio passato di esigere si utilizza soltanto nel linguaggio della burocrazia con il significato di “riscosso”; di seguito un esempio:
La cifra esatta ammonta a 15 milioni di euro.
La frase soprariportata si presta a qualche equivoco perché il termine “esatta” è anche un aggettivo che ha il significato di “giusta”, “precisa”, “corretta”; chi legge quindi, in questo caso, si possono avere due possibili interpretazioni:
- la cifra riscossa ammonta a 15 milioni di euro
- la cifra precisa ammonta a 15 milioni di euro.
È spesso il contesto in cui si trova una frase del genere che chiarisce quale significato attribuire al termine.