La concordanza è l’insieme delle norme che regolano la connessione tra le parti variabili del discorso quando sono sintatticamente collegate tra loro. La concordanza riguarda:
- il genere (maschile o femminile)
- il numero (singolare o plurale)
- per i verbi, oltre al numero (singolare o plurale), anche la persona (prima, seconda o terza).
L’aggettivo e l’articolo devono concordare in genere e in numero con il nome a cui si riferiscono.
Se l’aggettivo si riferisce a più nomi:
- va sempre al plurale maschile, se i nomi sono tutti maschili oppure maschili e femminili
- va al plurale femminile se i nomi sono tutti femminili.

Esempi di concordanza: Maria, Marco e Giulia sono belli, Marco è bello, Maria e Giulia sono belle
I verbi concordano con il soggetto nella persona e nel numero (tu hai una grande intelligenza, hai si accorda con il tu, seconda persona singolare).
Se un verbo ha più soggetti:
- quando uno dei soggetti è di prima persona (singolare o plurale) il verbo va sempre alla prima persona plurale (tu e io andiamo a casa; noi e voi resteremo qui);
- quando i soggetti sono di seconda e terza persona (singolare o plurale) il verbo va sempre alla seconda persona plurale (tu e lei siete amici; voi e il vostro amico andate via);
- quando un soggetto singolare è accompagnato da un complemento di compagnia, il verbo va al singolare (tu con lui vai a casa);
- quando il soggetto è di genere singolare, ma di valore collettivo, il verbo in genere va al singolare, ma si può concordare a senso (un gruppo di giovani correva nella piazza o un gruppo di giovani correvano nella piazza).
Il participio passato ha regole proprie per la concordanza; ricordando che si usa per la formazione dei tempi composti e della coniugazione passiva dei verbi, valgono le seguenti regole:
- quando segue l’ausiliare essere si accorda con il soggetto in genere e numero (Marco è tornato); se i soggetti sono più di uno, la concordanza segue le stesse regole dell’aggettivo quando si riferisce a più nomi (Marco e Giovanna sono tornati);
- quando segue l’ausiliare avere rimane invariato (Marco ha mangiato; tutti hanno mangiato);
- se nella frase è presente un complemento oggetto costituito dai pronomi personali lo, la, li, il participio passato concorda con il complemento oggetto (Marco li aveva colpiti);
- con gli altri pronomi personali complemento oggetto (mi, ti, ci, vi) il participio può concordare con il complemento o rimanere invariato (Giovanna disse: “Marco mi ha chiamato” o Giovanna disse: “Marco mi ha chiamata”);
- se è usato da solo, si comporta come un aggettivo, cioè concorda in genere e numero con il nome a cui si riferisce (date le circostanze, rimandiamo).
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