Il complemento oggetto è quel complemento che indica l’elemento della frase sul quale ricade direttamente l’azione espressa dalla voce verbale; il complemento oggetto è noto anche come complemento diretto perché esso è collegato al verbo direttamente, senza l’ausilio di preposizioni:
Matteo osserva le stelle.
Il complemento oggetto risponde alle domande: “chi?“, “che cosa?“.
Il complemento oggetto può essere costituito da un sostantivo, da un nome proprio, da un pronome, da un aggettivo sostantivato e comunque da una qualsiasi parte del discorso che abbia valore nominale (per esempio un verbo); tale complemento può addirittura essere costituito da una proposizione intera subordinata; in questo caso si parla di proposizione oggettiva. Alcune frasi di esempio:
- Attilio ha mangiato la torta.
- Hanno ferito Maria.
- Marco non vuole mangiare.
- Mi hanno raccontato che Giulio ti ha cacciato dalla sua festa (proposizione oggettiva).
Nota – Se è vero che il complemento oggetto è il complemento diretto per eccellenza, si deve rilevare che vi sono altri tipi di complemento che possono collegarsi direttamente; si vedano le seguenti due frasi:
- Maria lavora tutta la sera (complemento di tempo)
- Il pacco pesa venti chili (complemento di misura).
In linea generale, il complemento oggetto è retto da verbi transitivi (in forma attiva oppure riflessiva; per le eccezioni si veda il paragrafo successivo), il significato di questi verbi infatti richiede che l’azione che il soggetto compie “transiti” in modo diretto sull’oggetto che la subisce:
- Mia madre cuce un vestito.
- Mia sorella si sta truccando (= Mia sorella sta truccando sé stessa).

Annamaria prepara la pasta (SOGGETTO + VERBO + COMPLEMENTO OGGETTO)
Complemento oggetto – Esempi di casi particolari
Quando il complemento oggetto è introdotto da un articolo partitivo, ovvero dalle forme articolate della preposizione di (del, dello, della, dei, degli e delle) usate con il significato di un po’ di, alcuni e alcune, allora si parla di complemento oggetto partitivo. Alcuni esempi:
- Mio figlio ha smarrito dei giocattoli (dei sta per alcuni)
- Ho bevuto del vino. (del sta per un po’ di).
Un altro caso particolare è quello del cosiddetto complemento dell’oggetto interno. Come spiega il grammatico L. Serianni “le nozioni di complemento oggetto e verbo transitivo sono indissolubilmente legate… Vi è però qualche costrutto in cui anche un verbo intransitivo può reggere un complemento oggetto”. Ciò può verificarsi:
- quando il complemento oggetto si forma dalla stessa radice del verbo (si pensi alla famosa frase di una canzone di Battisti: “il mio mestiere è vivere la vita“)
- allorquando la base semantica del complemento oggetto è di fatto la medesima del predicato (“Mario dorme sonni tranquilli”; “Ho pianto lacrime amare”)
Accusativo alla greca
L’accusativo alla greca (noto anche come accusativo di relazione) è un particolare costrutto sintattico tipico della lingua greca nel quale il complemento oggetto dipende da un participio o da un aggettivo:
- Di doppia pietate ornata il ciglio (Petrarca, Né mai pietosa madre al caro figlio)
- Di lacrime sparso anche le guance (Leopardi, All’Italia)
- Sparsa le trecce morbide / sull’affannoso petto (Manzoni, Adelchi)
Si tratta di un costrutto ormai desueto tipico della lingua letteraria.
Indice materie – Lingua italiana – Complemento oggetto