Emetico è un aggettivo o sostantivo maschile che indica una sostanza (usualmente un farmaco) capace di indurre il vomito, senza peraltro indurre altri spiacevoli effetti collaterali. Alcuni emetici agiscono sul centro bulbare del vomito (apomorfina), altri su nervi come il vago o il glossofaringeo, stimolando il vomito per via riflessa (solfato di rame).
Dopo la sindemia Covid 19 e l’invasione russa dell’Ucraina, R. Albanesi ha usato il termine per indicare persona particolarmente sgradevole per le sue idee, spesso in contrasto con una valutazione oggettiva della situazione. L’atteggiamento ha varie cause: dall’irrazionalità alla partigianeria politica sociale o religiosa, dalla ricerca della popolarità a interessi economici ecc.
Di seguito una serie di esempi tratti dalla vicenda russo-ucraina.
Emetico: gli esempi
La medaglia di oggi dell’emetico quotidiano va a tale Giovanni Pagliarulo, un curioso partigiano, visto che è nato nel 1949 e che non ha mia combattuto un giorno, uno dei tanti esempi di come la gente ambisca a diventare presidente di qualcosa per illudersi di contare qualcosa! Il Nostro (si fa per dire visto che con lui non vorrei spartire alcunché) ha chiaramente preso le difese della Russia, giustificando il divieto alle bandiere della Nato cercando bruscolini in casa ucraina, di fatto la stessa strategia con cui le Brigate Rosse giustificavano le loro azioni. Il Pagliarulo ha accettato bandiere palestinesi, insomma non il pacifismo utopistico, ma reale di papa Francesco, ma quello “violento per difesa” di tanti falsi pacifisti. Il Pagliarulo fa parte di quel 5% circa della popolazione che di fatto è rimasto comunista e vive dell’odio per il capitalismo e l’imperialismo americano, dimenticando che i partigiani durante la guerra si servirono proprio del supporto dell’odiato nemico, ben più di quanto ora gli ucraini siano supportati dagli occidentali. Se è pur vero che molti non seguono più il comunismo del Pagliarulo di turno, è pur vero che per i “vecchi di sinistra” è difficile lasciare un certo propensione anti-USA e ciò di fatto è proprio un assist a tutti coloro di estrema destra che sono solo assettati di potere. Fra parentesi: festeggiare il 25 aprile è giusto perché vive ancora nella memoria di italiani che fecero i partigiani, come 30 anni fa era giusto festeggiare il 4 novembre (oggi Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, non della vittoria nella prima guerra mondiale) per gli ultimi ragazzi del ’99, ma quando non esistono più testimoni viventi, una data entra nella storia, altrimenti è come se si festeggiasse il 20 settembre (la presa di Roma – breccia di Porta Pia – l’episodio del Risorgimento che sancì l’annessione di Roma al Regno d’Italia). Lasciamo quindi agli ultimi partigiani l’onore della festa, non a politicanti come il Pagliarulo.
Ritornano fra gli emetici Matteo Salvini e la Lega che polemizzano inutilmente sull’espulsione dei diplomatici russi, sostenendo l’assurda e irreale posizione che la pace si ottiene solo con la diplomazia. Probabilmente il grasso dei chili di troppo che continua a metter su gli intasa le arterie impedendogli di ragionare o la sua politica filorussa è talmente maldestra da essere sgradevole. Il poveraccio da mesi non ne azzecca una e ha perso più della metà del suo elettorato, ridotto ormai a un insieme di fedelissimi che considerano la politica come una squadra di calcio che è “per sempre”. Casi come quello di Salvini fanno capire come oggi nelle democrazie occidentali i politici da grandi volponi che comandavano un Paese sono diventati solo “servi della gente” che giustamente deve “usarli” per convergere verso una vita migliore. Da Berlusconi (dal 30% all’8%) a Renzi (dal 40 al 2,5%), dal M5S (dal 35 al 15%) alla Lega (consensi dimezzati) ecc. si è ormai affermato un populismo positivo che caccia velocemente, senza l’inerzia della Prima Repubblica, è inadatto a promuovere il benessere.
Fra le persone sgradevoli di questo periodo c’è sicuramente Giuseppe Conte. Senza mai stato eletto dai cittadini, è riuscito a scippare il M5S a Beppe Grillo e con la sua illimitata ambizione cerca una visibilità e una popolarità disgustose. La sua crociata contro il 2% di spese militari (dall’1,4% attuale) avrebbe senso se fosse accompagnata da un’uscita dal governo, cosa lontanissima per chi vuole continuare a detenere il potere. Ieri sembra aver fatto dietro front, dice che voterà per il 2%, ma che lui non è per il riarmo. Penoso. Dietro c’è solo il tentativo (peraltro riuscito visto che il M5S ha guadagnato lo 0,5% nei sondaggi dopo mesi di crollo) di compiacere quel 54% di italiani che non vogliono aumentare le spese militari perché preoccupati di non avere più soldi per pagare le bollette energetiche o di un’ipotetica entrata in guerra di un’Italia ormai alla frutta per quanto riguarda il coraggio e l’orgoglio nazionale. Sì, perché armarsi male vuol dire non contare nulla e quindi tanto varrebbe azzerare le spese militari e cercare di essere una Svizzera senza tentare di essere fra i Paesi che dettano la politica mondiale magari ergendosi garanti della sovranità ucraina.
