Attributi e apposizioni giocano un ruolo importante nell’ambito della proposizione. La loro importanza è legata al fatto che arricchiscono il significato di alcuni elementi della frase attraverso descrizioni, precisazioni o definizioni.
Attributo
L’attributo è un elemento che accompagna il nome – o comunque un’altra parte del discorso che abbia una funzione nominale – e lo precisa attraverso l’attribuzione di una qualità o di una caratteristica.
Il termine attributo deriva dal latino attributum il cui significato è “ciò che è attribuito”).
La funzione di attribuito può essere svolta da:
- un aggettivo qualificativo o determinativo
- un participio (presente o passato) che abbia funzione di aggettivo
- un avverbio – o da una locuzione avverbiale – che in questo caso sono definiti attributi avverbiali.
Alcune frasi di esempio:
- Il cane fedele ama il proprio padrone.
- Uno studente ansioso e tremante si avvicinò alla cattedra per l’interrogazione.
- Le avevo parlato il giorno prima (prima sta per precedente).
Gli attributi, fatta eccezione per quelli avverbiali, concordano in numero e genere con il nome a cui fanno riferimento.
Nota importante – L’attributo è, per definizione, un elemento accessorio della proposizione, ma in determinati casi la sua presenza è necessaria per la definizione del significato di un nome e, conseguentemente, di quello della frase. Si vedano questi due esempi:
- Massimo è un divertente compagno di lavoro.
- Detesto tutte le persone bugiarde.
Nella prima frase, l’omissione dell’attributo non stravolgerebbe il significato della frase, omettere l’aggettivo divertente non comporterebbe infatti una modifica fondamentale del senso della frase (al più la renderebbe meno dettagliata), mentre nel secondo caso, l’omissione dell’attributo (bugiarde) cambierebbe in modo radicale il senso di quello che si sta affermando ovvero che si detesta una parte di persone (quelle bugiarde), non tutte.

Leonardo, celeberrimo inventore, è nato nel 1452
Apposizione
L’apposizione è un sostantivo che si aggiunge a un altro per determinarlo, attribuendogli una proprietà particolare (il re Vittorio Emanuele II proclamò la Seconda guerra d’indipendenza); molto spesso, ma non è una regola, l’apposizione accompagna un nome proprio.
Il termine apposizione deriva dal latino adponere il cui significato è “porre accanto”.
Si parla di apposizione semplice se è costituita dal solo nome e, di solito, precede il nome al quale fa riferimento; per esempio:
L’ingegner Brambilla presenzierà all’avvenimento.
Si parla invece di apposizione composta quando, oltre al nome, l’apposizione è costituita da altri elementi che possono essere uno o più attributi oppure un complemento di specificazione. L’apposizione composta può seguire o precedere il nome a cui fa riferimento; quando lo segue è in genere un inciso racchiuso tra virgole.
- Il mio cane Melampo è particolarmente pigro.
- Mario, il fratello di Giuseppe, è un gran lavoratore.
L’apposizione può sia essere unita al nome cui si riferisce oppure essere preceduta da espressioni di vario quali come, quale, in funzione di, in veste di ecc. e anche dalla preposizione da. Alcuni esempi:
- Maria, in veste di suo avvocato, ha consigliato a Marco di non rilasciare dichiarazioni.
- Da grande farò l’astronauta.
Indice materie – Lingua italiana – Attributi e apposizioni