Oggi fra gli emetici ci finisce papa Francesco: “Mi vergogno per gli Stati che aumentano la spesa militare al 2%, pazzi!” Per uno che ci diceva “chi sono io per giudicare?” insulta un po’ troppo spesso chi non sta dalla sua parte. Perché non sposta il suo grasso corpo a Mariupol davanti ai carri armati russi cercando di fermarli per verificare se può funzionare il suo penoso buonismo con cui si attira le simpatie dei meno dotati di spirito critico? È comunque in buona compagnia, vista la deriva retorica di M5S e Lega che vogliono “conquistare” i miopi italiani troppo preoccupati per i rincari energetici, con il ritornello dell’è ora di pensare ad altro, come se le minacce di guerra non ci fossero.
Fra gli emetici non possono mancare tutti i parlamentari che hanno disertato il discorso di Zelensky al nostro parlamento (22 marzo 2022), pretendendo che, per par condicio, si lasciasse parlare anche Putin. Poche parole: chi pensa di dover essere equidistante da Russia e Ucraina è una persona indegna di rappresentare l’Italia. Poi ci sono gli “intellettuali” che ti dicono che in un processo si fa parlare anche l’accusato: non hanno capito che Putin è già stato condannato dalla storia come criminale di guerra.
L’Oscar degli emetici va a quel 44% di italiani (sondaggio La7 del 14/3/1022) che non vorrebbe inviare armi all’Ucraina. Una percentuale insolita per un Paese occidentale, sicuramente quello dove il sentimento antiamericano è più radicato e causa un pacifismo ipocrita incapace di comprendere la differenza fra una democrazia, magari imperfetta, e una dittatura, magari illuminata.
Oggi il personaggio emetico è il dinosauro comunista Santoro che ha dichiarato: “quando Zelensky pretende no fly zone, non sono più con lui”. Niente no-fly zone, niente aerei polacchi all’Ucraina per il rischio di una terza guerra mondiale (abili scacchisti, i russi usano uno dei massimi principi degli scacchi: la minaccia è più forte dell’esecuzione). Rispondete. Siete pronti ad assumervi il rischio se: 1 – 10.000 ucraini sono uccisi 2- Un milione di ucraini è ucciso 3 – 10 milioni di ucraini sono uccisi 4 – In nessun caso. Se rispondete 4, perché vi indignate se Putin bombarda un ospedale? Fregatevene e basta.

Non solo malattie o avvelenamenti possono produrre nausea e vomito, ma anche persone che esprimono idee particolarmente in contrasto con una valutazione oggettiva della situazione
Oggi definiamo emetici tutti coloro che usano la tragedia ucraina per supportare l’accoglienza senza se e senza ma, fingendo di non capire la profonda differenza fra profughi economici e profughi ucraini. I primi scappano dal loro Paese, di fatto rinnegandolo, e non hanno nessuna intenzione di tornarci; i secondi scappano da una guerra con il fermo proposito di tornare se la guerra finirà e l’Ucraina sarà ancora libera.
Oggi emetici sono i giornalisti e i politici che ci dicono che “non possiamo fare a meno del gas russo”. Come ha chiaramente spiegato Milena Gabanelli nel suo Dataroom su La7 e come ha confermato il ministro Cingolani, noi possiamo fare a meno del gas russo tagliando i consumi semplicemente della metà. Questo vuol dire che dovremo stare più al freddo (patetico spegnere le luci per solidarietà con l’Ucraina, un gesto che “non costa nulla”), che dovremo consumare meno benzina, rinunciando a week-end fuori porta o a trasferimenti non essenziali, che le aziende dovranno subire perdite per un tempo limitato (del resto un’azienda che non sa affrontare una perdita è un debito per la società) ecc. Insomma, il nostro tenore di vita ne risentirà, cosa che per tanti apparenti è impensabile, preferendo inviare qualche giocattolo, qualche vestito, qualche spicciolo per un buonismo che li rende santi. Di fronte alla vicenda ucraina, razionalmente, ci sono solo due possibilità: o non si fa nulla, tanto il problema non ci toccherà mai, oppure si deve fermare Putin in ogni modo perché la prossima volta toccherà a noi, magari semplicemente tornando in un clima di guerra fredda come prima del 1990.
Emetico è il segretario della CGIL, Landini, che ieri ha dichiarato che nel conflitto Russia-Ucraina si deve rimanere neutrali e non si devono inviare armi, di fatto il vecchio atteggiamento anti-NATO (e antioccidentale) del comunismo, ideologia ormai pensionata dalla storia 30 anni fa. Altri sindacalisti hanno bollato la posizione di Landini come “pacifismo da salotto”, locuzione che in un linguaggio poco politicamente corretto indica una vigliaccheria travestita da superiorità etica. Landini è un personaggio che, se vedesse un omone picchiare una donna, con la possibilità di dare un’arma alla vittima, rimarrebbe neutrale e se ne andrebbe oppure, al massimo, si limiterebbe a dire all’omone: “eh, no, cattivone, queste cose non si fanno”. Landini: penoso o pericoloso?
In questi giorni la palma di emetico deve attribuirsi a Matteo Salvini che vorrebbe sanzioni più morbide e niente armi agli ucraini, citando addirittura il papa (lui che è un neofariseo e che con il pensiero cristiano ha ben poco a che fare, vedasi politica sui migranti). Non vince per l’egoismo (che per molti ipocriti benpensanti è sempre da condannare), ma perché, implicitamente, promuove la schiavitù del cane che per un tozzo di pane accetta la catena (la potenza economica dei russi, ricordiamo quando indossava la maglietta con l’immagine di Putin). Dai momenti del governo giallo-verde il povero Matteo non ne ha più azzeccata una e ben si capisce come possa aver perso la metà del suo elettorato.